Prosegue lo sviluppo della radio digitale via etere attraverso i consorzi DAB. Dopo la pubblicazione del Piano provvisorio di assegnazione delle frequenze (nelle more della definizione della cd. “questione adriatica”) da parte dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, in vista della stabilizzazione del settore, il Ministero dello sviluppo economico preme l’acceleratore sul rilascio dei diritti d’uso sperimentali. Una contraddizione?
Consorzi DAB e autorizzazioni sperimentali…
“No, se la provvisorietà del PNAF Agcom suggerisce l’adozione di un medesimo carattere al diritto d’uso discendente”, riferisce a NL una fonte qualificata che desidera mantenere l’anominato.
… sotto la lente d’ingradimento
Tuttavia, il Ministero ha chiesto in questi giorni ai propri ispettorati territoriali di “verificare il controllo dell’effettivo utilizzo delle risorse assegnate, prima di rilasciare ulteriori diritti d’uso sperimentali”.
Consorzi DAB accertati
Un controllo che, in realtà, dovrebbe esaurirsi velocemente, considerato che, tutto sommato, fuori dagli operatori di rete nazionali, i consorzi DAB destinatari di autorizzazioni sono relativamente pochi.
Le due grandi tipologie
In generale, i consorzi DAB locali si dividono in due grandi tipologie: enti di aggregazione con un numero di soci massimo corrispondente allo sfruttamento integrale della capacità trasmissiva disponibile, che ambiscono ad ottenere un diritto d’uso per ogni area tecnica, e che esauriscono la propria aspettativa (l’interesse legittimo sotteso) con l’ottenimento dello stesso (diritto d’uso) ed enti consortili di interesse multiareale che suddividono i (numerosi) soci per ogni area tecnica, per la quale chiedono il rilascio del singolo titolo e che, pertanto, hanno obiettivi più ampi.
Differenze
La differenza tra i due approcci è principalmente costituita dalla gestione dell’ente (costi e processi organizzativi). E, in visione prospettica, assumendo a riferimento quanto accaduto nel refarming tv, da una differente condizione di partenza a riguardo dei bandi per l’attribuzione dei diritti d’uso in caso di beauty contest.
Vasi comunicanti
Il problema, tuttavia, non è tanto nella scelta di adesione tra le tipologie indicate, quanto il fatto che l’euforia dell’ultimo anno ha condotto ad un continuo scambio di soci tra i vari consorzi, con numerosi recessi e migrazioni. Al punto che, ora, il Mise, prima di rilasciare il diritto d’uso sperimentale ad un consorzio, chiede una “dichiarazione che attesti la partecipazione dei singoli soci in via esclusiva ad unico consorzio relativamente alle aree tecniche richieste”.
La partecipazione esclusiva ad un consorzio è riferita al titolo concessorio, non all’ente che ne è titolare
Va tuttavia precisato che la partecipazione esclusiva è riferita alla singola emittente, cioè al titolo concessorio, cosicché un soggetto titolare di due concessioni può legittimamente partecipare a due distinti consorzi DAB. Sul punto il Mise ha infatti chiarito che “gli stessi soggetti possono partecipare a più consorzi in virtù di altra concessione e relativa autorizzazione per la diffusione in tecnica digitale DAB”.
Autorizzazioni in scadenza
Infine, tra le urgenze, va annoverata anche la problematica relativa alla durata delle autorizzazioni rilasciate ai consorzi DAB, di 8+8 mesi a mente dell’art. 21 c. 3 della Delibera 664/09/CONS (“La sperimentazione deve essere effettuata su limitate porzioni del territorio secondo uno specifico progetto di fattibilità tecnica presentato dal soggetto richiedente ed ha durata limitata nel tempo, comunque non superiore a otto mesi a partire dall’avvio della stessa, rinnovabile una volta sola”).
Trattamenti
Un limite temporale che impone certamente una tolleranza pari a quella per tanti anni riservata agli operatori di rete nazionali titolari di autorizzazioni sperimentali. (E.G. per NL)