La Radiovisione (tecnicamente visual radio) non è (solo) una estensione di piattaforma della radio (su DTT, IP, sat), ma un nuovo mezzo. Così, secondo il 2° Rapporto del Censis «La transizione verso la radiovisione», la pensa l’81,4% degli italiani.
Censis: “La radiovisione che conquista il pubblico: professionale, affidabile, in diretta, su qualunque schermo. L’utenza quotidiana della radiovisione è aumentata del 4,7% nel primo semestre del 2021. Nell’anno della pandemia 5 milioni di italiani l’hanno scoperta per la prima volta sugli schermi televisivi. La radio batte tutti i media in termini di credibilità. E non teme le playlist digitali: per il 90% degli italiani l’intrattenimento e l’informazione live sono insostituibili”.
Censis: la radiovisione in sintonia con gli stili di vita degli italiani
Più di 4 milioni di italiani seguono ogni giorno la radiovisione dagli schermi televisivi. Sono aumentati del 4,7% nel primo semestre del 2021 rispetto allo stesso periodo del 2019. Ma gli italiani che guardano anche saltuariamente la radio in tv superano gli 11 milioni.
+5 mln di italiani hanno scoperto il nuovo mezzo in meno di due anni
Più di 5 milioni nell’ultimo anno e mezzo hanno scoperto per la prima volta la radiovisione sugli schermi televisivi. Quelli che seguono i programmi radiofonici da device diversi da quelli tradizionali sono complessivamente più di 19 milioni.
Per la quasi totalità degli italiani la Radiovisione è un nuovo mezzo
Secondo il 2° Rapporto del Censis «La transizione verso la radiovisione», l’81,4% degli italiani è convinto che la radiovisione sia un nuovo mezzo “che combina i contenuti di qualità della radio con le infinite possibilità di ascolto e di visione in diretta su una molteplicità di schermi: il televisore, il pc, il tablet e lo smartphone“.
La radio batte tutti gli altri mezzi quanto a fiducia
I programmi radiofonici sono usciti bene dall’infodemia scatenata dall’emergenza sanitaria. Per l’82,6% degli italiani la fiducia nella radio è rimasta invariata nell’ultimo anno, per il 6,1% è aumentata.
Perché radio batte tutti gli altri media?
“Perché la fiducia nella tv è aumentata per il 5,8%, quella nella stampa per il 2,7%, quella nel web solo per il 2,5%“, spiega il Censis.
Credibilità e affidabilità alla base della good reputation
L’81,7% degli italiani ritiene che il successo dei programmi radiofonici dipenda dalla credibilità e affidabilità dei loro contenuti. Le notizie di politica nazionale sono quelle che interessano di più gli utenti: il 40,1%. Al secondo posto, in forte crescita nell’anno della pandemia, le notizie riguardanti scienza, medicina e tecnologia: catturano l’attenzione del 34,9%. Seguono: stili di vita, viaggi e cucina (28,8%), cronaca nera (27,9%), sport (26,7%), cultura e spettacoli (25,8%).
Differenze di genere, interessi diversi
I gusti degli utenti della radio cambiano in base al sesso. Gli uomini preferiscono la politica nazionale (il 45,5% contro il 34,4% delle donne), lo sport (il 45,4% contro il 7,2%) e l’economia (il 23,2% contro il 9,9%). Le donne sono attratte di più dalle notizie riguardanti stili di vita, viaggi e cucina (il 40,5% contro il 17,5% degli uomini), cultura e spettacolo (il 33,8% contro il 18,1%), gossip e cronaca rosa (il 28,8% contro il 6,2%).
Lunga vita alla radio, che non teme le piattaforme digitali
“Il 63,1% degli italiani – si legge nel 2° Rapporto del Censis «La transizione verso la radiovisione» – è convinto che il futuro dei contenuti audio non saranno le piattaforme online di musica a pagamento, che offrono lo streaming on demand di brani selezionati in base ai gusti personali dell’utente (la pensa così anche il 51,7% dei più giovani).
Valore aggiunto
Per il pubblico due fattori conferiscono un valore aggiunto alla programmazione radiofonica rispetto alle piattaforme digitali: i contenuti realizzati da una redazione di professionisti e la programmazione in diretta. Il 90,1% sottolinea la differenza tra i programmi offerti all’interno di un palinsesto realizzato da redazioni professionali, ricco di musica e di contenuti informativi, e le piattaforme on demand, che offrono esclusivamente musica selezionata in modo personalizzato. L’85,2% sottolinea che la peculiarità della radio è di essere live e di riuscire così a mantenere un contatto diretto con il proprio pubblico”.
2° Rapporto del Censis «La transizione verso la radiovisione»
Questi sono i principali risultati del 2° Rapporto del Censis «La transizione verso la radiovisione», che è stato presentato oggi a Roma da Anna Italia del Censis e discusso da Massimiliano Valerii, Direttore Generale del Censis, Luca Bernabei, Amministratore Delegato di Lux Vide, Igor De Biasio, Amministratore Delegato di Arexpo e Consigliere di Amministrazione della Rai, Massimo Giletti, giornalista e presentatore radiofonico e televisivo, e Massimiliano Panarari, saggista e sociologo della comunicazione presso l’Università Mercatorum. (E.L. per NL)