Sempre per la serie “pratiche esoteriche sconosciute in Italia”, ecco l’esempio di come un regolatore serio di una nazione civile gestisce la delicata questione dell’assegnamento delle frequenze destinate a nuove stazioni radio. In Nuova Zelanda si è aperta la gara per la concessione di una trentina di licenze FM locali commerciali e di 16 licenze riservate a stazioni comunitarie coordinate dal Ministry for Culture and Heritage (in Nuova Zelanda si deve tenere conto delle priorità Maori). Il bando è pubblicato dall’ufficio Radio Spectrum Management del Ministero per lo Sviluppo Economico. Altra assurdità: lo spettro delle radiofrequenze come risorsa per la crescita economica. I tapini non conoscono gli infiniti vantaggi di avere un ministro delle Comunicazioni al guinzaglio del capo del governo e di un regolatore che contempla un mercato fatto – mi scuserete, ma in sostanza la situazione è questa – di predatori di frequenze che da decenni anni lucrano sullo scambio di pezzi di bottino, oltretutto togliendo ossigeno alle poche esperienze davvero locali e associative.
Figuratevi che sullo stesso sito Web neozelandese ho trovato un documento – forse tradotto da qualche linguaggio maori – sull’Ultra Wide Band, avanzato sistema di comunicazione a bassissima potenza e a spettro diffuso (tra i 3 e i 10 GHz). Oggi parlavo con Mario Di Floriano, Ad di Eximia, startup italiana specializzata in soluzioni Rfid, le etichette a radiofrequenza. Di Floriano mi raccontava che il settore in Italia deve scontare almeno due anni di ritardo a causa dell’estrema lentezza nel recepire la regolamentazione della porzione degli 868 MHz, utilizzata dai tag RF di tipo UHF. Solo nel 2007, con Gentiloni, è arrivato l’ok, reso impossibile fino a quel momento per la criticità degli impianti militari “padroni” di quelle frequenze.
Poche ore fa, mentre tornavo a casa in metropolitana leggevo su un quotidiano freepress dei “nuovi” programmi del “nuovo” ministro dell’innovazione in pectore. Programmi la cui probabilità di riuscita è come sempre inversamente proporzionale alla retorica utilizzata nel definirne le tappe. Se un giornalista neozelandese dovesse chiedere com’è, in Italia, la situazione dell’innovazione tecnologica abbiamo già pronta la risposta e per una volta è anche sincera. Stanca.
Radio spectrum auction no. 10 – Local FM licences
On Thursday 17 April 2008 Minister of Broadcasting Trevor Mallard and Minister for Communications and Information Technology David Cunliffe announced an auction for additional television, AM and FM broadcasting licences. The auction is scheduled to occur in the week starting 19 May 2008 and will be conducted as an open outcry auction.
31 local commercial FM licences will be offered under terms and conditions that mandate ownership within the coverage area, and require the broadcaster to meet the needs and expectations of its regional audience.
In addition, approximately 30 new commercial FM licences and five UHF-TV licences, with no specific local requirement.
A further 16 FM licences will be assigned for non-commercial community radio by the Ministry for Culture and Heritage.
Registration for the auction is now open and will close at 4pm on Friday 9 May 2008. At that time registered bidders will be provided with the Auction Catalogue and finalised details of the lots.
Lasciatemi inserire anche un piccolo estratto delle regole cui i proprietari di una “stazione locale”. La legge che regolamenta queste licenze locali risale al 2006 e ai comma 3 e 4 recita:
3 – As a general principle, the owners of a ‘local’ radio broadcasting station must:
•demonstrate a strong geographic, social or cultural affinity with the target audience;
•locate the offices and studios of the radio station operating under the licence within the coverage area;
4 – As a general principle, the owners of a local commercial radio licence must:
•have no interest in other radio broadcasting licences and have no economic, contractual, operational, or family associations with holders of such licences;
•broadcast identifiably ‘local’ content from the studio to the coverage area during peak hours (0600hrs to 1000hrs and 1600hrs to 1900hrs);
Mi piace soprattutto la parte “have no interest in other radio broadcasting licenses and have no economic, contractual, operational, or family associations with holders of such licences”. Siamo proprio agli antipodi, si vede subito che da quelle parti camminano a testa in giù. Non avranno mica vinto i comunisti alle ultime elezioni in Nuova Zelanda?