La raccolta pubblicitaria del mezzo radiofonico è in crescita dal 2015 (maggio 2017 ha fatto registrare un entusiasmante +14,8% rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente); circostanza che attira l’attenzione di famelici superplayer (quasi) multimediali.
Dodici mesi fa era stata Mediaset a lanciarsi sul medium con forza, creando “RadioMediaset S.p.A”, una società in cui il Biscione ha fatto confluire le proprie attività radiofoniche e cioè le nazionali Radio 105, Virgin Radio, R101, GBR (l’attuale vettore della portoghese Radio Orbital) e la superstation (giuridicamente nient’altro che una locale col tetto di 15 mln di abitanti illuminabili) Radio Subasio, acquistata sulla valuzione di una scelta strategica per le buone prospettive di audience sul target di riferimento (tendenzialmente musica italiana) nelle regioni dell’Italia centrale, sui cui sviluppi potrebbero esserci importanti novità in arrivo. A ciò vanno aggiunte le emittenti gestite sul piano commerciale, quali la nazionale Kiss Kiss fino al 31/12/2017 (data dopo la quale il network partenopeo dovrà trovare un accasamento) e l’altra grande superstation del sud Radio Norba. Peraltro l’a.d. di RadioMediaset Paolo Salvaderi ha fatto sapere che il gruppo starebbe valutando anche l’acquisizione di altre maxiradio locali (come ciò possa essere conseguito senza minare i vincoli normativi in materia solleva più d’una perplessità).
Ma il polo multimediale di Cologno Monzese potrebbe non essere il solo attore protagonista nel futuro prossimo del mezzo.
Per esempio, il player tv Discovery Italia dopo averne infruttuosamente negoziato la concessione per la vendita degli spazi pubblicitari (poi definita dalla Manzoni del gruppo L’Espresso) ha concluso un accordo con Radio Italia per trasmettere gli eventi di Radio Italia Live, lasciando una porta aperta per possibili evoluzioni ad ampio spettro.
Per quanto riguarda Sky Italia indiscrezioni raccolte anche da questo periodico in via diretta segnalano un possibile interesse per Radio 24 (ammesso che Confindustria sia così folle da alienare uno dei pochi asset coi conti più o meno a posto per tenersi le zavorre), ma anche verso almeno due player radiofonici indipendenti.
La motivazione della ricognizione del gruppo di Murdoch sarebbe la necessità di potenziare l’offerta di Sky Media, viste le ottime performance di crescita del medium radiofonico che potrebbe sopperire a quelle non esaltanti della pay tv, che in Italia non ha mai avuto vita facile, quantomeno rispetto alla free tv. Va detto però che non è la prima volta che Sky sonda il mercato radiofonico per poi non farne nulla. Per esempio, molto tempo fa si parlò e a lungo di un corteggiamento per le radio di Elemedia del gruppo L’Espresso con il quale c’erano (e ci sono ancora, anzi si sono ampliate) strette relazioni sul piano tecnico e produttivo.
Diverso il discorso per Urbano Cairo, il quale una ventina di anni fa aveva tentato un approccio per l’acquisizione di Radio 105 da Alberto Hazan, anche se poi non se ne fece nulla.
L’imprenditore italiano, secondo talune fonti, potrebbe lanciarsi in una nuova avventura editoriale anche per favorire il ritorno dei conti di La7, che ha fatto segnare nel primo trimestre 2017 un pericoloso -4,5% rispetto allo stesso periodo del 2016, anche se tra i nuovi entranti radiofonici appare il meno probabile.
Ma le novità potrebbero arrivare anche dai player monoconcessione (nazionale) come RDS che sembra più intenzionata a rafforzare la propria posizione piuttosto che confluire in altri gruppi o magari anche dalla rampante RTL, che oltre alla radio più ascoltata d’Italia dispone solo della concessione nazionale comunitaria ex Padania che oggi ospita la rock station Radio Freccia. Una tipologia concessoria invero forse più adatta a Radio Radicale che, per contro, ha un inespresso titolo commerciale. (M.R. per NL)