In Europa, il problema della trasmissione radiofonica AM (modulazione di ampiezza) è stato risolto alla radice, spegnendo gli impianti in onde medie, considerati dai broadcaster non più convenienti nel rapporto costo d’esercizio/numero utenti. E ciò anche per il fatto che i ricevitori non sono più disponibili (oltre che nelle case) su gran parte delle nuove vetture, a causa dell’incompatibilità con i motori elettrici (che determinano interferenze alla ricezione).
Negli Stati Uniti, invece, dove l’ascolto AM parrebbe ancora rilevante, il dibattito scaturito con l’AM Radio for Every Vehicle Act è particolarmente acceso. Al punto che è stato disposto uno studio per accertare in che misura i disturbi elettromagnetici possano essere attenuati (eliminarli è impossibile), attraverso la schermatura dei cavi e l’introduzione di filtri di cancellazione attiva delle interferenze.
E, soprattutto, quanto costerebbe l’intervento correttivo ab origine.
CAR: salvare la AM costerà quasi 4 miliardi in 7 anni
Adeguamento preventivo che, secondo il Center for Automotive Research (CAR), comporterebbe costi a carico dell’automotive (che li riverserebbe sull’utenza) per 3,8 miliardi di dollari per i prossimi sette anni (calcolati su una proiezione di vendita di 8 mln di auto all’anno, ovviamente con crescita progressiva).
Fino a 70 dollari per schermatura e filtri attenuazione
Nello rapporto CAR (qui per consultarlo) si rappresenta che la schermatura dei cavi di un’auto elettrica oscilla tra i 35 ed i 50 dollari, cui sono da aggiungere altri 15-20 dollari per i filtri di attenuazione del rumore, che, sommati e moltiplicati per le auto commercializzate ogni anno, danno la cifra ipotizzata.
Per il Congresso USA le auto (e quindi i costi) sono 1/3 di quelle stimate da CAR
Più cauto il Congresso USA, il cui ufficio deputato ai budget legislativi stima l’impatto dell’AM Radio for Every Vehicle Act, che abbatte a 2,5-3 milioni la vendita di auto elettriche all’anno, con conseguente forte riduzione della somma complessiva rispetto allo studio CAR.
Muro contro muro
I differenti punti di vista rafforzano quindi il muro contro muro tra l’automotive ed i broadcaster, che oppongono l’indispensabilità della AM per comunicare con la popolazione in caso di emergenze.
Automotive: solo il 5% dell’utenza ascolta in AM. Broadcaster: sono 82 mln gli americani che la usano ancora
Secondo le case automobilistiche, la AM avrebbe ampie alternative, considerato un ascolto del solo 5% degli utenti (studio Ford), mentre la questione emergenza sarebbe comunque già garantita dalla telefonia mobile con appositi protocolli (numero di ricevitori AM effettivamente disponibili a parte). Per la National Association of Broadcasters, invece, ogni mese 82 milioni di americani si sintonizzano ancora sulle onde medie. A dimostrarne l’importanza attuale.
Forecast 2023
E gli osservatori terzi cosa ne pensano?
L’anno scorso, in occasione del Forecast 2023, Scott Painter, CEO e fondatore di Autonomy (società californiana che vende abbonamenti per l’utilizzo delle Tesla Model 3), aveva dichiarato che, negli Stati Uniti, entro il 2030 tutti i veicoli su strada saranno elettrici. E senza ricevitori in AM.
Autoweek e le auto elettriche senza AM
Sulla questione, il giornalista Jim Motavalli (specializzato in questioni ambientali, in particolare auto ecologiche) aveva, a margine di quell’evento, scritto un pezzo per Autoweek, in cui evidenziava come l’interferenza causata alla radio AM dalle auto elettriche fosse la ragione per cui la BMW aveva cessato di includere autoradio in onde medie sui modelli i3, i4, iX e i7 già da diversi anni.
BMW, Tesla, Mercedes, Volvo e Audi
Una decisione già assunta da Tesla nel 2018, insieme a Mercedes-Benz (modello EQS EV), Volvo e Audi. Ed una tendenza che in Europa – come detto in apertura – è ancora più marcata e non riguarda solo le auto elettriche.
Dopo 100 anni è arrivato il momento di dire addio all’ AM
“Per la maggior parte degli ultimi 100 anni, l’intrattenimento in auto è stato fornito da una sola scelta: le onde medie”, si leggeva nel pezzo di Motavalli per Autoweek.
Opzioni
“Nel 1960 la modulazione di frequenza è diventata una ulteriore opzione, seguita dai riproduttori stereo 8, da quelli a musicassetta, attraverso CD ed infine dagli smartphone.
Autoradio = spreco di denaro e spazio
“Ultimamente, la radio sta registrando ad un calo dell’ascolto a causa della competizione dello streaming“, aveva dichiarato sul tema Eric Rhoads, presidente di Streamline Publishing (editore di Radio Ink, un omologo statunitense di NL).
Indifferenza all’ascolto AM
“Nonostante gran parte dell’ascolto radio avvenga in auto, ciò non impedisce alle compagnie automobilistiche di prevedere che la ricezione AM/FM alla fine scomparirà dal cruscotto.
Spreco di denaro e spazio
I produttori di auto considerano già ora l’autoradio uno spreco di denaro e spazio (sul cruscotto). Ed il problema dell’interferenza ne aggrava la scarsa considerazione.
Consumer Reports conferma
Secondo Consumer Reports, rivista statunitense pubblicata dal 1936 dalla Consumers Union (organizzazione senza scopo di lucro dedicata a test imparziali sui prodotti, ricerca e consigli orientati verso il consumatore), i motori nei veicoli elettrici “tendono a generare interferenze elettromagnetiche con la radio AM“.
BMW: non installiamo più autoradio AM sulle nostre auto elettriche
Per questo motivo “BMW non installa più autoradio AM nelle sue auto elettriche i4, iX e i7“, ha dichiarato il portavoce dell’area product and technology Alexander Schmuck.
Servizio garantito comunque dalle altre piattaforme
“Del resto garantiamo la fruizione del servizio radiofonico attraverso FM, HD Radio, Sirius XM Satellite così come Apple CarPlay e Android Auto. Se un cliente desidera ascoltare una stazione radio AM, può scegliere di farlo tramite servizi come TuneIn con Apple CarPlay o Android Auto“, ha affermato Schmuck. (M.R. per NL)