Radio nazionali. RDS si prepara alla data room di Finelco, ma corteggia Radio 24

Eduardo Montefusco, patron della radio nazionale RDS (ed di una serie di radio regionali e locali in Lombardia e Lazio) vuole almeno un’altra emittente nazionale nel suo gruppo. E, secondo i rumors, il suo desiderio potrebbe avversarsi presto.

A riguardo, si ricorderà che l’editore romano non ha nascosto (ed anzi ha enfatizzato) il suo interesse per il gruppo milanese Finelco, proprietario delle stazioni nazionali Radio 105, RMC Italia e Virgin Radio, il cui 44,5% è nelle mani di RCS, che, a sua volta, non ha fatto mistero di volersi disimpegnare dal business radiofonico, nel quale era entrata senza particolare convinzione in occasione della (poi rivelatasi fallimentare) operazione Play Radio (sulla cui concessione è sorta l’attuale Virgin Radio). Il problema, però, sta nel fatto che Montefusco è abituato a gestire le radio, non a limitarsi a parteciparne il capitale. E la gestione del gruppo Finelco è saldamente nelle mani della famiglia Hazan, che (per mezzo di una dichiarazione di Alberto Hazan) ha manifestato di non avere nessuna intenzione di abbandonare il presidio del medium. Secondo Italia Oggi (edizione di sabato 6 luglio), i consulenti di Montefusco si preparerebbero ad entrare nella data room per l’esame documentale propedeutico all’eventuale acquisizione della quota di RCS nel gruppo radiofonico milanese. Delle due però l’una, in caso di definizione di un accordo con RCS: o l’editore di RDS è convinto di riuscire a rilevare anche quote che gli consentano di raggiungere la maggioranza e quindi la gestione, oppure dovrà accontentarsi di rimanere un mero socio di capitali (in contrasto con i suoi principi imprenditoriali). Ipotesi abbastanza improbabili, come del resto avevamo manifestato da subito su queste pagine. Più plausibile allora che (l’improvviso?) appetito radiofonico di Montefusco possa trovare soddisfazione in un’altra delle opportunità sul mercato. Come noto, ci sono almeno tre emittenti nazionali in cerca di acquirenti o soci. Secondo Italia Oggi, una di questa è Radio 24, dalle ottimi performance d’ascolto ma dai non brillanti risultati commerciali. E, guarda caso, Montefusco aveva dichiarato di essere molto interessato ad affiancare alla sua RDS un prodotto news oriented. Per il quotidiano economico-finanziario milanese (concorrente diretto proprio de Il Sole 24 Ore) "l’ingresso di capitali freschi servirebbe come il pane alla casa editrice (Il Sole 24 Ore, ndr) controllata da Confindustria, per portare finalmente in equilibrio i conti". Una situazione, quella di Radio 24, che comincerebbe a pesare per Il Sole 24 Ore. "Dal 2006 al 2010, Radio 24 ha infilato risultati operativi negativi per quasi 40 milioni di euro – prosegue Italia Oggi -. Una piccola speranza di era accesa nell’esercizio 2011, quando i ricavi erano saliti a 14,9 mln di euro, con un risultato positivo per 160 mila euro. Ma gli entusiasmi sono durati poco. Nel 2012 il fatturato è sceso di nuovo a 14 milioni, con una perdita operativa di quasi un milioni di euro, e il decremento è proseguito pure nel primo trimestre del 2013, con ricavi giù del 12,2% sullo stesso periodo 2012 e un risultato operativo negativo già per 738 mila euro ". Radio 24, però, si è però recentemente fusa per incorporazione ne Il Sole 24 Ore. E questo potrebbe essere un problema per un’eventuale partecipazione di Montefusco (che conseguirebbe una quota presumibilmente risibile dell’intero capitale della società cui fa riferimento la stazione all news), sicché vien da pensare che una concretizzazione di un interesse per Radio 24 non potrebbe che passare dall’acquisizione dell’intera emittente attraverso la società editrice di RDS, anche se sono state smentite trattative tra i gruppi (Montefusco si sarebbe effettivamente incontrato con gli amministratori di Radio 24 a margine dell’assemblea UPA, ma non ci sarebbe stato di più che "uno scambio di opinioni"). Insomma, c’è un grande fermento in questo momento nel comparto radiofonico nazionale. E ciò tanto più che non va dimenticato l’interesse per un’espansione manifestato da un altro gruppo editoriale, la Mondadori, intenzionata a dare compagnia alla solitaria e strategicamente debole R 101, edita dalla controllata Monradio, attraverso una o (più probabilmente) due sorelline. Che, secondo alcuni, potrebbero già avere dei nomi. Quali? Ma perbacco, quelli delle altre due emittenti nazionali in cerca di linfa vitale. (M.L. per NL)

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