Gli advisor di RDS hanno presentato, nei giorni scorsi, la manifestazione d’interesse del gruppo radiofonico di Eduardo Montefusco per l’acquisto del 100% di Finelco all’a.d. di RCS (Corsera), Pietro Scott Jovane.
Le voci che da qualche settimana circolano a riguardo di una possibile successione nella titolarità del gruppo milanese Finelco, che controlla le nazionali Radio 105, Virgin Radio e Radio Monte Carlo, si intensificano. Nel merito, RCS ha una partecipazione del 44% in Finelco (la quota restante è in mano alla famiglia Hazan, nella specie i fratelli Alberto ed Edoardo) e, forte di un’opzione call per rilevare il 100% delle quote entro i primi sei mesi del 2014, potrebbe stravolgere gli assetti partecipativi del gruppo radiofonico. "La manifestazione d’interesse del gruppo RDS, fondato e guidato da Eduardo Montefusco – spiega il giornalista Marco Mele in un articolo odierno del Sole 24 Ore – mira a far esercitare l’opzione call a RCS per poi rilevare il 100% del gruppo radiofonico. Secondo indiscrezioni fondate, RDS si è detta pronta ad avviare incontri per arrivare alla sigla di una lettera preliminare d’intenti per definire le modalità della potenziale acquisizione". Il gruppo romano di Montefusco avrebbe chiesto altresì un periodo di esclusiva per compiere le tradizionali attività di valutazione senza interferenze di altri soggetti. Richiesta che, se fosse accolta, metterebbe fuori gioco, almeno temporaneamente, Mondadori (proprietaria di R 101 e società controllata da Fininvest, maggiore azionista anche di Mediaset) e, con essa, il fondo di private equity Clessidra di Claudio Sposito che, per conto della società editoriale principale concorrente di RCS nel mercato dei periodici, starebbe trattando l’acquisizione del gruppo radiofonico milanese. La lettera d’intenti recapitata a RCS consentirebbe alla società di Montefusco di avviare una due diligence finanziaria, contabile e amministrativa che sarebbe il preludio al successivo contratto di compravendita di Finelco. Secondo Il Sole 24 Ore, "il gruppo di Eduardo Montefusco metterebbe sul piatto non solo una congrua offerta economica ma anche trent’anni di attività nel settore della radiofonia commerciale e i beni immobili posseduti a Roma (6.500mila metri quadri) e Milano (3mila metri quadri) (…) Ora Montefusco si sente pronto al grande salto per costruire quello che definisce «il polo radiofonico del futuro». Un altro quotidiano economico-finanziario, Italia Oggi, dà però una lettura decisamente diversa dell’interesse di RDS per un’operazione finanziaria che la più parte degli operatori del settore reputa eccessiva per un gruppo radiofonico che lo scorso anno è stato oggetto di contestazioni per la riduzione del personale a causa della diminuzione del fatturato conseguente alla crisi economica."Nell’ultimo bilancio disponibile, quello del 2012, RDS ha chiuso con un fatturato di 44,9 milioni di euro (-10% sul 2011), utile per 3,3 mln, patrimonio netto a 12,2 mln, ma una situazione debitoria piuttosto esposta: 54,3 milioni di euro, di cui 44,5 mln con le banche (17,9 mln a breve, entro i 12 mesi, solo con Unicredit). – ricorda in un pezzo odierno Italia Oggi – Perciò avrebbe bisogno di un partner finanziario". "Dei gruppi radiofonici ancora legati al patron fondatore, se RTL 102.5 con Lorenzo Suraci, si sta muovendo benissimo, è primo negli ascolti e cresce, e Radio Italia, con Mario Volanti, sta continuando a erodere quote di audience ai concorrenti e ha stretto una forte alleanza con Mondadori, il gruppo di Montefusco sarebbe invece quello che più esposto a conseguenze negative nel caso in cui Finelco passasse ad altri soggetti. Perciò è così tanto interessato all’acquisto, e si muove con passi formali per giocare d’anticipo", osserva Claudio Pazzotta su I.O. Per RCS si tratterebbe di decidere quindi tra una proposta, quella di RDS, che presumibilmente darebbe più elasticità in termini di eventuale permanenza nel mercato radiofonico (del quale però il gruppo del Corsera pare essersi – un po’ forzatamente, invero – disamorato) con una partecipazione minoritaria, ed una, quella di Mondadori, che certamente non sarebbe disponibile avere un socio/concorrente in Finelco, ma sarebbe più solida dal punto di vista finanziario. La grande incognita è però un’altra e si chiama Alberto Hazan. Il socio di maggioranza e fondatore di Finelco, ancora innamorato della sua creatura, è famoso per estrarre sempre ed in extremis un coniglio dal cilindro. E siamo convinti che potrebbe farlo anche questa volta. Sconquassando i piani degli avversari. (M.L per NL)