Radio nazionali: quale 2008?

Cosa succederà nel nuovo anno alle reti nazionali? Quali le strategie, quali i possibili scenari? Queste le domande che gli operatori si stanno ponendo a riguardo dei prossimi dodici mesi


Il 2007 sarà ricordato come l’anno del sorpasso, quello di RTL 102,5 su DeeJay. Evento certamente storico, che, tuttavia, al di là del caso specifico, ha fatto più di altri riflettere sullo stato dell’arte dell’emittenza radiofonica nazionale. Sull’onda della riflessione e dei pronostici, vediamo, quindi, di fare il punto della situazione, questa svolta cercando di collocarci (per quanto possibile) nell’ottica dell’ascoltatore e non degli operatori settoriali (che hanno, per naturale deformazione professionale, un approccio involontariamente distorto alla critica). Prendiamo, per iniziare, il caso di Virgin Radio: secondo gli analisti di settore sarebbe un bluff, una scommessa persa in partenza, un fuoco di paglia: tanto rumore per nulla, insomma. Peccato che, invece, quali avventori di negozi, centri commerciali, luoghi pubblici in genere, si scopra che l’emittente in questione ha spesso sostituito stazioni più blasonate nel ruolo di sottofondo musicale. Anche nelle memorie delle autoradio Virgin ha fatto capolino, sovente anche tra le prime quattro/cinque preferenze, forte dell’ottima distribuzione del segnale (Lombardia nord e qualche grande città qui e là lungo la penisola a parte), motivazione, tuttavia, che non può però essere considerata pregnante, posto che con il medesimo reticolo di impianti la precedente Play Radio non riusciva che a stringere un pugno di ascoltatori. Passando oltre, secondo gli esperti del settore, Elemedia avrebbe accusato pesantemente il colpo determinato dal sorpasso di RTL e faticherebbe nell’elaborare il lutto della perdita del primo posto. Anche in questo caso ci permettiamo di dissentire: se una riflessione sulla successione al primo posto della classifica Audiradio era certamente d’obbligo per i vertici di Via Massena, va anche detto che le contromisure sono state immediate. Non era, infatti, ignoto che una delle maggiori aree di sofferenze delle reti de L’Espresso risiedeva nella distribuzione del segnale: da almeno un semestre a questa parte, tuttavia, il primo gruppo editoriale radiofonico italiano ha reagito con fortissima determinazione in quella direzione, tanto che l’improvviso attivismo ha, come avevamo già segnalato qualche tempo fa, turbato il sonno dei concorrenti. Perplessi lascia, piuttosto, lo stato di Kiss Kiss, che, dopo l’euforia a cavallo tra il 2006 e il 2007 sembra aver rallentato la corsa sia all’esposizione mediatica che, soprattutto, nell’implementazione della rete. Potrebbe anche essere un allentamento fisiologico della pressione sull’acceleratore, ma la persistente assenza o scarsa presenza del segnale sul territorio non ci paiono presagi di imminenti ulteriori scalate nelle classifiche d’ascolto. Il restyling in corso per il palinsesto di Radio 24 manifesta la volontà del gruppo editoriale di rilanciare una stazione che negli ultimi anni è stata piuttosto sonnecchiante. Anche in questo caso, tuttavia, difficilmente le cure al contenuto delle trasmissioni potranno sopperire alle difficoltà di sintonizzazione che ancora affliggono la rete in numerose province. Acceleratore pigiato a fondo, invece, per RTL 102,5, che prosegue ad altissima velocità su tutti i fronti: continui investimenti per il consolidamento del segnale (che già nel 2006 aveva avuto un’impennata dal difficile paragone con altre emittenti) ed efficaci interventi di ottizzazione e razionalizzazione delle risorse frequenziali (scambi, anzitutto) si accompagnano ad una massiccia e oculata presenza mediatica (anche con metodologie inopportunamente trascurate da altri) e ad un perfezionamento della qualità del già brillante palinsesto. Siamo pronti a scommettere che per la meritevole emittente di Cologno Monzese il 2008 sarà un anno di consolidamento delle ottime posizioni conseguite nel biennio precedente. Il 2007 è stato anche l’anno del posizionamento di R101 sul mercato; tuttavia la stazione di Mondadori ora dovrà fronteggiare la difficilissima (e pericolosissima) fase di assestamento del layout editoriale e quella digestiva conseguente alle intense abbuffate di frequenze (che paiono però sovente acquisite senza un’apparente strategia). L’imminente futuro, in questo caso, ci pare, se non fosco, almeno insidioso. Buone nuove ci si aspetta “al Largo di Donegani”, da dove dovrebbero pervenire vigorosi avvisi ai naviganti tesi a comunicare che una potenziata corazzata Finelco è pronta a riprendere le acque. Investimenti per una più netta presenza del segnale di R105 e soprattutto RMC sarebbero, appunto, già stati pianificati, così come massicce campagne promozionali e tarature di palinsesti comunque rodati avrebbero avuto il visto della direzione. Nulla di nuovo, invece, per reti minori quali Radio Radicale (che da oltre un decennio pare disinteressata allo sviluppo del segnale) o Radio Padania (la cui strategia di implementazione della presenza soffre l’evidente assenza di capitali destinati allo scopo), o, ancora, per stazioni non commerciali che ormai hanno probabilmente raggiunto il massimo sviluppo consentito dalla particolare linea editoriale, come nel caso di Radio Maria. Pochi segnali giungono piuttosto da Radio Italia, che pure ha recuperato terreno nel 2007 (dopo un biennio orribile), ma che continua a soffrire sul piano distributivo e per RDS, che, ad oggi, non ci sembra essere riuscita a concludere un’ottimizzazione delle importanti risorse radioelettriche acquisite a peso d’oro nel nord Italia. Capitolo a parte, invece, per RAI, dove i singoli mali affliggenti le varie private nazionali hanno qui aggredito congiuntamente un fisico già malandato (anche nello spirito): presenza del segnale insufficiente (e non per le continuamente lamentate interferenze dei privati, quanto, piuttosto, per l’inadeguatezza delle postazioni impiegate, spesso pianificate nel 1950 e per le scarse prestazioni degli impianti, pure progettati in regime di assenza di segnali concorrenti), carenti investimenti in frequenze (e, quei pochi, destinati infelicemente), strategie inconsistenti, promozione ai minimi termini, ecc. Con simili patologie accertate anche un guaritore come Fiorello ben poco può fare…

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