Ha avuto il via pochi giorni fa la Tavolo editori radio srl, società di misurazione delle audience radiofoniche composta da soli editori e che rischia di produrre diverse problematiche nel settore dal prossimo anno.
Nasce ufficialmente la Tavolo editori radio srl, ovvero la nuova Audiradio, che si aggiungerà o sostituirà a Radio Monitor (ove Eurisko fosse l’istituto incaricato dalla newco dei rilievi) nel compito di misurare le audience radiofoniche. La differenza più rilevante con il passato sarà la composizione societaria: come il poco fantasioso nome suggerisce, infatti, i soci saranno soltanto gli editori radiofonici; nello specifico, si costituirà un cda composto da 13 esponenti delle radio nazionali (tre provenienti da Rai, due da Espresso, due da Finelco e uno ciascuno per Rtl 102,5, Radio Italia, Rds, 101, Radio 24 e Kiss Kiss) e 4 delle radio locali; primo presidente della società è Nicola Sinisi, direttore della divisione radiofonica Rai. Resteranno fuori dalla partita gli altri interessati alle misurazioni, cioè investitori pubblicitari, agenzie e centri media o, in altre parole, quelli che in base all’audience mettono mano al portafoglio. Si crea così una situazione che rischia di diventare problematica, soprattutto se i dati raccolti da Tavolo editori radio dovessero discordare da quelli di Radio Monitor; da una parte gli editori che chiedono un prezzo basato sulle loro misurazioni e dall’altra tutti i soggetti esclusi dalla nuova società che devono comprare e si chiedono quanto il valore attribuito al prodotto da chi lo vende rispecchi la realtà; nel mezzo, le sorti dell’unico medium che, insieme a internet, ottiene buoni risultati sul fronte pubblicitario. Ad ogni modo, le misurazioni della versione 2.0 di Audiradio dovrebbero partire non prima della metà del 2017 e adotteranno il sistema di rilevazione Cati; Lorenzo Sassoli de Bianchi, presidente di Upa, ha espresso su questa scelta “una perplessità”, essendo il Cati (ovvero le misurazioni mediante sondaggio telefonico) “poco attuale e superato da altri sistemi di rilevazione passiva più moderni”. Un commento singolare, considerato che attualmente, la stessa Radio Monitor (sulle cui rilevazioni si basa il mercato pubblicitario radiofonico) lo utilizza per produrre i suoi dati di audience. Sull’argomento si è espresso anche Lorenzo Suraci, presidente di Rtl, il quale sostiene che “non resteremo fermi alla metodologia Cati” ponendosi l’obiettivo di individuare “un sistema d’indagine che porti risultati al mezzo radio”. A pensarci bene, queste affermazioni fatte dagli editori possono essere ragione di preoccupazioni, poiché sono gli stessi obiettivi che condussero alle discussioni intestine che decretarono poi la fine della vecchia Audiradio nel 2011. (E.V. per NL)