Sicurezza degli impianti radiofonici e controlli da parte degli organi competenti nell’occhio del ciclone in questi ultimi giorni, dopo la tragedia dello scorso mercoledì nel napoletano. Un tecnico specializzato di 44 anni, Antonio Corcione, era stato incaricato di un controllo, da parte dei responsabili di un’emittente radio locale, su un trasmettitore FM. Il tecnico ha perso la vita, presumibilmente fulminato da quei cavi su cui aveva passato tutta la sua esistenza lavorativa, lasciando increduli e disperati i familiari e stimolando l’ennesima polemica sulla pretesa scarsa accuratezza dei controlli degli enti preposti, specie in questa regione.
Sabato è stata effettuata l’autopsia sul corpo del tecnico deceduto, i cui risultati sono attesi in settimana anche da parte della Procura della Repubblica, che nel frattempo ha messo sotto sequestro gli impianti dell’emittente partenopea per cui operava Corcione finché le dinamiche del drammatico incidente non saranno ben chiarite. Il responsabile dell’emittente avrebbe intanto riferito agli inquirenti un dettaglio macabro, ma che potrebbe rivelarsi utile per il prosieguo delle indagini: dal ginocchio sinistro del povero tecnico pare uscisse del fumo, a confermare la tesi più probabile (ed ormai quasi certa) di una scarica elettrica risultata fatale. I risultati dell’analisi autoptica sulla salma e dei rilievi sulle apparecchiature dovrebbero fare maggior luce sulla vicenda. (Giuseppe Colucci per NL)