Massimiliano Montefusco (RDS): Costi energia? Siamo arrivati a fine luglio a quasi 450 euro/MWh: la situazione continua a peggiorare. E i mesi a venire si prospettano critici.
Assurdo che le radio non siano entrate nella classificazione “imprese energivore”.
Si rende necessario un intervento immediato da parte della politica – a questo punto anche del nuovo governo – che possa dare risposte all’emergenza e pensare ad un’azione strutturale per il futuro.
Abbassare le potenze durante la notte non è un risparmio, ma uno spostamento dei costi.
Chiediamo un sostegno del 50% sul prezzo incrementale, ribadendo il ruolo sociale che la radio svolge per oltre 34 milioni di persone.
Un nuovo piano FM? Metterebbe a rischio centinaia di aziende e di famiglie.
Radio italiane e crisi energetica
Dopo Domenico Zambarelli di Giornale Radio e Gianni Prandi di Radio Bruno, ascoltiamo la posizione di un player radiofonico nazionale, RDS. Il tema è sempre lo stesso: la crisi energetica e il conseguente aumento fuori controllo dei costi relativi.
Un buio inverno
Prima di dare la parola a Massimiliano Montefusco, un breve aggiornamento su due novità francesi che riteniamo particolarmente significative. Parliamo di Francia perché è storicamente la nazione che dovrebbe essere meno impattata da questa crisi. Come noto, infatti, in Oltralpe esiste un’importante infrastruttura di generazione nucleare, al punto da far illudere che quanto ivi generato possa essere utilizzato quest’inverno dall’Italia per sopperire alle proprie carenze.
205 Volt
Non sarà cosi: oltre la meta’ delle centrali francesi è ferma per gravi problemi strutturali e il 31 agosto 2022 sono state annunciate due misure di emergenza: un piano di black out programmati nelle principali città ed il possibile abbassamento della tensione fino a circa 205 volt.
L’intervista
(Newslinet) – Un aggiornamento sull’infrastruttura di diffusione del vostro gruppo.
(Massimiliano Montefusco) – Ad oggi, la nostra copertura in DAB è dell’87% in outdoor e 55% indoor; questo dato evidenzia la complementarietà rispetto all’FM che ha una percentuale superiore.
Futuro ibrido
L’ascolto certificato da TER ad oggi vede una sovrapposizione tra FM e DAB, perché, al momento, sono canali complementari. Il presente e futuro della radio è ibrido e audiovisivo: IP, DAB, FM, DTT. Il dato TER annuale certifica RDS con 3.140.000 di ascoltatori esclusivi via autoradio (FM e DAB) e 5 milioni di ascoltatori nel giorno medio ieri. Abbiamo la leadership sul target commerciale 25/54 anni con circa 2 milioni di ascoltatori.
Approccio crossmediale
Comunque è l’utente che sceglie in ogni momento il canale, la piattaforma, il contenuto, lineare oppure on demad. Per noi è un approccio crossmediale, con valorizzazione per il mercato pubblicitario di una total audience.
Una situazione insostenibile
(NL) – Parliamo di energia elettrica, dove lato TV il refarming ha scaricato sugli operatori di rete i maggiori costi, lasciando indenni i fornitori di contenuti.
(M.M.) – Il settore è completamente diverso, abbiamo chiesto un intervento del governo già 2 mesi fa quando il costo dell’energia era arrivato a 275 euro/ MWh. Ora è solo un’aggravante, siamo arrivati a fine luglio a quasi 450 euro/ MWh, la situazione è insostenibile (N.d.R.: Montefusco è stato ottimista: qui sopra il grafico del prezzo di acquisto relativo al 31 agosto 2022).
Un ruolo di servizio
Svolgiamo un ruolo anche di servizio e questo non solo in tempi di pandemia, come evidenziato dalla ricerca ad hoc di GFK. Ad esempio, se ci fosse una catastrofe naturale, come un terremoto, grazie alla nostra rete le persone potrebbero continuare a tenersi informati attraverso l’autoradio, anche nelle zone più colpite dal fenomeno.
Abbassamenti di potenza coordinati
(NL) – Molti iniziano ad abbassare la potenza degli impianti FM ed, in qualche caso, a spegnere selezionate postazioni.
(M.M.) – Siamo in una fase di transizione al digitale ancora incompiuta e strettamente legata al mercato dell’auto che, come tutti sappiamo, vive una fase critica. Parlare di strada percorribile è un gioco di simulazione poco reale nel contesto in cui stiamo vivendo. C’è stata un’audizione a luglio e mi sembra che il tema sia stato accantonato da parte delle principali associazioni di categoria.
Uno spostamento di costi?
Sappiamo di operatori che stanno abbassando le potenze di impianti durante la notte, ma questo si ripercuote sui trasmettitori e sugli interventi di manutenzione straordinaria. Non è un risparmio, ma uno spostamento di costi.
Riassegnazione frequenze: un rischio da non correre
(NL) – Si dice che un Piano ben fatto di assegnazione delle frequenze FM consentirebbe di abbattere di oltre la metà gli attuali costi d’esercizio.
(M.M.) – Allo stato attuale, e con le difficoltà economiche congiunturali che stiamo vivendo, un qualsiasi piano FM sconvolgerebbe il mercato mettendo a rischio centinaia di aziende e famiglie. Inoltre, non darebbe le risposte immediate di cui necessita il settore.
L’appello al governo di Marzo 2022
(NL) – Il vostro Presidente Eduardo Montefusco, proprio su questa testata, aveva lanciato un appello preciso al governo tramite un articolo da noi pubblicato in primavera. Si è mosso qualcosa?
(M.M.) – La situazione, purtroppo, continua a peggiorare e i mesi a venire si prospettano critici dal punto di vista del caro energia. Per questo si rende ancor più necessario un intervento immediato da parte della politica e, a questo punto, anche del nuovo governo che possa sia dare risposte all’emergenza attuale che pensare ad un’azione strutturale per gli anni futuri.
Per Draghi le radio non sono “energivore”
Al momento il Decreto Sostegni-ter ha introdotto un’agevolazione dedicata alle imprese a forte consumo di energia elettrica (cosiddette imprese energivore). E’ assurdo che le radio non siano entrate in questa classificazione.
Una richiesta puntuale ai governi: un sostegno del 50%
Chiederemo un sostegno del 50% sul prezzo incrementale, ribadendo il ruolo anche sociale che la radio svolge nella vita di oltre 34 milioni di persone.
“Aziende energivore o gasivore? Speriamo che esistano queste parole”
L’informazione non conta
Un inciso prima di procedere con l’intervista a Montefusco.
Abbiamo dunque la risposta che attendevamo: nessun riscontro all’appello del presidente di uno dei principali gruppi radiofonici del nostro paese. Per il governo Draghi il settore radiofonico non è abbastanza importante da essere classificato “energivoro”.
A marzo il presidente del consiglio si era perfino chiesto se la parola stessa esistesse (risposta: sì, basta andare sull’enciclopedia Treccani).
Energivori radiofonici?
Nell’intervista di ieri, l’editore di Radio Bruno ha affermato: “Se un’azienda che ha 200 impianti da 5 o 10 kW accesi 24 ore su 24 non sarà considerata energivora, allora qualcuno deve spiegarmi bene cosa intende con quella parola”. Per parte nostra andremo a fondo alla questione in tutti i modi possibili e riporteremo quanto trovato su queste pagine.
DAB e reperibilità dei marchi
(NL) – A Milano e Roma si sintonizzano su DAB oltre 150 stazioni. Come restare rilevanti a fronte di un sistema dove “uno vale uno” ?
(M.M.) – Il DAB amplia sicuramente l’offerta, così come l’IP: la sfida di ogni editore è sui contenuti e sulla credibilità del brand, con un posizionamento distintivo rispetto ai competitor. Anche in FM il contenuto è “king” e deve essere associato a un brand coerente a quel contenuto e posizionamento, pertanto non è un problema di piattaforma distributiva.
Rischio polverizzazione?
(NL) – Dal punto di vista pubblicitario la moltiplicazione dell’offerta determinerà una ulteriore polverizzazione del mercato?
(M.M.) – Dipenderà sempre dalla bontà dell’offerta dei contenuti, dalle azioni di marketing ed anche dalla certificazione tramite l’indagine ufficiale TER. (M.H.B. per NL)