«Non siamo solo interessati alla quota Rcs in Finelco ma anche all’intera Finelco. Abbiamo saputo trasformarci da una broadcaster company basata sul palinsesto a una entertainment company internazionale e digitale. Ora possiamo crescere".
La dichiarazione è di Eduardo Montefusco (foto), cinquantanovenne editore della radio nazionale RDS, ed è stata resa al quotidiano Il Sole 24 Ore in un’intervista del 13 giugno scorso. Un’affermazione di volontà che si scontra però con la lapidaria dichiarazione di Alberto Hazan, socio di maggioranza della stessa Finelco (che controlla Radio 105, RMC Italia e Virgin Radio), che qualche giorno fa ha fatto sapere che "le mie radio non sono in vendita". Ergo, o Montefusco si accontenta di una partecipazione in Finelco (nella specie quella di RCS, che vuole disimpegnarsi dal business radiofonico, dove era entrata senza particolare convinzione con la fallimentare operazione Play Radio) o è meglio che guardi altrove. E, non a caso, l’imprenditore romano aggiunge subito: "Siamo disponibili ad esaminare altri dossier oltre a Finelco. Un nostro obiettivo è anche quello di fondare una radio all news. Pensiamo a un polo futuro della radiofonia che abbia un bacino di 13 milioni di ascoltatori», lasciando così chiaramente intendere quale potrebbe essere una delle emittenti nazionali su cui ha puntato gli occhi. Nell’intervista al Sole 24 Ore, Montefusco cerca di dipanare i dubbi di coloro che si chiedono come sia possibile, in un momento di pesante flessione del mercato pubblicitario (che certamente non ha lasciato indenne RDS), che il suo gruppo (60 milioni di fatturato e 141 dipendenti) possa ambire ad un’operazione così impegnativa dal punto di vista economico-finanziario (nelle scorse settimane si era parlato della presenza di un fondo di private equity). Per l’editore di RDS ci sono «tre punti di forza» per fare nuove acquisizioni. «Il primo – riferisce – sono le strutture immobiliari interamente di nostra proprietà: 5mila metri quadrati a Roma, 3mila a Milano e 2.500 a Miami. Strutture come quella di Roma, dove nell’Auditorium multimediale da 250 posti, rivestito all’esterno in acciaio, con insonorizzazione all’avanguardia, si svolgono eventi musicali in esclusiva, che vengono non solo trasmessi in radio ma diventano contenuti digitali disponibili su qualsiasi altro terminale mobile o fisso, come i televisori di nuova generazione della Samsung, in modo da poter essere condivisi dai nostri ascoltatori». Inoltre, un asso giocato dal suo gruppo editoriale sarebbe quello "di aver introdotto per primi un nuovo concetto di valorizzazione dei contenuti, passando dalla vendita degli spazi pubblicitari a una commercializzazione legata alla multimedialità di contenuti esclusivi per le nuove piattaforme digitali. Dal 2004 è nata RDS Advertising, dopo che per ventidue anni la raccolta era stata delegata a concessionarie esterne al gruppo. Abbiamo trasformato i nostri venditori in consulenti digitali specializzati». Infine, "il terzo punto di forza è il controllo della rete d’interconnessione in Fm, forte di 600 impianti, un fiore all’occhiello che si integrerà all’uso della trasmissione digitali nello standard DAB» (in realtà tutte le radio nazionali hanno il controllo della propria rete di trasmissione, non essendo previsto il ruolo di carrier in ambiente radiofonico analogico, ndr). Montefusco illustra poi i suoi progetti americani e sudamericani: «Abbiamo creato una struttura tecnologica avanzata in Florida, come piattaforma per il mercato nordamericano e per quello sudamericano. Gli artisti e le maggiori star vanno a vivere lì. Per alcuni motivi: l’assenza di inquinamento unita alla qualità della vita, anche per la presenza del mare. Importante considerare che la UM University ha una facoltà per compositori musicali che crea nuovi talenti». Sulla volontà di crescere nel comparto radiofonico italiano, l’editore romano spiega «In trent’anni non ci siamo mai distratti dal nostro core business, grazie anche al controllo al 100% delle nostre emittenti. Possiamo effettuare scelte rapide, proiettandoci verso l’internazionalizzazione dei prodotti». Montefusco, in conclusione d’intervista, illustra il business degli eventi: «Sono ad alto tasso di spettacolarità e li facciamo non solo nell’Auditorium ma a Roma, anche alla Casina Valadier, rilevata da noi nel 2010. La vera forza è anche la capacità di conoscere i nostri ascoltatori e i nostri utenti pubblcitari per condividere strettamente con loro le esperienze, venendo incontro alle loro aspettative, nei concerti come sui social media. Questo è il "segreto"». (M.L. per NL)