Mondadori avrebbe voglia di allargare il business della radio. Non solo come concessionaria di pubblicita’, ma pure come editore, affiancando a R101 altri network nazionali.
La notizia, data dal quotidiano economico finanziario Italia Oggi, è in controtendenza con i rumors che giravano qualche settimana fa e che volevano il gruppo di Segrate interessato ad uscire dal settore della radiofonia – dove invero era entrato senza particolare convinzione, disattendendo infatti la regola aurea del suo azionista di maggioranza, Silvio Berlusconi, secondo il quale, per avere un peso consistente nella raccolta pubblicitaria via etere occorre disporre di tre reti – oppure a potenziarne la presenza. Nel merito, è vero che il teorema berlusconiano si applicava alla televisione analogica, ma, nel caso di R101, esso ha dimostrato tutta la sua fondatezza. Monradio, la società che edita l’emittente rilevata dalla custodia giudiziaria del Tribunale di Milano dopo le vicende penali dell’originario patron di Radio 101 Angelino Borra, non ha infatti mai sfondato, ne’ in termini di ascolti, ne’, tantomeno, nella raccolta pubblicitaria. E ciò nonostante i pesantissimi investimenti effettuati in frequenze e promozione. Così, ora, il gruppo presieduto da Marina Berlusconi si trova ad operare in un mercato radiofonico difficilissimo, senza una presenza di pregio. A riguardo, era stata ventilata la possibilità di concludere alleanze strategiche nel settore pubblicitario (acquisendo mandati per la vendita di altre stazioni, come, del resto, fu poi fatto con Radio Italia e Radio Kiss Kiss), ma da subito ci eravamo mostrati scettici sulla gestione e sulla contribuzione (indispensabile) allo sviluppo di emittenti non controllate o quantomeno partecipate. In questa ottica avrebbe quindi un senso la notizia riportata da Italia Oggi che, in un momento in cui lo shopping di emittenti non e’ stato cosi’ a buon prezzo ("a fronte, tuttavia, e va detto, di ricavi e utili radiofonici in calo"), Mondadori starebbe riflettendo sull’opportunità di integrare la propria presenza sul medium radio (evidentemente non ritenendo proficuo disimpegnarsi in questa fase). Secondo il quotidiano della Class Editori, "Un dossier che gira sui tavoli che contano e’ quello di Finelco, il gruppo che edita 105, Virgin Radio e Rmc" . Di detto gruppo, spiega Italia Oggi, "il 46% circa delle azioni e’ stato dato in pegno da Alberto Hazan a Monte dei Paschi di Siena a garanzia di una linea di credito di 25 milioni di euro, mentre il 44,45% e’ in mano a Rcs". "Poiche’ sia Rcs sia Mps stanno attraversando notevoli turbolenze – prosegue il quotidiano – Finelco potrebbe essere messa sul mercato, magari a pezzi, diventando una preda di Mondadori. Il valore teorico di Finelco, espresso nel bilancio Rcs 2012 dopo le stime di esperti, e’ di 115 milioni di euro. Tuttavia e’ piuttosto remota l’ipotesi che Hazan abbia intenzione di uscire del tutto dal business. Secondo fonti di mercato potrebbe vendere Rmc, l’emittente piu’ in difficolta’ del gruppo e con ascolti in calo. E forse Virgin Radio. Tenendo, invece, 105, che resta una delle radio italiane piu’ performanti". Questa la prospettazione, per filo e per segno, della predetta testata economico-finanziaria. Rappresentazione sulla quale, però, manifestiamo rilevanti perplessità. In primo luogo, perché l’indicata valorizzazione economica (pur teorica) del gruppo Finelco appare ben distante (per difetto) dalle stime di mercato, quand’anche in un momento di forte flessione dei valori degli asset. Una seconda considerazione riguarda poi la circostanza che – proprio per il teorema di Berlusconi di cui sopra – Finelco vanta una presenza significativa nel comparto radiofonico quale titolare di tre reti, sicché la privazione di una o addirittura di due emittenti, determinerebbe il crollo del castello economico-strategico-commerciale-editoriale abilmente e pazientemente costruito dagli anni ’80 dal suo geniale patron Alberto Hazan. Improbabile, inoltre, l’ipotesi di una partecipazione di Mondadori al capitale di Finelco per i vigenti vincoli antitrust. Insomma, che Mondadori debba decidere se uscire dal settore oppure rafforzarsi per rimanerci, ci sta; ma che l’attuazione di tale secondo intendimento passi da Finelco a noi pare decisamente improbabile (così come difficilmente potrebbe transitare da RDS e tantomeno da una galoppante anche in tempo di crisi RTL 102,5). (M.L. per NL)