Confindustria Radio Tv si aggrega all’allarme lanciato da NL: “Piano Dab posto in consultazione dall’Autorità è basato su frequenze coordinate e non dipende dalla previa definizione del cosiddetto “tavolo adriatico”, in cui l’Italia è ormai da tempo tenuta sotto scacco da parte di alcuni Paesi che hanno posto l’immediata pianificazione dell’FM (con riduzione di potenza emissiva) come condizione per consentire la chiusura dell’accordo sulle frequenze DAB”.
L’amplificazione del pericolo imminente a seguito delle esternazioni esposte su queste pagine di Paolo Salvaderi (Radiomediaset), Eduardo Montefusco (RDS), Sergio Natucci (DAB Italia), sembra aver però catalizzato l’attenzione sul piano politico e istituzionale: “Il Mise è ora attento a evitare soluzioni drastiche perché creerebbero problemi a circa 2000 impianti”.
Intanto, anche Federico Mollicone, responsabile Innovazione di FDI, capogruppo in commissione Editoria e commissario di Vigilanza Rai, ha fatto propria la causa delle radio, lanciando un appello al sottosegretario Ascani e al ministro Giorgetti per evitare il rinvio del piano DAB e bloccare “l’arroganza dei paesi coinvolti sulla definizione degli accordi per le aree interferite sulla dorsale adriatica”.
Venti anni di attesa bastano per il Piano DAB
Dopo oltre venti anni di attesa, la Radiofonia potrà finalmente disporre di un piano organico per il definitivo sviluppo del Dab.
L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha predisposto ed ha sottoposto agli enti esponenziali, come previsto dalla legge, il primo Piano di assegnazione delle frequenze per la radio digitale Dab+ basato su accordi internazionali con pressoché tutti i Paesi confinanti e in ottemperanza alle risultanze della Conferenza Internazionale di Ginevra del 2006.
Pubblicazione del 27 luglio sia rispettata: tavolo adriatico non c’entra nulla
“Ciò garantisce finalmente la stabilità e il coordinamento delle risorse pianificate. L’approvazione è prevista per il 27 luglio“, spiega una nota di Confindustria Radio Tv, che “chiede che tale tempistica non sia soggetta a rinvii, come già accaduto lo scorso anno a causa del mancato accordo con i Paesi esteri del versante adriatico”.
Urgente non far cadere nel nulla gli ingenti investimenti fatti sino ad oggi
“Per gli operatori radiofonici è ormai divenuto oltremodo urgente poter operare in un quadro radioelettrico regolato su tutto il territorio nazionale, anche per programmare le attività operative. È urgente, inoltre, non far cadere nel nulla gli ingenti investimenti fatti sino ad oggi, nonché quelli che verranno effettuati per il consolidamento della radio digitale in vista della modifica delle attuali reti trasmissive per adeguarle alle nuove frequenze Dab, da assegnarsi con l’emanando Piano”.
Piano DAB non presuppone definizione tavolo adriatico
“Il Piano Dab posto in consultazione dall’Autorità è basato su frequenze coordinate e non dipende dalla previa definizione del cosiddetto “tavolo adriatico”, in cui l’Italia è ormai da tempo tenuta sotto scacco da parte di alcuni Paesi che hanno posto l’immediata pianificazione dell’FM (con riduzione di potenza emissiva) come condizione per consentire la chiusura dell’accordo sulle frequenze DAB.
No a ingerenze strumentali di stati esteri
La pianificazione dell’FM è prevista per legge successivamente alla pianificazione DAB: non è ammissibile che l’agenda del Governo sia dettata da comportamenti strumentali di Paesi confinanti. La pianificazione dell’FM produrrebbe poi la disgregazione del sistema radiofonico analogico, portando alla crisi definitiva della radio italiana e distruggendo gli investimenti ed i patrimoni di migliaia di imprese.
Mise accoglie allarme di NL
L’amplificazione degli allarmi lanciati da Newslinet, sembra aver però catalizzato l’attenzione del Mise, sul piano politico e istituzionale, “ora attento a evitare soluzioni drastiche perché creerebbero problemi a circa 2000 impianti”.
Tavolo 4.0 per la radiofonia
“Confundustria Radio Tv ha espresso con chiarezza il proprio punto di vista, a salvaguardia del sistema e a garanzia di futuro per il Dab, in un documento inviato al Mise e auspica che al più presto parta il confronto politico-istituzionale, un Tavolo 4.0 per il futuro della radiofonia”.
Nessun rinvio della pubblicazione del PNAF DAB
“Confindustria Radio Televisioni e le emittenti radiofoniche sono sempre pronte a collaborare con le Istituzioni e a fare il proprio dovere per il bene del Paese, garantendo pluralismo e voce a tutte le forze secondo la propria missione di servizio di interesse generale. Per queste ragioni, Crtv apprezza che l’Agcom si appresti a varare il piano Dab+, chiede che non ci siano rinvii, ed è pronta a cooperare per risultati soddisfacenti, sviluppando una proficua relazione tra i mezzi radiofonici d’informazione e le Istituzioni”, conclude la nota.
Mollicone lancia appello ad Ascani e Giorgetti: Mise blocchi arroganza paesi esteri del tavolo adriatico
Anche il deputato Federico Mollicone, responsabile Innovazione di FDI, capogruppo in commissione Editoria e commissario di Vigilanza Rai, ha fatto propria la causa delle radio, lanciando un appello al sottosegretario Ascani e al ministro Giorgetti per evitare il rinvio del piano DAB, che pregiudicherebbe “anni di investimenti, bloccando inoltre l’arroganza dei paesi coinvolti sulla definizione degli accordi per le aree interferite sulla dorsale adriatica”
RAI investa su DAB giocando da protagonista
Per Mollicone, inoltre, “è fondamentale che il Cda Rai investa per completare la rete Dab, tecnologia all’avanguardia ed essenziale per la diffusione, portandola al 100%, giocando un ruolo da protagonista nel settore radiofonico. FDI è da sempre a difesa della radiofonia nazionale e dell’innovazione. La pianificazione dell’FM è prevista per legge successivamente alla pianificazione DAB: non è ammissibile che l’agenda politica sia dettata da altre nazioni”. (E.G. per NL)