Radio. MIMIT chiede a rappresentanze degli editori contributi dopo il Tavolo Tecnico Radio del 1° febbraio. Attenzione su DAB, FM, automotive

Urso, MIMIT, tavolo tecnico radio

Temi evidenziati al tavolo tecnico del 1° febbraio 2023: bandi DAB, garanzia su FM integra, prominence della fruizione radiofonica su nuove automobili, semplificazione procedure attivazioni impianti digitali dei consorzi per la radio digitale e per gli enti locali. Su questi argomenti il MIMIT ha chiesto eventuali contribuzioni agli enti esponenziali.

Il tema

Il Ministero delle Imprese e del made in Italy ha chiesto ai partecipanti al tavolo tecnico radiofonico tenutosi il 1° febbraio 2023 la trasmissione di contributi accessori per la finalizzazione del quadro d’intervento istituzionale sul mezzo radiofonico.
Sul tema MAVE (Media Audiovisivi Europei) ha reso noti a NL i propri contributi.

Bandi DAB

Il primo argomento, sul quale il MIMIT ha chiesto (eventuali) contribuzioni agli enti esponenziali, riguarda la procedura di assegnazione dei diritti d’uso per le frequenze per la radio digitale via etere (DAB+) agli operatori di rete locali (consorzi), la cui pubblicazione dovrebbe essere imminente.

Monitorare diffusione device con ricevitori DAB

Sul punto, le rappresentanze presenti al tavolo Tecnico del 1° febbraio avevano convenuto sulla necessità di “monitorare la copertura del segnale sul territorio e la diffusione dei device con ricevitori DAB sottolinenando l’importanza del sistema broadcast“.

Si tenga conto delle esperienze del processo di refarming della banda 700 MHz per i PDV

“Considerate le esperienze del processo di refarming della banda 700 MHz, cui la procedura di attribuzione dei diritti d’uso consortili si ispira, MAVE auspica un approccio il meno intransigente possibile a riguardo dei PDV (che nel settore tv, in un primo momento, erano stati considerati in forma estremamente rigida, per poi lasciare progressivamente posto ad una analisi oggettivamente più flessibile)”, spiega a NL l’avvocato Stefano Cionini, consigliere dell’associazione MAVE e senior partner di Consultmedia, presente al tavolo tecnico del 1° febbraio.

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Consentire ampliamenti reti dopo attribuzione diritti d’uso

“Stante la ristrettezza delle risorse frequenziali ed il notevole numero di emittenti da veicolare, MAVE suggerisce di valutare, successivamente alle attribuzioni, la possibilità di assentire a limitati ampliamenti con la garanzia della compatibilità con le altre reti“, continua l’avvocato.

No (ab)uso caratteri speciali

“Registrata la tendenza a consolidare il proprio posizionamento negli elenchi dei device DAB attraverso l’utilizzo di caratteri speciali (*, #, ‘, ecc.), MAVE chiede che ne venga concesso l’utilizzo solo qualora il carattere sia parte integrante del marchio identificativo autorizzato”, aggiunge il consigliere MAVE.

Evitare soluzione di continuità

“Appare infine necessario che, nelle more dello svolgimento delle procedure di attribuzione dei diritti d’uso DAB+, le autorizzazioni sperimentali di prossima scadenza rilasciate alle società consortili  vengano prorogate. In caso di possibili incompatibilità con le nuove assegnazioni si potrebbe modificare temporaneamente la frequenza di esercizio.

Rischi

Diversamente, si creerebbe un pregiudizio per operatori di rete, emittenti radiofoniche e fornitori di contenuti indipendenti che su tale piattaforma sarebbero costretti ad interrompere la veicolazione dei propri contenuti”, sottolinea l’avvocato Cionini.

Preservare massimamente FM

Altro argomento “caldo” della riunione del 1° febbraio scorso è stata la garanzia che l’esercizio di impianti FM non sia messo a rischio a seguito dell’annunciata necessità di coordinare le frequenze utilizzate dalle imprese italiane con quelle degli stati esteri (Croazia e Slovenia in primis).

Favorire dismissione volontaria impianti FM…

“Ai fini dell’economia dello spettro FM, della migrazione alla tecnica digitale e del risparmio energetico, MAVE suggerisce di favorire la volontaria e definitiva dismissione di impianti analogici, assicurando il mantenimento dei diritti acquisiti, anche e soprattutto nel caso in cui l’impianto di diffusione FM, censito ex art. 32 L. 223/1990 ed eventualmente modificato su autorizzazione degli organi periferici del MIMIT fosse l’unico esercito (circostanza che comporterebbe l’estinzione del titolo concessorio)”, continua l’avvocato Cionini.

… preservando diritti acquisiti

“In sostanza, pur perdendo il titolo concessorio specifico in ambito analogico, l’emittente ne manterrà gli effetti per quel che concerne la fornitura di programmi radiofonici numerici destinati alla diffusione in tecnica digitale su frequenze terrestri in ambito locale, conservando il diritto a partecipare ad un consorzio assegnatario di diritti d’uso DAB per il medesimo territorio associato alla diffusione in tecnica analogica.

Diritti/doveri

Nel caso in cui l’impianto FM fosse l’unico esercito dall’emittente, il diritto di partecipazione al consorzio DAB sarà preservato anche a seguito dell’estinzione del titolo concessorio, fermo restando l’obbligo di versare il canone di concessione nella identica misura degli esercenti impianti analogici.

Impulso al digitale

Si osserva come ciò possa costituire un impulso sia allo sviluppo del DAB che all’economia della gestione dello spettro radioelettrico analogico (FM), senza introdurre penalizzazioni di alcun genere per gli altri operatori né maggiori oneri per l’Erario.

Base giuridica

La previsione suggerita è mutuata dall’art. 1 c. 1 della L. 66/2001 di conversione del decreto-legge 23 gennaio 2001, n. 5, recante disposizioni urgenti per il differimento di termini in materia di trasmissioni radiotelevisive analogiche e digitali, nonché per il risanamento di impianti radiotelevisivi, che aveva previsto che le emittenti che non avrebbero ottenuto la concessione, avrebbero potuto proseguire l’esercizio della radiodiffusione, con i diritti e gli obblighi del concessionario, fino all’attuazione del piano nazionale di assegnazione delle frequenze televisive in tecnica digitale”, ribadisce il legale.

Prominence radio su sistemi di infotainment automobili

Un altro argomento particolarmente attuale, emerso durante il tavolo tecnico del 1° febbraio, è quello della garanzia della prominence della radio sul dashboard delle vetture, soprattutto in relazione alle auto interconnesse, ciò per evitare la complicazione d’utilizzo da parte dell’utente a favore delle piattaforme di streaming on demand (come Spotify, la cui icona ormai campeggia sui cruscotti delle nuove auto).

Cruscotto auto baluardo radiofonico

“Si tratta di un aspetto cruciale per la sopravvivenza del mezzo radiofonico, considerata la diffusione sempre maggiore delle cd. auto interconnesse. In ogni caso, MAVE suggerisce l’introduzione dell’obbligo a carico dei cd “aggregatori di flussi streaming radiofonici” fruibili in Italia (cioè scaricabili dagli store online nel nostro paese) di inserire nei propri elenchi, in posizione preferenziale, le emittenti concessionarie e comunque autorizzate alla fornitura di contenuti in tecnica digitale (DAB)”, conclude sul punto l’avvocato Cionini. (M.R. per NL)

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