Radio. Sei milioni di programmi (Web) in cerca di editore (FM)

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Tantissimi contenuti presenti sulla rete; altrettanti spazi vuoti nei palinsesti di molte radio FM.
C’è chi come Alessio Bertallot ha compiuto il percorso dalla modulazione di frequenza al mondo online, con il suo originale progetto supportato anche da una campagna di crowdfunding, e chi, invece, vorrebbe provare a effettuare il percorso inverso.
Ci siamo già occupati del difficile rapporto tra editori FM e i loro omologhi del web e di sinergie che potrebbero nascere ma che rimangono solo propositi; anzi spesso neanche quelli.
Ma se mettere in atto una partnership tra queste figure prevede in ogni caso la preventiva definizione delle varie problematiche legate ad accordi commerciali tra imprese eterogenee, c’è sicuramente un’operazione più semplice e rapida che si potrebbe attuare, acquisendo la disponibilità di trasmissioni create per la rete da distribuire anche via etere.
In fondo si tratta di contenuti già realizzati e che potrebbero essere inglobati senza nessun costo, dato che chi li produce lo fa già sua sponte e non avrebbe alcuna difficoltà (anzi, presumibilmente sarebbe gratificato da una maggiore visibilità fornita al suo progetto).

Il problema è che molti si offrono, ma nessuno cerca. E ciò nonostante tantissime radio locali FM abbiamo buchi nel palinsesto od effettuino programmazione a giorni alterni.
Esiste alla base la difficoltà per chi propone questi contenuti di farsi conoscere e di stabilire un primo contatto con l’editore/direttore artistico/station manager che deve validare la collaborazione. Sul punto, non può sottacersi che inviare mail a tutte le radio con proposte di programmi da mettere in onda evidenzia da subito delle difficoltà di approccio, posto che, spesso, questi messaggi vengono cestinati senza neanche essere letti (ed ancor meno ascoltati nel caso di file allegati).
Ancora più inutile, qund’anche non controproducente, l’invio random (se non spam) senza preventiva analisi delle specificità di un destinatario.
Eppure non dovrebbe essere così astrusa la cautela di studiare preliminarmente l’impresa a cui si intende inviare il proprio progetto, cercando di capire se sia il caso di proporsi e con cosa (un’emittente che trasmette solo musica italiana cosa dovrebbe rispondere all’invio di un programma di musica house?).

https://www.youtube.com/watch?v=h0TcKw_183k

E volendo andare ancora più a fondo circa approcci poco consoni: qual è il senso delle innumerevoli classifiche e programmi mixati che vengono offerti in totale distonia con tutto il resto del palinsesto? Una radio che opera professionalmente e che potrebbe in ogni caso avere bisogno di contenuti ha in ogni caso l’esigenza di integrarli nel proprio layout editoriale, in quanto inserire dei corpi estranei non sarebbe d’aiuto per alcuno.
Il peccato originale è realizzare subito la trasmissione con l’idea che si ha in testa e poi cercare di imporla alle radio cosi come è, a prescindere da tutto, recriminando poi che non si riesce ad essere inseriti (e spesso neanche ad avere una risposta).
Si dovrebbe pretendere più attenzione da direttori e station manager FM verso un mondo che propone diversi prodotti di spessore; tuttavia anche chi li offre dovrebbe prima di produrli conoscere le esigenze di un’emittente commerciale, che sono innanzitutto quelle pubblicitarie, quindi strutturare il format in modo che preveda la possibilità di inserimento degli spot, considerando che ci sono radio che si fermano ogni 15 minuti e altre ogni 20 e che non si può pretendere di interferire con queste regole, nè di monopolizzare la programmazione esigendo specifici orari di messa in onda.
Occorrerà poi ragionare sul fatto che ad una radio serve di più coprire una fascia in maniera omogenea, piuttosto che avere un contenuto a settimana (al quale trovare una collocazione).
Una maggiore sinergia anche tra chi produce questi contenuti sarebbe poi propedeutica a conseguire maggiori risultati, dato che oggi i social danno innumerevoli possibilità di connessione.

Formare un gruppo di lavoro che produca un progetto omogeneo che possa coprire una fascia giornaliera anche se con diversi conduttori in modo da potersi proporre con un progetto maggiormente appetibile del singolo programma settimanale di modesta concreta utilità.
Per elaborare un format siffatto serve sicuramente un buon lavoro di squadra, un dispendio di energie maggiore rispetto a quello che ci si mette a registrare qualche file in autonomia nel proprio home studio, ma la radio è soprattutto un progetto comune e proporsi già comprendendo anche le esigenze altrui oltre che le proprie, è sicuramente un buon punto di partenza per ottenere dei risultati.
Questo è quello che il mondo dell’etere chiede a quello del web radiofonico, magari attingendo dalle radio universitarie dove si possono trovare diversi diamanti grezzi da poter valorizzare e far crescere.radio zammu - Radio. Sei milioni di programmi (Web) in cerca di editore (FM)
Fa riflettere che l’Università di Catania, giusto per fare un esempio, debba indire un bando di gara per trovare emittenti interessate alla messa in onda dei programmi di Radio Zammù, che, così come altre iniziative analoghe presenti sul territorio, è ricca di talenti che dovrebbero essere attenzionati a prescindere.
Un plauso va a chi opera nella giusta direzione, come il ‘Web Radio Festival” che dal 2013 accende i riflettori su questo mondo e che presenta la sua nuova edizione il 28 e 29 Ottobre a Roma, come ogni anno organizzato da Radio Speaker, che tra l’altro offre nella sua piattaforma digitale anche un vastissimo ventaglio di voci nuove che propongono dei contenuti.

Corretto poi evitare innumerevoli frammentazioni e dispersioni di energie che non portano da nessuna parte; occorre schivare il rischio di creare un arcipelago di isole difficili da esplorare e lavorare su progetti comuni, onde scansare un domani di radio (nell’accezione più futuristica del termine) più numerose rispetto al bacino dei potenziali ascoltatori, con il rischio che ogni flusso audio sia ascoltato solo da chi lo genera. Non ogni uomo concentrato sul suo personale prodotto, ma gruppi di lavoro che operano su progetti comuni provando a sperimentare nuovi percorsi e forme di collaborazione. (U.F. per NL)

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