Radio: mentre Audiradio dirama i dati del 2010, si allunga la lista degli aspiranti al ruolo di riferimento per la misura dell’audience.

Dopo la liquidazione di Audiradio e il conseguente lungo periodo di assenza di informazioni sulle performance di ascolto delle emittenti radiofoniche, sono stati resi noti i dati medi totali relativi all’anno 2010.

Difficile pensare che report così vecchi possano servire come base per pianificare nuovi investimenti pubblicitari, anche se è probabile che i network apparentemente in trend positivo (RTL 102.5, ma anche le radio del gruppo L’Espresso: Deejay, Capital e m2o) cerchino di sfruttare a proprio favore quella che è indiscutibilmente l’ultima rilevazione “ufficiale”. La maggior parte dei soggetti interessati sembra però orientata a ignorare l’ultimo respiro di Audiradio, in attesa dei nuovi dati previsti in arrivo a metà 2012 grazie all’iniziativa “RadioMonitor” di GfK Eurisko. Com’è noto quest’ultima soluzione, tentando di superare le polemiche innescate dal confronto tra le diverse metodologie di rilevazione, utilizzerà un approccio misto, basato in parte su interviste telefoniche assistite da computer (CATI) e in parte su meter elettronici passivi, già utilizzati con successo per il monitoraggio dei più diversi media nell’ambito del progetto Eurisko Media Monitor. La proposta sembrava finora avere la carte in regola per aspirare al ruolo di nuova Audiradio, anche perché aveva ottenuto l’assenso, ancorché ufficioso, della quasi totalità dei network nazionali e di numerose emittenti locali. Ora però sul ghiotto mercato della rilevazione dell’audience si affaccia un nuovo concorrente: Ipsos, altro istituto di ricerca di livello internazionale, ha intenzione di presentare a breve la propria proposta, basata sull’introduzione di una particolare metodologia di monitoraggio in sperimentazione da alcuni anni nel Regno Unito e da poco anche in Francia. mediacell - Radio: mentre Audiradio dirama i dati del 2010, si allunga la lista degli aspiranti al ruolo di riferimento per la misura dell'audience.Si tratta di un sistema che utilizza meter di tipo completamente passivo, la cui unicità si basa sul fatto di utilizzare un applicazione software installabile sui telefoni cellulari “intelligenti”. Mediacell, questo il nome del programma, utilizza il microfono del telefonino per rilevare i suoni provenienti dall’ambiente, e grazie ad appositi codici trasmessi dalle emittenti in bande di frequenza non udibili, è in grado di identificare in tempo reale la stazione radio ascoltata dall’utente. I dati così raccolti vengono poi inviati ad appositi server che li memorizzano e li rendono disponibili per l’elaborazione in tempi rapidissimi. Diversi i vantaggi di questa soluzione rispetto alle tecniche di rilevazione tradizionali, come quelle basate su questionari o interviste: maggiore precisione rispetto ai tempi delle sessioni d’ascolto, capacità di discriminare le diverse sorgenti (radio, web) e modalità di fruizione (dirette, podcast o altri servizi on demand), grande velocità di raccolta dei dati. E la non trascurabile differenza, rispetto ai meter passivi tradizionali, di non avere più la necessità di dotare gli utenti di un apparecchio dedicato, con relativi costi e possibili resistenze. In sviluppo fin dal 2008, Mediacell potrebbe diventare la tecnologia di rilevazione del futuro, anche grazie alla crescente potenza e diffusione di smartphone e simili, offrendo tra l’altro interessanti sviluppi futuri legati proprio all’evoluzione tecnologica di questi dispositivi (si pensa ad esempio a possibili applicazioni della geolocalizzazione tramite GPS). Su una cosa sono peraltro d’accordo i principali istituti di ricerca: l’utilizzo dei meter, proprio per la capacità potenziale di rilevare situazioni e tempi di ascolto che sfuggono ad altre metodologie, potrebbe produrre risultati poco coerenti rispetto a quanto visto finora. In altre parole i posizionamenti di mercato delle varie emittenti potrebbero anche subire variazioni notevoli, causando ovvie conseguenze sul piano degli investimenti pubblicitari. Perciò è probabile che (come nel caso di Eurisko) l’introduzione dei nuovi strumenti venga “calmierata” da robuste dosi di indagini di tipo tradizionale, in modo da non turbare eccessivamente gli equilibri consolidati. La possibilità di sedere al ricco tavolo della misurazione degli ascolti radiofonici dipenderà quindi anche dalla capacità di garantire un passaggio il più possibile indolore ai nuovi paradigmi di rilevazione. (E.D. per NL)

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