Radio Meeting di Milano: “La transizione all’online è relativamente economica per le stazioni radio, che possono convertire in modo organico il loro numero di ascoltatori storici in denaro guadagnato nel dominio digitale.
Il CAC, costo di acquisizione di un cliente per una piattaforma, si può calcolare mediamente attorno ai 29 dollari.
La radio, con un’opportuna strategia, può convertire i suoi ascoltatori di radio lineare in utenti digitali a costo zero”.
Radio Meeting di Milano
Concludiamo l’esame dei principali argomenti trattati in occasione del Radio Meeting di Milano del 22/05/2024 con l’ultimo articolo della serie di tre, soffermandoci ancora sulla perdita del dispositivo esclusivo di ricezione da parte della radio: fenomeno più o meno evidente a seconda della nazione presa in esame, ma comunque elemento costante in tutti i mercati.
Sintesi
Al Radio Meeting di Milano del 22/05/2024, oltre 20 tra editori, manager o i loro delegati si sono confrontati sulle nuove tecnologie e sui modelli di business per la radio, in un positivo brain storming da cui sono emersi numerosi spunti di riflessione.
Conversione degli ascolti economica
Jan Müller, CEO di Brands Are Live AG di Zurigo (Audio.One), ha affermato: «Fortunatamente, la transizione all’online è relativamente economica per le stazioni radio, che possono convertire in modo organico il loro numero di ascoltatori storici in denaro guadagnato nel dominio digitale.
CAC: 29 dollari…
Il CAC, costo di acquisizione di un cliente per una piattaforma, si può calcolare mediamente attorno ai 29 dollari.
… o zero
La radio, con un’opportuna strategia, può convertire i suoi ascoltatori di radio lineare in utenti digitali a costo zero.
Digital first e user experience
È però cruciale che gli utenti di app radiofoniche non restino delusi e dopo l’installazione le utilizzino abitualmente, per questo, oltre ad un approccio digital first, servono soluzioni con un’user experience alla pari degli OTT.
Poche decine di euro al mese
Oggi le radio se le possono permettere con investimenti iniziali dell’ordine di alcune decine di euro al mese».
Questione di personalità
Piero Rigolone, consulente radiofonico e digital audio e ideatore del Radio Meeting di Milano, ha aggiunto: «Penso che insieme alla tecnologia, il futuro della radio sarà assicurato dalle personalità che la animano, dall’empatia e originalità dei conduttori o dalla capacità dei giornalisti, a seconda della missione di ciascuna emittente.
Più di un OTT
La radio è più di un over the top perché grazie alla tecnologia di cui ormai disponiamo, può competere ad armi pari con gli OTT per user experience personalizzata e possibilità di marketing, ma con la componente umana e la capacità di costruire relazioni autentiche che fanno la differenza».
Alcuni spunti
OpenRadio.eu e Audio.One hanno fornito anche alcuni spunti, frutto della loro esperienza con i clienti in Italia, Europa ed USA.
L’unione (dei touchpoint) fa la forza (di un’emittente)
Il primo è stato: “Unisci coerentemente tutti i touchpoint digitali della tua emittente: Mobile App per iOS e Android, Apple CarPlay e Android Auto, ma anche PC con un play center che si apre nel browser digitando l’indirizzo del tuo sito, garantendo che i contenuti si presentino in modo pulito e uniforme su tutte le piattaforme e ottimizzando i costi di sviluppo e manutenzione”.
Centralizzare
Il secondo suggerimento proposto è stato quello di aumentare il coinvolgimento degli ascoltatori con esperienze ottimali, valorizzando i conduttori, incoraggiando l’interazione diretta e centralizzando facilmente più stazioni su un’unica piattaforma intuitiva.
Arricchire i metadati
Come più volte evidenziato in articoli sul tema ospitati su queste pagine, essenziale per competere con i nuovi player dello streaming on demand è arricchire i portali audio con i metadati, comprese le copertine dei brani, e mostrarle nella cronologia del live IP.
Catch up
“Dopo le trasmissioni in diretta, è ormai indispensabile offrire subito la versione integrale ed eventuali estratti audio per l’ascolto differito, assicurandosi che tutti i contenuti realizzati siano on demand sulle piattaforme digitali”, è stato un altro suggerimento formulato al Radio Meeting di Milano.
Podcast
“Una combinazione di podcast autoprodotti ed esterni per consentire agli utenti di curare la propria esperienza di ascolto contrassegnando gli episodi preferiti e ascoltandoli offline è un altro accorgimento importante, così come quello di organizzare concorsi e offrire premi per gli utenti registrati“, hanno spiegato gli esperti.
Partecipazione in un click
Che hanno suggerito di organizzare le features con un pulsante di scelta rapida, attraverso il quale “la partecipazione diventa una questione di un solo clic, eliminando moduli noiosi da compilare”.
App engagement
Pubblicare nell’app articoli coinvolgenti con immagini, audio e video e “realizzare dei post sui social linkando direttamente i contenuti dentro l’app” offrendo la possibilità a chi non l’avesse installata di “scegliere di farlo o vederli nel browser con la medesima interfaccia utente”, sono stati input positivamente valutati dai presenti.
Features
Le app di nuova generazione devono inoltre integrare perfettamente i video “con la massima qualità, in streaming o dal vivo, con possibilità di saltare dalla diretta audio alla visual radio, o mostrando video on demand” e creare “stanze” per l’ascolto di programmi temporanei trasmessi solo in streaming e solo sull’app.
Dialogo più intimo
“Un’idea è quella di ospitare un artista famoso o un programma sportivo sulla radio via etere e poi proseguire un dialogo più diretto e confidenziale, senza vincoli temporali, con gli ascoltatori esclusivamente sull’app, spingendoli così a scaricarla e registrarsi coi loro dati di profilazione, per poter accedere alla stanza”.
Drenare ascolti sulle proprietà dell’emittente radio
«Non bisogna mai smettere di lavorare per portare gli utenti sui terminali controllati direttamente dall’editore, mobile app e sito web in primis. Anche i social media e gli OTT concorrenti sono utili in questo processo, ma vanno utilizzati in modo tattico e controllato», ha sottolineato Rigolone.
Piattaforme proprietarie in primis
«Avere gli ascoltatori direttamente sulle proprietà dell’emittente radio apre ad una raccolta dati di prima parte, una maggiore profondità di analisi anche ai fini editoriali, una più accurata targettizzazione e rendicontazione delle campagne, e un’offerta diversificata di formati pubblicitari, estesi oltre a quelli audio.
Maggior cura e maggiori ricavi
In sostanza, la migliore cura del servizio offerto ad ascoltatori e inserzionisti, con maggiori ricavi in denaro», ha concluso il consulente. (M.R. per NL)