Talk Show. Quale setta, quale complotto internazionale impedisce a questo format di andare in onda?
In un etere che tende sempre più a conformarsi, copiarsi, accartocciarsi su stesso generando mille copie della stessa cosa senza riuscire a partorire un briciolo di diversità. Abbiamo sdoganato rendendole moderne le vecchie antiquate dediche che per una vita avevamo nascosto negandole pure a noi stessi come stereotipo di una radio ”popolana” che bisognava dimenticare a tutti i costi.Le abbiamo adesso riciclate come unica ipotesi di interazione e grazie al flusso tecnologico sono diventate note audio o nella migliore delle ipotesi telefonate da 30 secondi in cui l’ascoltatore, pregando il cielo di non avere un attimo di titubanza o un colpo di tosse, ha giusto il tempo di presentarsi, proclamare la città dove risiede ed il nome della fidanzata.
Questo è quanto si può sentire ovunque,l’unico contatto con il pubblico cosi tanto importante quando è il momento di sbandierare milioni di ascolti cosi irrilevante quando si dovrebbe dargli la possibilità di esprimersi liberamente.
Sempre per la solita legge, l’unica in Italia che venga realmente rispettata da tutti senza proroghe e senza interpretazioni personali, ”la velocità”! Come se fosse possibile per chiunque concepire un qualsivoglia concetto interessante in soli 30 secondi.
La programmazione moderna ha inventato i tweet ancora prima che esistessero: ”Ciao,chi sei, da dove chiami, che stai facendo?”. Dovrebbe essere chiaro a tutti, ma forse non lo è che la comunicazione non può ridursi esclusivamente a questo banalizzando il talento degli speaker e rendendo gli ascoltatori cloni senza personalità.
L’avvento di realtà come Radio 24 e Radio Sportiva, infatti, ha aperto uno squarcio nella monotonia del ”flusso”che tutto copre e rende omogeneo ribaltando alcuni rapporti di forza.
Grazie alle nuove arrivate la gente ha avuto delle trasmissioni in cui potersi esprimere, parlare di calcio o anche di vita comune ma finalmente avere la libertà di farsi sentire. Ma questo segnale non viene colto dalle altre realtà anzi arriva come un fulmine a ciel sereno.
Qualche anno fa pure la cancellazione di ”Molto Personale” con Marco Balestri in onda su R101 per circa 10 anni,una mosca bianca che doveva essere tutelata come patrimonio dell’umanità e che invece viene sacrificata in un batter d’occhio sull’altare della musica (e che musica!) a dispetto delle parole.
Scompare quindi l’ultimo baluardo del talk show. Come se non ci fossero già abbastanza radio di flusso, come se la musica, soprattutto i soliti 100 successi, non fossero fruibili da mille altri dispositivi senza bisogno di alcuna emittente o geniale programmatore musicale.
Scompare quindi un programma che aveva incantato un folto numero di fedelissimi. Certo, magari gli ascolti non premiavano l’emittente ma è anche vero che si trattava di un nuovo progetto tra le nazionali senza un grosso supporto pubblicitario e spesso con continui cambi di programmazione e di playlist.
Non certo l’ambiente ottimale per fare risultati, ma l’idea di parlare finalmente parlare con le persone era buona e soprattutto non inflazionata.
Esistono infatti mille cloni dello ”Zoo”, centinaia di epigoni del ”Dee Jay time”, moltissimi che sognano di copiare ”La zanzara” ma nessuno a cui sia venuto in mente che quel bacino di utenza di persone che hanno voglia di raccontarsi e di sentire raccontare sia rimasto orfano senza alcun appiglio.Esiste ”Dee Notte” su Radio Dee Jay ma ha un taglio diverso, più giovane meno ”impegnato” ed in ogni caso non dovrebbe essere complicato rendersi conto che invece di centinaia di programmi tutti uguali, qualcosa di diverso avrebbe sicuramente maggiore appetibilità o che in ogni caso varrebbe la pena provarci.
La gente vuole interventi parlati brevi; ma glielo abbiamo mai chiesto alla gente cosa voglia davvero? (U.F. per NL)