Paolo Salvaderi, amministratore di Radiomediaset, il polo radiofonico del Biscione che controlla R 101, Radio 105, Virgin Radio e GBR (Radio Orbital) e che raccoglie la pubblicità per RMC, Kiss Kiss (fino al 31/12/2017) e per le superstation Radio Subasio (in corso di acquisizione con notizia non confermata ma non smentita) e Radio Norba, si lascia andare sulle pagine di Italia Oggi (edizione 05/07/2017, pag. 19) a riguardo di Radio Freccia, la rock station del gruppo RTL 102,5 nata sulla concessione comunitaria nazionale di Radio Padania, con successivo, continuo ed intenso, innesto di impianti FM.
“Se Mediaset avesse lanciato una radio con le modalità con cui è stata lanciata Radiofreccia, avremmo i carri armati sotto casa – commenta – Comunque ci sono le autorità preposte che faranno tutte le verifiche del caso. Ma di sicuro molte cose non sarebbero mai state concesse a Mediaset. Radiofreccia ha una concessione di radio comunitaria e non si capisce esattamente cosa voglia dire. Ha un tetto dell’8% di affollamento pubblicitario (in realtà è il 10% ex art. 2 c. 1 lettera bb n 1 e art. 38 c. 7 D. Lgs. 177/2005, ndr). Vorrei sapere se la raccolta pubblicitaria va a finire in beneficenza o cosa. Poi col fatto che è radio comunitaria, può andare in giro per l’Italia a cercare frequenze libere e riempirle senza chiedere permessi. Questo è un bel vantaggio competitivo rispetto agli altri. Anche perché spesso le frequenze vengono lasciate libere proprio per non dare fastidio ad altri segnali. Riempendole, invece, si va a danneggiare il segnale di emittenti concorrenti”.
Al di là delle imprecisioni e dei quesiti poco pertinenti di Salvaderi (le altre emittenti comunitarie locali e nazionali devolvono in beneficenza i ricavi? R 101 non ha usufruito indirettamente delle attivazioni impiantistiche ex art. 74 c. 2 L. 448/2001 effettuate da Radio Padania acquisendone numerosi diffusori?), le dichiarazioni sottolineano la profonda tensione esistente nel settore dopo la discesa in campo di Mediaset con conseguente alterazione degli equilibri esistenti, di cui l’operazione Radio Freccia è probabilmente una conseguenza. “Serve più regolamentazione”, afferma il manager del Biscione, confermando l’analoga richiesta avanzata, a parti inverse, dai competitors, soprattutto in relazione all’imminente acquisizione della superstation Radio Subasio, deal sul quale Salvaderi dichiara di non voler entrare “nel merito”, anticipando però l’intento di acquisire entro il 2020 (timeline fissata dall’Antitrust a seguito dell’acquisizione di Finelco) “una serie di emittenti macroregionali”, che però “non saranno acquisizioni per smontare, svuotare, ribranderizzare“, ma finalizzate a “dare forma ad eccellenze locali, puntando sulla musica italiana”, “perché [sulla musica italiana] vorremmo avere una offerta più importante”. Evidentemente il mancato acquisto di Radio Italia non è proprio stato digerito dal Biscione, al quale è rimasto un notevole appetito. (M.L. per NL)