Alla fine è andata come preannunciato dall’inizio dell’estate e come supposto sin dal deal Finelco, che infatti prevedeva un’opzione per l’acquisto esercitabile dal cessionario: RadioMediaset, società controllata da Mediaset spa, ha rilevato il 100% delle azioni di Rmc Italia spa, soggetto giuridico di diritto italiano che edita Radio MonteCarlo.
Il comunicato stampa diffuso dal gruppo di Cologno spiega che “Radio MonteCarlo è una radio d’élite, con un posizionamento unico, ascoltata da un target di alto profilo, colto, adulto e dotato di un’elevata capacità di spesa“.
Nota che però aggiunge un’affermazione di natura giuridica che non è sfuggita ai più attenti osservatori: “L’emittente, la cui acquisizione non modifica il perimetro economico già autorizzato dall’Antitrust, è quindi perfettamente complementare con l’offerta di RadioMediaset e permetterà il rafforzamento della leadership editoriale e commerciale del gruppo a livello nazionale”.
Già, perché l’attesa operazione, in realtà, era prevista dal mercato non prima di due anni da ora, posto che nell’aprile 2016 l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, per dare il semaforo verde all’acquisizione di Finelco (e quindi di Radio 105 e Virgin Radio) aveva imposto l’obbligo di rilascio dei contratti per la gestione pubblicitaria di Radio Italia e Radio Kiss Kiss, alla loro naturale scadenza, oltre a quello di non acquisire nuovi contratti o nuove radio appunto fino al 2020. Tale prescrizione era stata letta come obbligo di non acquistare (la proprietà di) nuove emittenti e non solo di non acquisirne la commercializzazione.
In realtà, dopo tale acquisizione, Radiomediaset aveva rilevato Radio Subasio, operazione che aveva già acceso i riflettori da parte dei concorrenti che, con ogni probabilità, ora torneranno alla carica.
L’istruttoria dell’Agcm conclusa nella primavera 2016 aveva permesso di accertare che l’acquisizione del Gruppo Finelco avrebbe portato alla creazione del “Sistema Radio Mediamond” (R 101, Radio Montecarlo, Radio 105, Virgin Radio, Radio Italia, Radio Kiss Kiss, Radio Subasio, Radio Norba) dotato di una “leadership incontrastata” e perciò “in grado di raggiungere qualsiasi target nell’ambito della popolazione individui 15-64 (target commerciale)”. La concentrazione avrebbe determinato, pertanto, effetti pregiudizievoli di natura orizzontale e di natura conglomerale, vale a dire connessi al posizionamento di Mediaset nel contiguo mercato della raccolta pubblicitaria su mezzo televisivo.
L’Autorità aveva deliberato la chiusura del procedimento, prescrivendo quindi una serie di misure volte a eliminare gli effetti distorsivi della concorrenza causati dalla realizzazione della concentrazione in esame.
Tra queste, l’obbligo di non rinnovare i contratti di gestione della pubblicità radiofonica stipulati con Radio Italia e Radio Kiss Kiss alla loro scadenza.
Le misure dettate dall’Antitrust comprendevano inoltre il divieto di acquisire contratti pubblicitari o la proprietà di ulteriori radio nazionali fino al 2020 (sicché all’indomani del deal di Subasio, si era osservato che, ancorché di rilevanza nazionale, quest’ultima era in realtà una superstation e quindi formalmente una locale, quindi soggetta al limite dei 15 mln di abitanti illuminabili). Ora però si ha a che fare con una stazione nazionale a tutti gli effetti (il titolo originario per la ripetizione di programma estero è stato da diversi anni convertito a tutti gli effetti in concessionaria radiofonica di carattere commerciale in ambito nazionale, quindi senza differenziazione alcuna con gli altri).
Infine, l’Antitrust aveva previsto un obbligo di separazione societaria per la raccolta pubblicitaria televisiva (free e pay-tv) e la raccolta di pubblicità sulle radio.
Al di là delle dichiarazioni di Mediaset, occorrerà quindi attendere gli esiti dell’ulteriore istruttoria che l’Autorità avvierà sull’importante affare concluso dal Biscione, anche se, effettivamente, RMC era già commercializzata da Radiomediaset/Mediamond e quindi l’acquisizione nella sostanza non cambia i rapporti di forza sul mercato. Il nocciolo della questione che dovrà essere valutato dall’Agcm però ora è costituito dalla proprietà di Radio MonteCarlo, fatto giuridico che a differenza di quello della gestione pubblicitaria, che può mutare, introduce un elemento di stabilità non privo di effetti giuridici.
Ignoto, poi, al momento, il destino dell’ulteriore titolo nazionale radiofonico nel cassetto di Mediaset, quello di GBR-Orbital, essa pure destinata alla ripetizione di un programma estero (come originariamente Radio MonteCarlo), che inizialmente era costituito dal programma americano VOA (Voice of America), poi divenuto (dopo un cambiamento di rotta del Ministero dello Sviluppo Economico secondo il quale il prodotto veicolato non avrebbe potuto essere modificato rispetto a quanto assentito al momento del rilascio del provvedimento) curiosamente quello della radio portoghese Orbital. Sull’evoluzione di tale asset, l’a.d. di Radiomediaset Paolo Salvaderi, interpellato da questo periodico, non aveva voluto rilasciare dichiarazioni.
Intanto, Pier Silvio Berlusconi, amministratore delegato Mediaset, ha così commentato: «Proseguono gli investimenti di Mediaset nella nuova avventura radiofonica: partendo da zero, in poco più di tre anni abbiamo costituito il primo gruppo nazionale, RadioMediaset. Grazie a un accurato lavoro editoriale e commerciale siamo riusciti a trasformare radio che facevano veramente fatica economicamente in un polo efficiente che crea margine e assicura redditività.
E oggi siamo orgogliosi dell’arrivo di Radio MonteCarlo, non solo un brand iconico del panorama radiofonico, ma anche l’unica emittente di carattere internazionale, diffusa in lingua italiana anche nel Principato di Monaco. Un caloroso ringraziamento e i più sinceri complimenti al fondatore di Radio MonteCarlo Alberto Hazan, il principale imprenditore radiofonico del nostro paese che continua a collaborare con noi all’ulteriore sviluppo della storica emittente».
Già, Hazan… Che farà ora il fondatore del gruppo Finelco? Difficile pensare ad un suo disimpegno editoriale diretto dal settore radiofonico come lascerebbero intendere le parole di Berlusconi jr. Anche perché, lui, un piede nel settore lo tiene sempre con RMC Sport. (M.L. per NL)