Max Pandini: in tutto il mondo la partita radiofonica si è sempre giocata su prodotto e brand. Solo in Italia vincevano i watt. Fino a qualche anno fa mi sentivo dire: “Ma che valore ha un marchio? Ne costruisco cento. Se vogliono affermare un marchio devono pagarmi le frequenze”.
Ma ora le cose stanno cambiando.
DNA radiofonico
Torniamo a parlare dell’evoluzione del medium radiofonico italiano insieme a Max Pandini, (consulente tecnico, programming, audio-designer), col quale affrontiamo temi scottanti cui sono chiamati a riflettere gli editori nell’immediato.
L’offerta ampliata
(Newslinet) – L’ampliamento dell’offerta radiofonica determinata dall’integrazione delle piattaforme digitali, in particolare attraverso il DAB, ha aumentato la competizione. La potenza del segnale non fa più la differenza come per la modulazione di frequenza e quindi si gioca tutto su brand, contenuto e layout….
(Max Pandini) – Come succede nel mondo da sempre: stessa potenza, magari stesso sito di emissione (a Dublino ho visto 10 radio sullo stesso sistema di antenna con la stessa potenza), magari frequenze canalizzate a 300 o addirittura 400 KHz e tutto si è sempre giocato su prodotto e brand.
Anomalia italiana
In Italia invece l’anomalia generata dal mercato frequenze e dalla mancanza di un piano di assegnazione frequenze ha alzato il valore degli immobili e non della vera anima della radio.
Ricordo ancora quando si proponevano brand forti alle radio qualche anno fa e la risposta era sempre la stessa: “Ma che valore ha un marchio? Ne costruisco cento. Se vogliono installare un marchio da noi devono pagarmi le frequenze”.
Il business delle frequenze
Oppure: “Perché devo faticare a lavorare per costruire un prodotto? Se mi va bene guadagno 1 milione di euro l’anno, quando con una firma vendo la mia rete e ne guadagno 12”.
L’avevo detto
(NL) – Per te un punto di arrivo, visto che contesti da sempre l’anomalia del mercato radiofonico nostrano…
(Max Pandini) – Già…
Brandizzati
(NL) – Quanto è importante il brand nel 2022?
(Max Pandini) – La marca oggi è fondamentale. Nella galassia digitale la gente cercherà solo marchi conosciuti o che si sapranno imporre al mercato. Ovviamente senza il contenuto è solo una scatola vuota.
Quel languorino
Un po’ come vendere una bella scatola di cioccolatini senza i Rocher dentro.
Alchimia
(NL) – Quali caratteristiche deve avere il contenuto a parità di distribuzione?
(Max Pandini) – Non esiste una formula magica. Il prodotto è un‘alchimia fatta di tanti elementi sapientemente mixati. Serve ricerca; tanta esperienza; fiuto e intuizione. E poi capacità creativa nonché know how per realizzare le idee.
Il pubblico prima dell’ego
Che altrimenti resterebbero solo su un pezzo di carta.
E sopratutto non bisogna dimenticare la vocazione base: servire il pubblico. E non il proprio ego.
Layout
(NL) – Parliamo di layout. L’impatto sonoro sta al contenuto come l’impiattamento alla pietanza. Come consulente di Telos hai efficacemente sperimentato negli ultimi anni il processore Omnia…
(Max Pandini) – Se parli di cibo sai che troverai sempre un alleato… Omnia è uno dei due brand che considero al top di mercato. Con il resto si gioca e ci si diverte. O si hanno mille limiti strutturali.
L’esperienza con Telos
Diciamo che sono entrato in forza Telos come audio specialist non esclusivo (e il mio territorio è tutto l’emisfero est mondiale), perché a un certo punto ho riconosciuto la superiorità del prodotto in una prima installazione italiana presso una rete nazionale dove ero stato chiamato a fare il suono.
Ti piace Omnia? Allora lavora con Omnia
Frank Foti (deus ex machina di Telos, ndr) mi ha chiesto “Perché non vieni a lavorare per noi visto che ti piacciono i nostri prodotti?”.
Prospettive ribaltate
Quindi se oggi dico che rispetto ai competitor Omnia ha prestazioni superiori, non lo faccio perché in forza a Telos, ma è esattamente l’opposto: siccome riconosco la qualità del prodotto, Telos mi vuole in forza in azienda.
Ambiente magico
Azienda spettacolare con colleghi di alto profilo, una visione incredibile e un settore ricerca e sviluppo sempre molto attivo, anche sul sound processing, con un presidente illuminato dalla magia del suono… Cosa volere di più?
Percentuali. Di soddisfazione
Non dico che con altri prodotti leader di mercato secondo quanto detto all’inizio, non ci siano soddisfazioni. Ma se vuoi un buon 25-30% di margine di soddisfazione in più sia dal punto di vista qualitativo che dal punto di vista delle possibilità e combinazioni (ma anche tecnologico), la scelta è chiaramente verso la gamma Omnia.
Penetrazione italiana: 60% delle nazionali e delle superstation usano Omnia
Che ormai ha raggiungo una larga fetta di mercato anche in Italia da qualche anno, con il 60% delle emittenti nazionali e superstations che suonano Omnia.
La Rosa
Fra l’altro proprio parlando di Telos diciamo che la forza italiana si fa sentire: Frank Foti è di origine italiana, ma anche l’ingegnere che ha sviluppato le nuove consolle tecnologicamente avanzate (Axia Quasar, ndr.) si chiama Luca La Rosa ed è italiano, di Roma per l’esattezza.
L’esperimento
(NL) – In queste ultime settimane si parla molto sui gruppi specializzati del tuo set-up per una stazione multiregionale, dove si è dimostrato che anche con 36CU sul DAB è possibile realizzare un’impronta di alta qualità audio. Di che tipo d’intervento si tratta e perché non è replicabile, ma tailor made?
(Max Pandini) – Diciamo che la cosa importante è l’impatto sul pubblico, poi ovviamente noi addetti ai lavori diciamo tutto e il contrario di tutto, spesso ce la cantiamo e suoniamo perché siamo appassionati di radio, di sensazioni sonore, e questo è divertente, anche se spesso soggettivo.
Coinvolgimento
In quel caso, il mio obiettivo era quello di costruire un ottimo suono che piacesse a chi ascolta, a chi gestisce la radio e un po’ anche a me, in linea con il prodotto (oldies) e il target (> 45).
Come mai suona meglio di altre col doppio dei CU?
Poi si è scoperto che con questo tipo di setup e processore si riescono a valorizzare molto bene anche i 36CU, confrontando anche gli stessi lavori fatti fuori Italia.
Il modello giusto
Omnia nasce negli anni 2000 già nativo digitale per il mercato digitale e non è la conversione in digitale di un prodotto analogico, quindi ha caratteristiche perfette che si sposano perfettamente anche con tutto ciò che è digitale tra cui Dab e IP, conservando ovviamente anche una preziosa parte per l’FM di cui possiamo apprezzare qualità e prestazioni tecniche sulle principali emittenti nazionali e non italiane. (M.L per NL)