Martusciello (Audiradio): L’indagine di Audiradio sarà un’indagine mista, di tipo quantitativo e censuario, attraverso l’SDK, strumento che già rappresenta un significativo passo avanti rispetto ad un modello meramente dichiarativo.
L’ascolto sarà rilevato su tutti i dispositivi, su tutte le piattaforme di distribuzione e in tutte le modalità di fruizione (live e on-demand).
L’intento è quello di restituire al mercato una fotografia realistica dell’intero universo di riferimento, rappresentando in modo quanto più capillare l’ascolto radiofonico di tutte le emittenti, favorendo l’accesso ai servizi di rilevazione da parte di tutti gli editori radiofonici che operano in Italia. Indipendentemente dalla loro diretta o indiretta partecipazione alla società e ciò a parità di condizioni e di trattamento.
Per quanto riguarda il DAB, si procederà a verifiche periodiche degli sviluppi di mercato della tecnologia diffusiva e si valuterà, conseguentemente, la possibilità di includere nel perimetro della ricerca gli operatori nativi digitali DAB, laddove tale opzione risultasse ragionevole e necessaria.
Sintesi
Abbiamo contattato il presidente di Audiradio, Antonio Martusciello, per un’intervista a tutto tondo riguardo la nuova indagine sull’ascolto radio, nella quale l’industria radiofonica e quella pubblicitaria ripongono molte aspettative per superare i limiti della rilevazione TER (che concluderà quest’anno la sua esistenza come indagine), censurati da Agcom e, per certi versi, dagli operatori.
L’intervista
Il presidente Martusciello si è immediatamente reso disponibile e, anzi, nel confronto si è andati ben oltre, tratteggiando un quadro esaustivo del panorama radiofonico (e non solo) italiano.
Chi è Antonio Martusciello
D’altra parte, Antonio Martusciello è uno che della materia ne sa: docente di Sociologia, ex commissario Agcom, un passato prima in Sipra e poi in Publitalia ’80 ed un presente in UPA (Unione Pubblicitari Associati).
Ma, soprattutto, non è un radiofonico: circostanza che abbiamo annotato da subito come segnale di discontinuità verso la precedente indagine, completamente governata da editori (in Audiradio il bilanciamento è garantito dalla nomina, come vicepresidente, di Anna Maria Genzano, che invece è espressione piena della radiofonia).
Dal MOC al JIC
(Newslinet) – Finalmente anche in Italia abbiamo un JIC per la rilevazione dell’ascolto del mezzo radio. Ora l’industria radiofonica e quella pubblicitaria sono equamente rappresentate. Quali vantaggi immediati porterà ciò?
(Antonio Martusciello) – In Italia, il modello JIC non rappresenta una novità. La prima Auditel si è formata nel 1984, e già sotto forma di JIC, cioè un organismo partecipato dal mercato e dagli operatori del settore.
Le componenti del mercato
Da un lato, editori e fornitori di contenuti che fruiscono dei dati di audience per verificare le performance dei servizi offerti e valorizzare la pubblicità; dall’altro, gli investitori e intermediari di pubblicità che utilizzano tali informazioni per la pianificazione pubblicitaria… e la prima Audiradio nacque nel 1988.
I prodromi del nuovo JIC
Nel 2006, la conformità del JIC al sistema di rilevazione delle audience è stata evidenziata da Agcom con la delibera n. 85/06/CSP, con cui l’Autorità ha sottolineato come tale modello organizzativo sia in grado di assicurare la massima correttezza e trasparenza delle rilevazioni, coniugando il principio di efficienza con quelli di equità e non discriminazione.
Audiradio conforme al TUSMA
Oggi Audiradio rinasce sotto forma di JIC, anche sulla scia della legge. L’art. 71, comma 5, lett. b) del TUSMA prevede, infatti, che le rilevazioni degli indici di ascolto e di lettura dei diversi mezzi di comunicazione “siano realizzate da organismi dotati della massima rappresentatività dell’intero settore di riferimento”.
I requisiti imprescindibili di un’indagine d’ascolto
La piena trasparenza dei processi di produzione, le verifiche in fase di post-valutazione, la certificazione dei dati forniti al mercato, unitamente alla massima rappresentatività del soggetto investito dell’indagine, costituiscono ormai requisiti imprescindibili dei sistemi di rilevazione in grado di garantire il corretto funzionamento della domanda e dell’offerta delle inserzioni pubblicitarie.
Dall’approccio analogico di TER alla propensione cross-mediale di Audiradio
(NL) – Una delle principali critiche mosse alla rilevazione TER era l’approccio, diciamo analogico, all’ascolto (FM centrico…). Per esempio, a TER era impossibile iscrivere stazioni native digitali, pur in possesso di autorizzazione ministeriale per la fornitura di contenuti in tecnica DAB. Con Audiradio ci sarà ancora questo vincolo?
(Antonio Martusciello) – In realtà TER, quantunque costituita sotto forma di MOC – e quindi non rappresentativa dell’intero settore di riferimento -, ha comunque avuto il pregio di fornire regolarmente, negli anni trascorsi, la produzione di indici di ascolto utili al mercato.
Criticità non metodologiche, ma organizzative
Pertanto, le criticità riscontrate, non hanno riguardato tanto la metodologia, ma soprattutto la governance, non più allineata alle previsioni di legge.
Le qualità del JIC
Come ho già rilevato, invece, la più pregevole qualità del JIC riguarda proprio la rappresentazione di dati condivisi dal mercato. Esso incarna un sistema di governance, che, unito a metodologie di rilevazione sottoposte a controlli regolamentari e riconosciute dal mercato come currency di riferimento, assume una particolare valenza nel contesto attuale.
Cambiamento del contesto multimediale
Oggi, infatti, il cambiamento del contesto multimediale restituisce uno scenario di profonda trasformazione per l’intero sistema delle comunicazioni ed espande in maniera significativa il bacino potenziale delle audience raggiungibili, anche in ragione dei cambiamenti strutturali nei comportamenti di consumo dei contenuti.
Profilare il campione attraverso schemi più ampi
Ciò comporta l’esigenza di profilare il campione attraverso schemi più ampi rispetto a quelli tradizionali. Nello Statuto di Audiradio è prevista la realizzazione di ricerche statistiche di tipo quantitativo e di indagini censuarie volte alla misurazione dell’ascolto delle emittenti radiofoniche italiane, nazionali e locali.
Tutti i device analizzati
Tale ascolto sarà rilevato su tutti i dispositivi, su tutte le piattaforme di distribuzione e in tutte le modalità di fruizione (live e on-demand).
Nativi digitali
Per quanto riguarda il DAB, si procederà a verifiche periodiche degli sviluppi di mercato della tecnologia diffusiva DAB+ e si valuterà, conseguentemente, la possibilità di includere nel perimetro della ricerca gli operatori nativi digitali, laddove tale opzione risultasse ragionevole e necessaria.
SDK
(NL) – Audiradio, conformemente alle prescrizioni di Agcom a TER, sarà un’indagine ibrida: dichiarativa ed elettronica, attraverso la metodologia SDK. Non esattamente il meter che molti (RAI in primis) si aspettavano…
(Antonio Martusciello) – L’indagine di Audiradio sarà un’indagine mista, di tipo quantitativo e censuario, attraverso l’SDK, strumento che già rappresenta un significativo passo avanti rispetto a un modello meramente dichiarativo.
Misurazioni dichiarative ancora in auge
D’altra parte, se guardiamo ai rapporti europei, come il report Radio Audience Measurement di EGTA (Association of television and radio sales houses) e il EMRO (European Media Research Organization), ancora oggi le metodologie di tipo dichiarativo sono quelle più comunemente impiegate in Europa, mentre sui sistemi passivi ci sono ancora sperimentazioni in corso.
SDK conforme alle prescrizioni Agcom
Le delibere Agcom, poi, hanno sempre favorito l’introduzione di una metodologia tecnologicamente affidabile, anche in forma ibrida, come appunto è la combinazione quantitativo/censuario attraverso l’SDK.
Meter ancora problematico
Il meter, invece, strumento di rilevazione passiva, presenta ancora molti problemi in varie parti del mondo, oltre ad essere uno strumento tanto costoso che, allo stato, faticosamente si “sposa” con il principio di sostenibilità economica della ricerca radiofonica.
La novità principale da evidenziare è il passaggio da tecnologie meramente dichiarative a ibride.
Le esperienze sulla total audience
(NL) – Audiradio trarrà benefici dalle sperimentazioni di Auditel e Audiweb nell’ambito della total audience?
(Antonio Martusciello) – In un ambiente sempre più crossmediale e multimediale, si palesa l’utilità di un approccio consumer-centric, dove le singole indagini di ascolto siano ispirate a forme di misurazione centrate sui fruitori dei contenuti. In questo senso, il processo di total audience rappresenta uno strumento rilevante.
Condivisione fra JIC
Sarà opportuno, pertanto, condividere alcuni asset di ricerca con gli altri JIC, al fine di orientarsi verso un’analisi integrata di tutti i media e allineare definizioni e parametri utilizzati, anche ai fini di una possibile riduzione dei costi da sostenere.
La rappresentanza delle locali in Audiradio
(NL) – Le radio nazionali hanno una presenza nel CdA di Audiradio mediata da ERA, di cui sono socie. Le radio locali, invece, lo sono in forma ulteriormente mediata dalla presenza (in ERA) di due associazioni di categoria, che però non rappresenteranno tutte le emittenti (locali) iscritte. Come saranno gestite eventuali istanze di quest’ultime?
Intermediazione
(Antonio Martusciello) – ERA rappresenta tutte le componenti radiofoniche, nazionali e locali. È chiaro che la numerosità della emittenza radiofonica locale ha determinato la necessità di intervenire per il tramite di soggetti di natura associativa, deputati alla raccolta e alla presentazione delle istanze sottese. Ecco perché le radio locali sono rappresentate – e intermediate – attraverso le loro associazioni di riferimento.
Fotografia realistica dell’universo di riferimento
L’intento della nuova Audiradio – e dei suoi 36 membri – è quello di restituire al mercato una fotografia realistica dell’intero universo di riferimento. Ciò potrà avvenire solo rappresentando in modo quanto più capillare l’ascolto radiofonico di tutte le emittenti.
Lo statuto
Ciò è testimoniato anche dallo Statuto di Audiradio, il quale prevede di favorire l’accesso ai servizi di rilevazione da parte di tutti gli editori radiofonici che operano in Italia, indipendentemente dalla loro diretta o indiretta partecipazione alla società e ciò a parità di condizioni e di trattamento.
Gli investimenti pubblicitari in Italia
(NL) – Gli investimenti pubblicitari sulla radio in Italia sono molto inferiori a quella di paesi europei parimenti evoluti in ambito mediatico. L’evoluzione della rilevazione sull’ascolto contribuirà a colmare il gap o la crescita di fatturato del mezzo in Italia dipende anche da altri fattori?
(Antonio Martusciello) – Negli ultimi anni si è registrato un trend in aumento delle risorse economiche derivanti dall’attività radiofonica, attraverso l’apporto pubblicitario. Nel 2022, i ricavi derivanti dall’esercizio dell’attività radiofonica sono passati da 585 milioni di euro a 603 milioni: una crescita pari al 3,1%.
Resilienza
Ancora una volta, i ricavi da vendita di pubblicità radiofonica rappresentano la fonte di finanziamento prevalente del settore, pari a 455 milioni di euro, con un incremento del 3,3%. La radio si dimostra ancora una volta un mezzo resiliente.
Potenzialità in aumento con una indagine crossmediale
La possibilità di misurare l’ascolto radiofonico in maniera più crossmediale espande sicuramente le potenzialità legate alla raccolta pubblicitaria, già in crescita.
Indagini precedenti non in grado di catturare tutto l’ascolto della radio
Ciò perché le indagini precedenti, di tipo quantitativo e legate a un solo device, non erano in grado di “catturare” tutto l’ascolto inespresso delle radio oggi disponibili su qualsiasi piattaforma di distribuzione e di diffusione.
Passo avanti
Ritengo quindi che l’introduzione di una misurazione più adatta ai processi multimediali costituisca un passo in avanti significativo e rispondente alle esigenze del mercato, da cui l’ascolto radiofonico emergerà premiato. (M.L. per NL)