Mario Luzzatto Fegiz racconta a NL l’epopea delle radio libere: da Radio Caroline a Per Voi Giovani. Dal Corriere di Spadolini ai Nagra installati in salotto. Dall’antenna che era “quasi” sul grattacielo Pirelli alle istruzioni per abortire in casa trasmesse in diretta durante gli spazi autogestiti. Le “minacce” per vendere tutto al “popolare” Scaramucci. Ma anche automazione a base di musicassette ed Eugenio Finardi che a Marx preferiva Tex (Willer).
1975, Radio Milano Centrale
Agli albori delle radio private Mario Luzzatto Fegiz, giovane giornalista del Corriere della Sera da sempre appassionato di radio – intesa come contenuti ma anche come apparecchi – decide di fondare la seconda radio privata di Milano, Radio Milano Centrale. Creando un prodotto totalmente differente dalla prima, Radio Milano International e dalle tante che seguiranno.
Impegnati e non
Gli altri “non si impegnavano”, mirando all’intrattenimento e ai programmi di dediche. Qui si parlava di politica, di questioni sociali e si metteva musica “seria”: niente Donna Summer, si preferiva Guccini (in mono, ma fortunatamente tal Eugenio Finardi nel programma del pomeriggio non se ne curava e riusciva a mandare in onda anche cose ascoltabili).
La nostra conversazione
Questo il resoconto di una conversazione che abbiamo tenuto proprio con Mario Luzzatto Fegiz in un pomeriggio di inizio novembre 2022. Un po’ per entusiasmo, un po’ per difficoltà a ricordare, il discorso tende ad andare a zig zag, ma – vi garantiamo – non vi annoierà.
Mario Luzzatto Fegiz
Mario Luzzatto Fegiz, nato a Trieste nel 1947 e’ ovviamente da sempre il critico musicale del Corriere della Sera, uno che conosce personalmente tutti (non solo in campo musicale, sospettiamo). Ha pubblicato un’autobiografia, “Troppe zeta nel cognome“, ma a Radio Zeta non lo hanno voluto.
L’intervista
(Newslinet) – La radio ti appassiona ancora?
(Mario Luzzatto Fegiz) – La radio mi ha sempre affascinato. Alle medie costruii la mia prima radio a galena, che ovviamente funzionava senza corrente. Tutto quello che erano onde hertziane mi faceva impazzire, fino da ragazzino.
Sui 27 MHz col Presidente della Repubblica
Quando è arrivata la moda dei 27 megacicli io ero lì. Insieme al futuro presidente Cossiga, insieme a Zamberletti, al quello che sarebbe diventato il sindaco Aniasi. Era un primo tentativo di sfidare il monopolio; pericoloso in quanto con i radio goniometri ti beccavano subito e ti facevano chiudere. Quindi, sì; il primo palpito di liberazione dell’etere è stato sui 27 MHz. Poi si è arrivati alla FM.
Caroline-Radio RAI
Ascoltavo ovviamente alla notte Radio Caroline, da cui alla Rai abbiamo preso un dj: Raffaele Cascone, uno abituato a stare sulla nave. Quando ci accoglieva in via Asiago ci salutava con “benvenuti a bordo”. A bordo dove? Siamo a Roma!
Anche Radio Luxembourg aveva grandi influenze su noi alla Rai, ascoltavamo le novità inglesi e americane che poi mettevamo a Per Voi Giovani.
Dopo Capodistria
Decisi di fondare Radio Milano Centrale mentre lavoravo al Corriere della Sera, dopo aver collaborato con Radio Capodistria col programma quotidiano Free Music. Poi sono stato a Radiomattina in Svizzera, dove prendevo sempre in giro gli svizzeri. Ma mi lasciavano fare.
De Andrè
Poi …. ma tu devi ascoltare su YouTube una canzone di De Andre’, parlando del naufragio della London Valour, dove Fabrizio in una strofa dice “La radio di bordo è una sfera di cristallo, dice che il vento si farà lupo e il mare sciacallo.” strofe da brivido, le conosci no?
(NL) – No, non la conoscevo…
(MLF) – Infatti nessuno la conosce. La radio di bordo è una sfera di cristallo…e infatti l’ultimo messaggio che ho mandato a Fabrizio prima che morisse è stato…..beh…va beh. Ok.
Radio pubblica
(NL) – Insomma, la ascolti oggi la radio?
(MLF) – Sì, oggi ci sono due programmi che ascolto volentieri, Luca Bottura (Forrest, Rai Radio 1, ndr) e un giorno da pecora (sempre Rai Radio 1). Come sai io ho fatto per 12 anni Fegiz Files e oggi mi manca la radio pubblica. Certo ho lavorato anche alle private. Dopo aver venduto le mie sono andato a Stramilano e…
Mai dire no a Suraci
(NL) – Aspetta, aspetta; nessuna privata ha voluto prendere Fegiz Files dopo che la Rai lo ha sospeso?
(MLF) – Forse il mio stile era diventato obsoleto. Ma devo dire che quando Suraci mi chiese di collaborare io risposi “no, sono fedele alla Rai” . Cazzata, perché alla Rai non si deve essere fedeli, è una p… cosa stavamo dicendo?
The Best of Fegiz
(NL) – Puoi sempre chiederglielo; puoi riprovare, oggi ad esempio con RTL 102.5 Best lui sta…
(MLF) – … no, no pensa che quando ha fatto Radio Freccia gli ho detto che volevo essere una delle frecce al suo arco. Ma non mi ha risposto.
Non guardate quel programma
Ma lo capisco, per carattere è una persona che ricorda tutto… d’altronde mi sono fatto molti nemici in questi anni. Come il pezzo che scrissi quando fecero Anima mia: si intitolava “non guardate quel programma”… capisci? Ferite che non si rimarginano. I bersagli erano in quel momento Fazio e Baglioni.
Bernabei
La Rai era furba, Bernabei teneva tutto sotto controllo ma lasciava alcuni “sfogatoi”: Buon Pomeriggio con Costanzo e Dina Luce, Per voi giovani, chiamate Roma 3131 – che era registrato! -; tutto il resto era registrato.
Paolo Giaccio
Con Paolo Giaccio soffiammo un programma ad Arbore: andammo dal direttore generale Giuseppe Antonelli e gli dicemmo che la radio andava fatta in diretta; suggerimmo di mandare Arbore in diretta. Arbore aveva paura della diretta e così gli soffiammo il programma
Milano Centrale
(NL) – Parliamo di Radio Milano Centrale.
(MLF) – Innanzitutto devo ringraziare Giorgio Papachristos, il rappresentante di Nagra per l’Italia che mi dette i registratori, quelli che avevo per lo studio casalingo che mi ero fatto per Radio Capodistria. Ne ho qui uno e funziona ancora perfettamente. Lavoravamo solo con i Nagra.
Ma il mio problema con Centrale era che io ragionavo in termini RAI, qualità del segnale, qualità del programma (N.d.R. RAI di quei tempi, ci verrebbe da aggiungere, quantomeno per il segnale… ma andiamo oltre).
Inno nazionale
La radio ha avuto sede prima a casa mia in in zona Vittoria a Milano poi in via Porro Lambertenghi presso la chiesa Valdese (cui concedevo un’ora alla settimana, la domenica mattina). Poi nella sede della società di mio padre, la Doxa.
Quel … che voleva
(NL) – Parlami della musica, chi decideva l’impostazione e chi faceva la playlist?
(MLF) – Playlist? Ma ognuno faceva quel c…o che voleva, portava i suoi dischi o usava i miei. Una mattina uno mise Hendrix e al telefono mi chiamarono “Ueh! quella è la musica dei disgrazia’…”.
Il grattacielo di un amico (o forse la terrazza)
Ah, sì mi chiedevi dei trasmettitori. Il primo era sopra casa mia. Poi montai un traliccio in via Pirelli, su un grattacielo che mi fu concesso da un amico e che serviva perché (sui 101.5 MHz N.d.R.) eravamo molto vicini a Milano International (sui 100.880 MHz N.d.R.) che era molto più potente, perché Borra – pace all’anima sua – era tecnicamente molto preparato.
(NL) – Un attimo, una postazione su un grattacielo ” che ti ha dato un amico”?
(MLF) – Si, un fan che mi ha prestato una terrazza dove ho costruito un capanno per metterci un trasmettitore più potente, in via Pirelli.
Acqua alta all’idroscalo
Comunque con Milano Centrale decisi di trasmettere dalle 7 alle 17, perché io conoscevo i dati di Montecarlo e dopo le 17 non ascoltava più nessuno. I miei collaboratori erano abituati a lavorare da soli, il notiziario del mattino lo preparavamo la sera prima. Poi Grazia Coccia alle 7 era talmente “assonnata” che a volte le facevamo degli scherzi facendole leggere notizie assurde. E non se ne accorgeva. Come quando annunciò “condizioni favorevoli al fenomeno acqua alta nel bacino dell’idroscalo”.
Compagni che “sbagliano”
La nostra redazione andava dalla sinistra storica a quella di classe, andava dai socialisti a Lotta Continua. Ma forse tra i volontari c’era anche qualcuno dei ‘compagni che sbagliano”.
Le brigate rosse
Io ero molto preoccupato di questo fatto, ero il direttore.
Mai un sequestro
(NL) – Giusto, una curiosità. Perché non hanno mai sequestrato la tua radio e Milano International, che in fondo metteva solo dischi, ha avuto tante vicissitudini?
(MLF) – Ero più ‘ furbo. mio ero detto: se chiediamo la licenza di trasmettere non ce la danno, che possiamo fare? Così la registrai come quotidiano. Perché una cosa facile era chiudere una stazione radio privata, ma un quotidiano! Il ragionamento si rivelò corretto. Poi tenni rapporti costanti con la questura.
Un amorevole consiglio dalla questura di Milano
Mi dissero “Le telecronache delle manifestazioni non puoi farle. O se vuoi farle, le devi ritardare di 30 minuti”. Io ho obbedito alle leggi viventi e riuscii sempre a…
(NL) – Aspetta: gli altri erano ragazzi, tu un giornalista del Corriere della Sera, assunto dal direttore Spadolini in persona. La tua famiglia conosceva Giulia Maria Crespi… avra’ pesato anche quello, no?
(MLF) Può darsi. Sì, il Corriere mi ha appoggiato. Però in radio avevo problemi, pensa al programma per le donne lo ricordi?
(NL) – No, giravo su Soul Train…
Prendete la pompa di una bicicletta
(MLF) – Capisco… si chiamava il giornale delle donne, autogestito. Te le immagini? “Compagne…in questo parco, porco.. oggi vi spieghiamo come si fa un aborto in casa. C’era Adele Faccio, un giorno inizia a dire “si prende una pompa di bicicletta”. Ero terrorizzato, ma non successe niente.
Una radio e due Nagra, please
Nella radio c’era la componente di estrema sinistra dalla Cisl e a un certo punto volevano la radio, mi offrirono 20 milioni inclusi i due Nagra. E il PCI minacciava di togliermi la tessera…
Minacce democratiche e antifasciste
(NL) – … scusa “minacciare di togliere la tessera del PCI”. Ma chissenefrega, no?
(MLF) – Eh… ma Milano Cenrale aveva dentro la sinistra di classe (Lotta Continua, ecc), ma anche quella storica, dove mi posizionavo io. Dovevo tenere il bilanciamento. Altrimenti sarebbe andata in onda la frase standard nei notiziari, “un presunto appartenente alle sedicenti brigate rosse”… e i “compagni che sbagliano”. Io lì avevo un grande problema: c’era il terrorismo. La sede della radio era a 100 metri dalla sede del MSI.
Metodi progressisti
(NL) – Nel libro dici che ti avevano minacciato per farti vendere Milano Centrale. In cosa consistreva la pressione?
(MLF) – Cosa vuoi, sarebbe bastata una causa civile per i collaboratori non in regola. Chi l’ha acquisita ha usato anche questo metodo.
Facciamo i nomi
(NL) – Chi esattamente?
(MLF) – Piero Scaramucci, il futuro direttore di Radio Popolare. Quelli di Lotta Continua volevano il controllo totale, la volevano gestire loro. Poi sai, io mi sono trovato in minoranza, nella società usavamo la gestione assembleare e…
(NL) – “Uno vale uno”!
La radio è una nave in navigazione
(MLF) – Esatto. Ma le istituzioni totali, carceri, caserme ospedali… e le radio non si possono gestire in modo assembleare. La radio è una nave in navigazione. Loro volevano la gestione assembleare, io ero abituato alla professionalità del Corriere. Aborrivo tutto questo.
Eugenio Finardi
(NL) – Raccontaci di Eugenio Finardi.
(MLF) – Era bravissimo, trovava e portava cose americane, incredibili. Durante il programma tutti bevevano come spugne. Una cosa impressionante.
Finardi! Legga Marx
Lui faceva un programma leggero, ma il mio collaboratore Ferruccio Cattoretti gli disse “dovresti leggere più Marx ed Engel”. E lui pronto rispose “leggo Tex Willer e ti spacco il …” Poi lo sai, la canzone La Radio è nata lì da noi, su richiesta di alcuni ascoltatori. In diretta così.
Dario Fo
Avevamo moltissimi ascoltatori quando trasmettevo in “diretta differita” le piece di Dario Fo. Con quattro Nagra riuscivamo a mandare con 30 minuti di ritardo i suoi spettacoli, come quelli che faceva alle case occupate di Viale Risorgimento. Tuttti si chiedevano come facevo, ma era facile, Bastava un gioco di staffette fisiche con le bobine.
Centrale on-demand
(NL) – Una diretta time-shifted!
(MLF) – Sì, anche se la SIAE mi trascinò in giudizio. Io mi sono dichiarato colpevole e pagai poco. Ma l’ispettorato del lavoro beccò un praticante, Antonio Di Bella, attuale direttore del TG3. Era lì da me.
Radio Regione
(NL) – Raccontaci di Radio Regione. Sul Corriere scrissero che avevi l’antenna sul grattacielo Pirelli e che era la prima radio gestita da un computer. Vero?
(MLF) – Era per 3/4 una balla. Avevo scoperto che esisteva uno stranissimo oggetto della Philips che si chiamava Carousel. Ti cambiava le cassette da solo. Quello era il nostro computer, la nostra automazione. E l’antenna. Gli avevo detto che era “in via” Pirelli, ma forse capirono solo Pirelli. La nostra antenna era più bassa.
Regione al centro (sinistra)
(NL) – La linea di Radio Regione era meno “di sinistra” rispetto a Centrale…
(MLF) – Era più soft. Ma io ero ancora nell’età in cui si pensa che si può cambiare il mondo. Solo molto tempo dopo mi sono reso conto che l’80% della tua vita dipenda dalla famiglia da cui vieni e dal paese in cui nasci.
Goduria in due
(NL) – Parlaci di Goduria in due.
(MLF) – Il programma di mezzanotte. Con Piercarlo Bargoni di Bargone, in arte Charlie: un contenitore di improvvisazioni e follie varie.
Emmanentistico, mistico e trascendentistico (con follow-up materialistico)
Spesso lo usavamo per rimorchiare. Sai, le radio erano perfette per rimorchiare, con le stazioni private si è scopato come non mai. La volante del sesso era Maurizio Micheli, che dopo teatro e dopo cena interveniva nel programma… che faceva poi tutti gli ascolti al mattino, durante la replica delle 8. Comunque Charlie era un pazzo totale, viveva in Garibaldi con 11 cani.
Guccini a Studio 105?
Dopo aver venduto ho lavorato per la famiglia Hazan, per 105. Fino a quando un giorno ho messo Guccini di mattina, un errore fatale. Perche’, sai, in radio potevi dire quello che volevi ma esisteva ed esiste un totem: la playlist. E’ un’ossessione.
Licenziato in diretta
Quando Alberto dall’auto ha sentito l’avvelenata di Guccini ha chiamato la radio e mi ha licenziato.
Debiti
(NL) – Ultima domanda, sul libro hai scritto che hai venduto la radio in quanto eri troppo indebitato. Ma negli stessi anni Montestella ospitava le rubriche dell’allora nuovo e sfavillante “Il Giornale” di Montanelli, mentre Milano International era piena di pubblicità. Davvero non c’era modo di restare indipendente e con i conti in pareggio?
(MLF) – Ho provato anche a renderla un po’ piu’ commerciale. Ma come tutti i bravi giornalisti, sono un pessimo editore.
L’orribile clock
Io trovo terribile come sono fatte le radio oggi. Sei solo, hai sullo schermo una striscia che ti dice quanto tempo hai fino alla partenza del prossimo disco. Non hai neppure nessuno in regia. Qundi ti capita di avere spazio quando magari non hai un c…o da dire, oppure non ne hai quando avresti molto da dire. Perche’ i dosaggi li decide la macchina.
Braghe
Se invece guardi la qualità e cerchi le utopie finisci come me: un editore radiofonico con le braghe di tela. (M.H.B. per NL)