La notizia è breve, semplice e in qualche modo prevedibile. Da fine gennaio nessuna radio edita dal broadcaster pubblico inglese risulta disponibile tramite RadioPlayer. Cosa particolarmente grave considerando come Radioplayer UK fosse all’origine di tutti i RadioPlayer esistenti nel mondo. Vediamo qualche dettaglio di questa mossa che – come avevamo avuto modo di scrivere in passato – ci pare logica conseguenza dello sviluppo degli algoritmi di analisi dei big data.
Un genitore che ripudia un figlio
Come recita la pagina “Our Mission” del sito di Radioplayer UK, era stata proprio la BBC nel 2011 a proporre agli altri “player” del settore una partnership al fine di creare una piattaforma comune per l’ascolto delle radio online. La mossa aveva avuto un immediato successo con molti broadcaster pronti ad adottarne “filosofia e tecnologia“, in UK e nel resto del mondo (attualmente in 13 nazioni differenti).
Contestualizziamo
Ma cerchiamo di contestualizzare. Nel 2011 la BBC non disponeva di una app dedicata alle proprie radio, ma solo (per cosi dire) di una app radio-televisiva di nome iPlayer.
BBC Sounds
La piattaforma dedicata all’audio (a quel punto canali non solo lineari ma anche on-demand), denominata BBC Sounds, è arrivata solo nel 2018. Capital FM, per fare un altro esempio, ha debuttato con la sua app nel 2014.
In Italia
In Italia il gruppo RTL ha visto esordire RTL Play già il 2 luglio 2012 mentre la app di Radio 105 è stata resa disponibile addirittura nel 2011. Tutto questo per dire che alla data della creazione di RadioPlayer l’iniziativa aveva senso, si inseriva infatti nel contesto di un mercato tutto da far crescere.
Steve Jobs
Senza dimenticare che Steve Jobs nel 2009/2010 aveva dichiarato di preferire portali tipo TuneIn piuttosto che un proliferare di centinaia di app radiofoniche differenti ciascuna promossa e dedicata a una singola emittente (se ricordiamo bene aveva addirittura ipotizzato di non accettarne più).
Dodici anni
Ma dodici anni sul web sono un’eternità. O meglio, lo erano nel periodo tra il 1995 e il 2007 e lo stanno ridiventando oggi, per l’esattezza dopo il 30 novembre 2022. E in questi anni è apparso a tutti chiaro quanto strategico sia recuperare, custodire e analizzare le informazioni su dati, abitudini e preferenze degli utilizzatori.
2 GB di datapoint giornalieri
Al punto che, come emerso durante l’intervista a Lorenzo Suraci pubblicata il 19 gennaio 2023, dalla sola app RTL Play “vengono estratti oltre 2 GB di “informazioni puntuali al giorno”.
Perimetri
Dati essenziali non solo per valutare correttamente il numero di contatti sull’intero perimetro di quella che una volta chiamavamo “radio”.
Profilazione andata e ritorno
Essi, infatti, oggi più che mai, hanno lo scopo di adattare sempre più l’offerta ai gusti (attuali o futuri) degli ascoltatori.
Condivisione difficile
In UK come in Italia le app generiche non possono fornire queste informazioni, in quanto si tratterebbe di condividere i dati con gli editori concorrenti. Oppure forse potrebbero, ma occorrerebbe creare complessi sistemi informatici a compartimenti stagni (e fidarsi dell’utente “root“).
Uno vale uno
Senza contare che il valore di un marchio viene sminuito in un elenco dove “uno vale uno”, la piccola radio di provincia disponendo sostanzialmente dello stesso spazio della gloriosa BBC Radio 2.
Deep Link
La strategia di BBC è chiara: se proprio le proprie emittenti devono figurare in player di terzi, questi devono “deep-link to BBC Sounds for Playback“, frase che ipotizziamo significhi qualcosa come diventare null’altro che uno skin sopra la app (o i servizi implementati in essa) della BBC.
Denial Mode
Le dichiarazioni a commento da parte di Michael Hill, fondatore e managing director di Radioplayer UK ci mostrano un’azienda in denial mode: “Radioplayer è in una fase di crescita, con nuovi paesi che si uniscono alla nostra piattaforma internazionale, altre partnership automobilistiche che stanno per essere annunciate e nuovi importanti investimenti provenienti da BBC, Global, Bauer e Radiocentre.
Rispetto
Il nostro successo negli ultimi 12 anni è dovuto al fatto che rispettiamo i requisiti strategici delle emittenti che ci possiedono, ci supportano e ci finanziano”.
Dashboards
Sara’ anche vero, ma noi non vediamo quale possa essere oggi l’allineamento tra i requisiti strategici delle radio e quelli di Radioplayer. Tranne uno, che è molto più politico che tecnologico e riguarda la scelta strategica su cosa preinstallare nei dashboard delle autovetture.
La Teana
Concetto ben espresso dal responsabile di Radioplayer italia, Eugenio La Teana: “I grandi marchi dell’automobile sono globali. E quindi per loro e’ importante avere di fronte un interlocutore globale. Nessun gruppo radiofonico (da solo, N.d.R.) può essere qualificato come tale.” (M.H.B per NL)