Lorenzo Suraci: “Abbiamo iniziato con Hit Channel, un “supermedia”, allora unico nel suo genere. Claudio Cecchetto ha sposato il mio progetto, ma lo ha trasformato in una tv musicale. Durò un anno, poi lo ripresi in mano. Nel 2007 la multipiattaforma. Un risultato incredibile. Ma il potere della politica, della televisione e della telefonia ci ha bloccato. Sono felice di essere stato un pioniere che ha tracciato la strada che tutti stanno percorrendo. Voglio fare i complimenti a Roberto Sergio perché è riuscito a svecchiare la RAI. Ma dobbiamo fare sistema”.
Lorenzo Suraci: la serie
Inizia oggi il primo di una serie di appuntamenti quotidiani in esclusiva su NL con l’editore della prima radio italiana per numero di ascoltatori: Lorenzo Suraci. Che si racconterà ai nostri lettori, con retroscena, aneddoti, pensieri e – soprattutto – anticipazioni sul futuro della radio.
(Newslinet) – Sembra che oggi tutti gli editori facciano la visual radio da sempre….
(Lorenzo Suraci) – Noi facciamo la Radiovisione dal 2000 e questa è stata la nostra risposta ad un mondo che stava cambiando con una crescente crossmedialità.
L’idea mia e quella di Cecchetto di Radiovisione
(NL) – Come è nata l’idea della Radiovisione?
(L.S.) – Abbiamo iniziato con Hit Channel, un “supermedia”, allora unico nel suo genere, che ha coniugato radio, tv, internet e sms. Nel 2001, Claudio Cecchetto ha sposato il mio progetto, ma lo ha trasformato in una tv musicale.
La ripresa del timone
(NL) – Non durò molto…
(L.S.) – La collaborazione con Cecchetto si è interrotta dopo un anno e così ho ripreso la mia originaria iniziativa che vedeva l’integrazione dei vari media.
La multipiattaforma 10 anni prima degli altri
(NL) – Un importante snodo avvenne poco più di un decennio fa…
(L.S.) – Sì. Negli anni successivi, esattamente nel 2007, ha debuttato in maniera più completa RTL 102.5, integralmente in simulcast in radiovisione.
(NL) – Non solo, lì nacque il concetto di multipiattaforma.
(L.S.) – E’ vero. Il primo decennio del 2000 è stato quello in cui RTL 102.5 si è presentata su tutti i device e su ogni piattaforma, crescendo non solo su satellite e web. Ma ricordo anche sul DMB, tecnologia che nasceva sulla piattaforma DAB. In sostanza, la nostra radiovisione era ricevibile da tutti gli apparati DAB in commercio.
RTL piaceva al pubblico, ma non all’establishment
(NL) – Il modello della radiovisione di RTL piacque al pubblico, ma diede fastidio all’establishment…
(L.S.) – Già. Un risultato incredibile per la funzionalità della nostra tecnologia. Ma il potere della politica, della televisione e della telefonia ci ha bloccato impedendone lo sviluppo.
Lorenzo Suraci: vince chi comincia e persevera
(NL) – Si dice: “Vince chi persevera, non chi comincia”. Nel caso di RTL, il concetto buddista va mutuato in: vince chi comincia ma persevera…
(L.S.) – E’ una grande soddisfazione, comunque, essere stato il pioniere della Radiovisione e non solo in Italia. E sono ancor più felice di vedere come oggi, seppur con delle differenze, tutte le altre emittenti private, nazionali e locali, si stiano allineando al modello della Radiovisione.
Bravo Roberto Sergio
(NL) – La RAI vi ha seguito con decisione…
(L.S.) – Colgo l’occasione per fare i miei complimenti all’amico Roberto Sergio, poiché è stato il primo direttore di Radio Rai a capire l’importanza della Radiovisione, sviluppando le nuove tecnologie dopo 40 anni di immobilismo della Rai. Che avrebbe dovuto, invece, trainare il settore, proiettandolo nel futuro.
Dobbiamo fare sistema
Certo, adesso dobbiamo tutti insieme fare sistema e spero che si proceda senza indugi. Ognuno con le proprie specificità, scelte ed investimenti. Noi, rispetto ai nostri colleghi, siamo più avanti nelle scelte, perché forti di una esperienza ventennale. E così andremo avanti. (… segue domani…) – (M.L. per NL)