Sta facendo discutere tra gli operatori la dichiarazione resa da Gabriele Zeggio, “l’uomo gazebo” della Lega a Varese Press sull’imminente abbandono delle trasmissioni in FM di Radio Padania.
Dopo essersi riconvertita all’ambito locale anche sotto il profilo giuridico (la concessione comunitaria in ambito nazionale è stata ceduta la scorsa estate al nuovo soggetto Associazione Culturale Radiofonica Comunitaria, editrice di Radio Freccia, del gruppo RTL e contestualmente è stata rilevata una concessione comunitaria locale cui sono stati asserviti alcuni degli storici impianti lombardi e qualcuno fuori regione) la stazione della Lega non è riuscita ad invertire il trend negativo sotto il profilo economico.
Così a problemi finanziari sarebbe da ascrivere la dichiarazione di Zeggio: “Dopo oltre 4 anni di lotta, chilometri macinati e di spot per evitare il peggio, la nostra piccola grande Radio esce dall’FM e quindi perderà moltissimi ascoltatori. La mia amarezza non è per le persone giuste, che anche se nelle loro difficoltà hanno tentato in tutti i modi di evitare il dramma di non sentire più la Radio, la mia amarezza è per chi avrebbe potuto e non ha fatto nulla per evitare questo. Per me è sempre venuta prima ancora della Lega Nord la nostra piccola radio libera e ricordo a tutti che si chiama ” Radio Padania Libera” , Non Radio Itaglia in catene. Scusate il mio sfogo, ma quando vedrò i prossimi cedolini degli stipendi alti dei parlamentari e la nostra Radio destinata a chiudere mi verrà solo da vomitare”.
A chi andranno gli impianti FM se la dichiarazione di Zeggio fosse confermata è abbastanza prevedibile. Quali possano essere le piattaforme distributive dei contenuti di Radio Padania dopo la cessione degli impianti terrestri è altrettanto prevedibile: IP, DAB+ e DTT. In realtà, Radio Padania per certi versi anticipa un trend che su queste pagine abbiamo già indicato come probabile medio tempore: fin d’ora le piattaforme concrete alternative all’FM, IP e DTT hanno un’incidenza sull’ascolto non irrilevante e l’avranno sempre di più a partire dal 2018 con l’avvento delle tariffe flat per le connessioni mobili e soprattutto con l’arrivo delle auto interconnesse (marzo 2018). D’altra parte la titolarità dei diffusori FM sarà sempre meno una way-out economicamente di rilievo per gli editori che vorranno appendere al chiodo le cuffie: secondo gli analisti di Consultmedia (struttura di competenze a più livelli collegata a questo periodico) entro 15 anni il valore sarà completamente azzerato, come dimostrato, tra le altre cose, dal costante abbattimento dei valori del trading impiantistico nella misura del 5-10% annuo. La stima di 15 anni potrebbe peraltro essere ottimistica: secondo alcuni osservatori, la durata dell’FM sarebbe addirittura al di sotto dei 10 anni. “Il fatto che i grandi player della radiofonia stiano continuando ad investire negli impianti FM non significa che anch’essi non siano convinti che il timer è già partito”, commenta Massimo Rinaldi, ingegnere di Consultmedia. “Semplicemente sono consapevoli che in un futuro dove si combatterà solo con contenuti e notorietà, perchè la qualità e la diffusione del segnale non saranno più discriminanti, le rendite di posizione maturate avranno un grande valore, quantomeno per qualche anno. Di qui l’esigenza di consolidare il proprio dominio in vista dell’inevitabile successione tecnologica, nella direzione della multipiattaforma che, a sua volta, è anticipativa del vettore unico: l’IP. Nelle prossime settimane Consultmedia concluderà un importante lavoro di ricognizione sulla radiofonia declinata sull’automotive: e le conclusioni sono quasi sconcertanti”. “Non possiamo anticipare nulla – interviene Massimo Lualdi, avvocato dell’Area Affari Strategici di Consultmedia – ma il report spiegherà cosa sta dietro lo sviluppo repentino della radiofonia via IP di questi ultimi mesi e l’analogo brusco rallentamento di altre piattaforme distributive via etere”. Insomma, il futuro è digitale. E forse la motivazione economica alle base delle dichiarazioni di Zeggio circa l’abbandono della FM da parte di Radio Padania è solo quella più evidente. (E.G. per NL)