Radio Italia Anni 60 partecipe di una interessante iniziativa trentina.
Il sito d’informazione trentina ilDolomiti.it, di recente nascita ma già di ottimo successo, si lancia, con un Tg, anche in Radio. Non è un paradosso ma una nuova iniziativa che vede alleata per questa operazione una forte emittente locale, Radio Italia Anni 60.
Ecco cosa scrive il sito stesso: “(Ora) ilDolomiti.it lo potrete anche ascoltare. Il Tg in 60 secondi (che quotidianamente produciamo per il sito e la pagina Facebook) approda in Radio, o meglio sulla principale Radio regionale, la più ascoltata e seguita, Radio Italia Anni 60. Un vero e proprio radiogiornale flash con la voce del mitico Nereo Pederzolli a speakerare e più uscite: in serata, a partire dalle 21 e alla mattina, a partire dalle 6.
Un altro passo in avanti nella crescita di un giornale nato poco più di due anni fa (era il primo settembre 2016) ma che in poco tempo ha scalato tutte le classifiche diventando uno dei primi quotidiani del Nord Est bruciando, mese dopo mese, record su record. Solo per fare qualche numero, negli ultimi trenta giorni sono stati oltre 1 milione e 300 mila i lettori unici con più di 3 milioni di pagine visualizzate.
E da novembre siamo anche stati inseriti nella rassegna stampa della prima emittente privata locale, Trentino Tv, unico giornale online ad essere presente tra quelli cartacei. Un altro attestato di affidabilità e sicurezza che ci responsabilizza ulteriormente verso voi lettori che ci accompagnate in questo percorso di crescita”.
Un aspetto curioso e ‘intrigante’ della collaborazione di Radio Italia Anni 60, gruppo che questo periodico segue con attenzione, con ilDolomiti.it è la figura del citato Nereo Pederzolli, che è molto noto in zona per il suo lungo lavoro in Rai (è pensionato da circa due anni). E proprio il Dolomiti.it lo aveva intervistato in occasione del suo pensionamento, il 31 dicembre 2016, a firma di Luca Andreazza: “Oggi un pezzo del giornalismo trentino si accinge a passare il testimone: ‘Stasera alle 18.45 condurrò per l’ultima volta il Giornale Radio e poi andrò in pensione, ma non appendo il microfono al chiodo’. Si prepara così Nereo Pederzolli prima di lasciarsi alle spalle l’esperienza ultra trentennale, in mamma Rai.
Nereo Pederzolli, classe 1953, ha vissuto da protagonista la scena del giornalismo e l’evoluzione della stampa,… ma gli inizi sono stati, ovviamente, diversi come diversa era la professione del giornalista.
‘Solo un aspetto è rimasto immutato nel tempo. Oggi come allora è la passione che spinge una persona a intraprendere la professione del giornalista. Nel mezzo il mondo si è capovolto. Oggi la tecnologia è venuta in soccorso del corrispondente, mentre allora era un vero e proprio campo di battaglia. Si telefonava dalle cabine per dettare il pezzo al collega oppure si correva in ufficio a sviluppare il rullino e poi attraverso il sistema telescrivente si inviavano le immagini ai quotidiani: guai a sbagliare i formati…”.
Dopo un’esperienza giovanile a Milano, ci fu negli anni ‘80 il rientro a Trento, come ricorda sempre lo stesso Pederzolli: “Inizio una collaborazione… con l’Alto Adige e poi spinto da Enrico Goio e Ezio Zermiani provo il concorso in Rai. Allora si poteva avere il doppio contratto e inizio a seguire la giudiziaria e le inchieste ‘Armi e Droga’ e ‘Droga caserme’ anche per il Messaggero di Roma, prima, e poi per La Repubblica, relazionandomi con giornalisti del calibro di Enzo Biagi e Joe Marrazzo.
Nel 1976 sono in prima linea nel disastro della funivia di Cavalese… Nel 1985 avviene invece il disastro di Stava: sono le 12.22 del 19 luglio e l’argine superiore cede. Ore convulse, ma riesco a chiamare Giorgio Salomon dell’Eliski Val Gardena e, nonostante il divieto, sorvoliamo tutta l’area scattando diverse foto. Al rientro per la fretta scavalco il cancello della Rai e alle 15 consegno le prime foto della tragedia. I morti sono 268 e mi presento negli studi in camicia hawaiana, un imbarazzo incredibile”.
A cavallo fra il 1995/96 divento inviato agroalimentare esclusivamente per la Rai e mi sposto fra Bologna e Roma prima del rientro a casa nel 2004…
(Ora) non ho nessuna intenzione di appendere il microfono al chiodo. Ho già alcune idee, ma non a scopo di lucro, come un documentario su cibo e vino. Ora stiamo vivendo una vera e propria pornografia del cibo. Le persone devono essere educate e coinvolte”. (M.R. per NL)