Un "attacco censorio e intimidatorio nel pieno della campagna ‘Spegni la censura, accendi ‘Black Out’" avviata in vista della scadenza del contratto d’affitto per l’emittente di riferimento dell’autonomia.
Cosi’ la redazione di ‘Radio Black Out’ definisce l’operazione che ha portato a sette misure cautelari e alla perquisizione della sede della radio. "Con la scusa di un’operazione di polizia inconsistente – dicono i redattori – volta a criminalizzare l’ Assemblea antirazzista torinese, che tra l’altro si e’ sciolta lo scorso mese di maggio, la radio e’ stata di fatto sequestrata per piu’ di 6 ore e per piu’ di un’ora e’ anche stato staccato il segnale, cosa che non puo’ assolutamente accadere a una radio e il motivo della perquisizione e’ perche’ la radio e’ stata definita il luogo in cui i partecipanti dell’Assemblea tengono riunioni e assumono decisioni. Non ci stupisce – aggiungono i redattori della radio – che la cosa arrivi in questo momento in cui la radio e’ gia’ sotto attacco da parte del Comune ma per noi e’ l’ennesimo episodio che dara’ il la’ a nuove iniziative nell’ambito della nostra campagna con la quale ribadiamo che da qui la radio non se ne andra’". I reati contestati, secondo i redattori di ‘Radio Black Out’ sono "di scarsissima rilevanza penale: insulti, reati contro il patrimonio, resistenza e violenza a pubblico ufficiale e una generica associazione a delinquere e tre dei colpiti dai provvedimenti di oggi sono nostri redattori". (Adnkronos)