In relazione all’articolo di ieri sulla nascita di una nuova stazione radiofonica locale ed Alessandria, prendono la parola gli editori uscenti.
Questo la stralcio di un comunicato lungo e duro (tanto che abbiamo preferito ometterne alcune parti) inviatoci oggi da Roberto Marzano, fondatore della storica stazione Gamma 102. "Settembre 1975 – febbraio 2010: sono passati trentacinque anni da quando, sull’esperienza in fatto di musica del marito, una grande imprenditrice, Anna Maria Navatta, iniziava un’avventura, quasi per ridere, chiamata Radio Gamma. Un inizio pieno di problemi, investimenti fatti con il contagocce, leggi che non arrivavano e poi, finalmente, a schiarire il cupo mondo della tele radiofonia arriva un imprenditore, allora ancora poco famoso, di nome Silvio Berlusconi e grazie al potere da lui acquisito nell’immediatezza, arrivano le prime leggi e l’azienda inizia ad assumere i connotati di una vera e propria impresa. Sono stati tanti i problemi che hanno costellato questi anni: colleghi che chiudevano, altri che fallivano, ma lei ha sempre resistito, dispiacendone per la sorte di chi chiudeva o falliva, odiando persone che commentavano con le famose parole “finalmente uno in meno”, nonostante l’incalzare dei consueti “affaristi” che continuavano a fare offerte. Ma lei non voleva, non poteva vedere quelli che ha sempre chiamato “i miei ragazzi” sulla strada. E così a denti stretti ha superato ogni ostacolo sia personale sia aziendale. Ma arriva il fatidico 2005, quella notte maledetta di domenica 16 maggio. Lo avevamo detto tante volte: anche in questa città il conformismo è una melassa che aggredisce tanti e copre tante cose. Ma noi alessandrini siamo disincantati, poco ci indigna e niente ci sorprende. (…) Qui vivono tanti cittadini silenziosi che non si fanno avanti e non si arrabbiamo (quasi) mai: e proprio per questo nessuno li ascolta e pochi hanno deciso di rappresentarli. Così come si suol dire, ad Alessandria “non succede mai niente” e, se qualcosa succede la città guarda distaccata e distante (…) E allora chi ha dato e dà eco alle parole “fuori dal coro” la si brucia e via. Non abbiamo mai nascosto la nostra appartenenza a un movimento attualmente schierato a destra ma nessuno può dire che l’informazione nella radio di Anna Navatta è stata sempre estremamente libera. Ma l’attentato del 16 maggio 2005 ha segnato e in un certo senso schifato questo mestiere. Radio Gamma in ogni occasione si è prodigata mettendosi a disposizione della comunità “gratuitamente”. Ha risollevato con il proprio lavoro Radio Cosmo dopo l’alluvione (il titolare di un’altra radio un giorno mi ha detto “hai fatto male io gli avrei ancora buttato un secchiello d’acqua”) quando Radio (…) ha avuto problemi con il fuoco abbiamo fornito un mixer: ma di questi episodi potremmo scriverne a migliaia. Quando è successo a Radio Gamma, che solo grazie ad un sofisticato impianto anti fuoco si è evitato la catastrofe, nessuno ha detto o fatto nulla. Persino la forza politica di appartenenza non ha espresso rammarico per l’attentato e tanto meno la minoranza. Ma questo ad Alessandria è normale perché è una città “paesana” abituata a cose paesane (con tutto il rispetto per i paesani). Per concludere mi rifaccio al discorso sulle bellezze d’Italia che la signora Cederna (pace all’anima sua) ha fatto all’Hotel Hilton durante una vendita all’asta di quadri per raccolta fondi da donare in beneficienza: disse “Alessandria è la città più brutta che ho visto e starebbe bene nel deserto….tanto nessuno se ne accorgerebbe” pensate che io e le due persone che erano con me si sono alzate ed hanno abbandonato la sala lasciando esterrefatti (forse per le parolacce) l’alta società torinese. Noi abbiamo passato la mano a gente giovane, promettente e sicuramente più motivati di noi. I “miei ragazzi” (come direbbe Anna Maria Navatta) rimangono tutti al loro posto di lavoro e la sua radio continuerà a far sentire la sua voce………speriamo fuori dal coro come ha sempre fatto. Il mio compito, finito in Comune, si sposterà a Roma e voglio dire grazie ad Anna per tutti questi anni di sacrifici ma soprattutto grazie per aver sopportato per trentacinque anni di essere paragonata a certa gente. Roberto Marzano".