La tenacia dei fondatori della storica Radio Savona Sound di non chiudere l’avventura quarantennale cedendo le frequenze a qualche radio nazionale, ma di preservare marchio e posti di lavoro facendosi parte a favore di chi vuol proseguirla, si scontra con la dura realtà dei fatti.
E’ infatti (almeno per ora) saltata la complessa e lunga negoziazione con Radio Onda Ligure, altro brand del Ponente ligure molto noto.
Lo ha spiegato nei giorni scorsi il presidente della cooperativa titolare di Radio Savona Sound, Roberto Magnano: “Avevamo indicato agli acquirenti la data odierna come ultima disponibile per chiudere la trattativa”.
“Non abbiamo avuto risposta, per cui la chiudiamo noi e, a questo punto, ci sentiamo svincolati da qualsiasi impegno e pronti a intraprendere eventuali, altre strade“, ha riferito Magnano al quotidiano Il Secolo XIX.
Il punto di rottura, al solito, è di natura economica: pare che la cifra richiesta da RSS di 300.000 euro sia stata considerata eccessiva da ROL, dietro la quale, secondo il quotidiano ligure, pare “si muovesse una cordata da imprenditori, legati alla Lega Nord. Tesi mai confermata, ma nemmeno smentita”.
La situazione di Radio Savona Sound è complessa ma non disperata: a fronte della decisione di passare il testimone vi sarebbero sì difficoltà economiche legate al calo della raccolta pubblicitaria ed all’avvicendamento tecno-socio-culturale che tende a relegare ai margini le radio locali che non presidiano tutte le nuove piattaforme dialogando col pubblico secondo i nuovi modelli, ma anche “una certa stanchezza dei fondatori”.
“Nella vita, quasi tutti, ci occupiamo di altro – spiegano dall’emittente -. Amiamo la radio, ma avremmo gradito passare ad altri il testimone. Oggi i costi non sono più riducibili, se non toccando le strategie. Non abbiamo nessuna intenzione di vendere le frequenze e, quindi, sancire la morte della radio. Andremo avanti e capiremo se, sul mercato, si farà avanti qualche altro soggetto”. (E.G. per NL)