Un’altra storica emittente locale chiude i battenti: si tratta della friulana Radio Fantasy, storico brand locale finito in una procedura fallimentare e consegnata all’unico offerente alla conseguente asta.
Ad aggiudicarsi le sue buone frequenze per una copertura più che regionale è stato, ancora una volta, il gruppo RTL 102,5, che pare le destinerà al potenziamento delle emittenti Radio Freccia e Radio Zeta.
RTL è stata l’unica offerente alla gara giudiziaria, aggiudicandosi il lotto alla cifra base di 825.000 euro.
Sintomatica del progressivo scarso interesse che rivestono frequenze fino a 10 anni fa valutate 6 volte tanto, è, oltre al caso in trattazione, anche un’altra aggiudicazione, sempre nell’ambito di una procedura concorsuale, che ha visto nei giorni scorsi unica richiedente una società editrice per un’ottima frequenza in pieno centro a Milano, proposta ad un prezzo molto interessante.
La ragione del disinteresse nei confronti di beni una volta oggetto di valutazioni plurimilionarie (nel 2006 una frequenza su Milano era arrivata ad essere pagata 4 milioni di euro), sta, da una parte, nel fatto che i principali player hanno ormai colonizzato le piazze demograficamente e commercialmente più importanti e, dall’altra, nella circostanza che l’ascolto radiofonico, come dimostrato anche dagli esiti dell’ultima indagine TER, si frammenta ormai significativamente su più device (non solo FM, ma anche DTT, IP, DAB+, sat). Ora, considerato che raggiungere un’utenza stanziale (indoor) regionale lombarda (10 mln di abitanti) attraverso un contenuto visual radio H264 di 1 MB costa all’incirca 2.500 euro/mese, cioè quanto far funzionare un impianto FM su Milano (1.500.000 abitanti se la frequenza è buona), ben si comprendono le ragioni di opportunità su investimenti verso beni la cui svalutazione è stimata tra il 5 e il 10% annuo.
A riguardo, se è pur vero che l’ascolto in auto è per ora ancora dominio pressoché incontrastato degli impianti FM (e rimarrà importante, pur con una progressione decrescente a favore di soluzioni ibride IP/DAB+, negli anni a venire per il prossimo decennio), va detto che se l’emittente non dispone di altri impianti che integrino la copertura garantendo continuità su spostamenti che vadano oltre la cerchia delle tangenziali, un investimento di parecchie centinaia di migliaia di euro non appare motivato dall’audience potenziale, tenuto conto che nelle abitazioni i ricevitori FM raggiungono a malapena il 40% in rapida diminuzione (e nei locali pubblici siamo al 10%).
Insomma, i segnali sono tutti concordanti e rivolti nella direzione dell’integrazione della radio su più device. A dimostrare che tempi e modelli di business sono proprio cambiati. (E.G. per NL)