Alla fine di luglio Radio Dolomiti ha cambiato editore, passando dalla famiglia Gelmi di Caporiacco ad Athesia, della famiglia Ebner. L’emittente leader del Trentino è stata infatti rilevata assieme al quotidiano ‘L’Adige’ appunto dal gruppo Athesia di Bolzano, già fortissimo nella sua provincia e anche in tutta la regione.
Conviene riparlarne anche oggi, dopo alcune settimane e dopo la pausa estiva, perché non si tratta di una questione di poco conto, come ha fatto notare lo stesso sottosegretario per l’Editoria Vito Crimi su Facebook: “L’acquisizione, da parte del gruppo Athesia di Bolzano, del quotidiano ‘L’Adige’ non può lasciare indifferenti. Con questa sortita, infatti, un’unica proprietà si ritrova ora in possesso dei quattro principali quotidiani editi e diffusi nella regione Trentino – Alto Adige, oltre a Radio e Agenzie pubblicitarie. È indubbio che questa nuova condizione provochi una forte limitazione nella garanzia del pluralismo dell’informazione. Condivido pienamente le preoccupazioni emerse da più parti in merito a questa problematica. Attualmente la legge prevede un limite per la concentrazione delle proprietà editoriali a livello nazionale. Tuttavia non possiamo trascurare i danni che un’eccessiva concentrazione anche solo a livello regionale può arrecare all’indipendenza dell’informazione”.
Ancora: “Una legge del 1987 aveva già previsto espressamente il divieto di possedere più del 50% delle testate in ambito regionale (Legge 67/1987, art. 3, comma 1, lettera b). Ma la norma è stata abrogata nel 2012 dalla Legge Gasparri. Credo sia arrivato il momento di ripristinare quella norma, a garanzia di tutto il sistema dell’informazione”.
Le parole di Crimi sembrano condivisibili, perché il problema del pluralismo dell’informazione in sede locale sembra importante quanto quello del pluralismo a livello nazionale e diventa tanto più rilevante in una realtà così particolare come il Trentino – Alto Adige (si veda l’analisi che abbiamo fatto di recente su queste colonne sui media radio-televisivi della provincia di Bolzano). La regione è fondata su due diverse Province Autonome con grandi poteri e qui oltretutto si sta anche per votare, ragion per cui è vitale che ci siano più fonti di informazione, tenendo anche conto del fatto che il proprietario di Athesia, come vedremo, è una figura molto legata alla Svp, il partito ‘di riferimento’ in Alto Adige.
La notizia è dunque che, soprattutto dopo le ultime acquisizioni, gradualmente ma quasi ‘inesorabilmente’ (ogni mercato senza regolamentazione, peraltro, tende per forza di cose verso il monopolio), in Alto Adige e in buona misura anche nell’intero Trentino-Alto Adige si va verso un unico gruppo che controlla soprattutto i media più ‘tradizionali’, come i quotidiani (in italiano e in tedesco) e anche diverse Radio, fra quelle peraltro più ascoltate in regione, in tedesco e ora anche in italiano.
Pochi restano ‘fuori dal coro’ e fra questi c’è il sito ildolomiti.it, su cui Luca Pianesi il 25 luglio scorso ha scritto quanto segue: “La notizia che anche ‘L’Adige’ è stato acquistato dal gruppo sudtirolese Athesia sta interrogando e facendo discutere tutti, compresa la politica di casa nostra. Dopo ‘Il Trentino’ e ‘L’Alto Adige’ (acquistati nell’ottobre del 2016) e la casa editrice Curcu e Genovese con Bazar, Trentino Mese e Guida Casa (acquistati l’anno successivo, a settembre 2017) adesso è arrivato il ‘colpo da 90’ con l’intera struttura di via Missioni Africane (a Trento; N.d.R.), rotative comprese, Radio Dolomiti e l’agenzia pubblicitaria Media Alpi Pubblicità srl.
E il tutto va ad aggiungersi al principale giornale di lingua tedesca altoatesino, la ‘Dolomiten, oltre a moltissime altre proprietà e ramificazioni (da Brennercom ad Athesia Energy passando per Hotel Therme Meran). Insomma un vero colosso con migliaia di dipendenti.
Oggi si aggiungono i giornalisti dell’Adige e tutto il personale che ruota attorno allo storico quotidiano trentino. E la storia degli Ebner è, indiscutibilmente, una storia anche politica: dal padre Toni al figlio Michl, sono stati figure di spicco dell’Svp ricoprendo entrambi tre mandati, uno da deputato l’altro da parlamentare europeo…”.
Secondo molti, i precedenti editori di ‘L’Adige’ hanno cercato inutilmente e a lungo altri acquirenti, gli Ebner sono poi editori ‘illuminati’, la loro abilità imprenditoriale non è in discussione e il gruppo di Bolzano conserverà probabilmente la giusta autonomia dei nuovi mezzi acquisiti. Ma questo non cambia la sostanza delle cose, ovviamente, e le cose, in mancanza di qualunque provvedimento, peggiorano di anno in anno.
Ecco infatti cosa scriveva sempre su ildolomiti.it ancora Luca Pianesi già il 13 ottobre 2016: “‘Sono molto preoccupato e l’indifferenza della politica per quanto è successo mi fa stare ancor meno tranquillo. La concentrazione di potere che è in atto in regione è un problema per la democrazia del territorio’. Questo il commento del presidente dell’ordine dei giornalisti del Trentino – Alto Adige Fabrizio Franchi sull’operazione Athesia – Gruppo L’Espresso. Un’operazione che ha portato i due quotidiani ‘Trentino’ e ‘Alto Adige’ nell’orbita del gruppo altoatesino che in provincia di Bolzano era già una potenza indiscussa. Il Gruppo Athesia, infatti, controlla il principale quotidiano di lingua tedesca del territorio, la Dolomiten. Ha poi Stol (sito di informazione online) e QuiMedia. Ma non solo: ha in mano Athesia Energy (energia), le Funivie Val Senales (impianti di risalita), l’Alpina Tourdolomit (turismo), Radio Tirol e Radio Sudtirol (Radio) e controlla il 48% di Brennercom (Informatica e telefonia).
E poi ci sono le persone. Athesia è controllata dalla famiglia Ebner: Michl ne è il direttore, è stato deputato per quattro legislature e poi eurodeputato dell’Svp e oggi è anche il presidente della Camera di Commercio di Bolzano; sua moglie Margit Falk è stata per lungo tempo presidente del Tar di Bolzano e oggi è una delle consigliere; suo fratello Toni (che porta il nome del padre, anch’egli per anni in politica, eletto deputato per l’Svp per tre legislature) è il direttore della Dolomiten.
Oggi andando ad assumere il controllo anche dell’Alto Adige, di fatto, Athesia finisce per coprire in provincia di Bolzano quasi l’80% del mercato locale dell’editoria… e soprattutto finisce per assumere la gestione di un giornale storico, il primo di lingua italiana fondato dal Comitato di liberazione nazionale nel ’45‘.
Si dirà che i quotidiani cartacei contano sempre meno, che le forze politiche da loro ‘favorite’ spesso finiscono per perdere le elezioni ma costituire un monopolio non sembra una buona soluzione al problema. Fra le Radio (e le Tv locali) in regione ci sono un po’ più di editori all’opera ma la tendenza è la stessa: se Radio Dolomiti, molto ascoltata, passa ad Athesia, nell’orbita di quest’ultimo gruppo c’erano già appunto l’ascoltatissima emittente in tedesco Radio Südtirol 1 e la nota Radio Tirol.
Il 23 novembre 2017 ‘Il Giorno dell’Alto Adige’ scriveva infatti: “L’Athesia Druck, che pubblica tra l’altro il quotidiano Dolomiten, entra con il 50% nella Funkhaus Südtirol srl., proprietaria delle due Radio di lingua tedesca Südtirol 1 e Radio Tirol. L’altro 50% lo detiene l’agenzia di stampa Radio Media International srl (Heiner Feuer, Karl Kleirubatscher e Winfried Zuegg) assieme alla giornalista Sabrina Fleischmann, erede del fondatore di Radio Tirol.
Südtirol 1 – secondo la nota – raggiunge ogni giorno 124.000 radioascoltatori in Alto Adige, registrando nell’ultimo semestre una crescita del 24%. Per la Funkhaus Südtirol lavorano 50 persone”.
Nel campo dell’informazione e della pubblicità la potenza della Funkhaus Südtirol in provincia di Bolzano è ben nota e lascia poco spazio ad altri. Questa struttura si proclama non a torto “una delle più moderne ‘case radiofoniche’ in Europa. Qui viviamo la Radio! 830 mq su due piani, 11 studi: la più grande ‘casa radiofonica’ dell’Alto Adige è stata completata nel 2008. Combina le due stazioni Radio Südtirol 1 e Radio Tirol e l’agenzia di stampa RMI-Südtirol Journal… È soprattutto l’equipaggiamento tecnico che rende la Funkhaus la più moderna del suo genere in Europa. Nel Funkhaus Südtirol tutto è in rete, i processi funzionano in tempo reale”.
Tutto molto bello, non fosse per quel piccolo neo: per il pluralismo non c’è più molto posto. (M. R. per NL)