Il ‘caso Galileo’ è chiuso. E stavolta pare proprio che non ci sarà bisogno di abiure e, soprattutto, non serviranno 359 anni, come fu per lo scienziato. Stavolta, per la radio – perché di ‘radio Galileo’ si parla – hanno fatto prima.
Sia la procura della Repubblica di Terni che, il 1° settembre, la Corte dei conti, hanno infatti «archiviato in fase istruttoria – sottolinea Alberto Bersani, presidente di CittAperta, il movimento politico di cui l’emittente è diretta emanazione – l’indagine che, doverosamente, era stata avviata dopo che erano stati presentati degli esposti». Per la soddisfazione dell’ex parlamentare ed attuale segretario provinciale del Pd, Carlo Emanuele Trappolino, che si augura «che questa decisione faccia comprendere a tutti che la politica seria non si fa con gli esposti, ma con le idee». La richiesta La Corte dei conti aveva invitato tredici persone, tra cui il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo; il parlamentare del Pd Walter Verini e il segretario provinciale dello stesso Pd, Carlo Emanuele Trappolino, a presentare le proprie deduzioni in riferimento alle indagini che sono state svolte sui finanziamenti pubblici percepiti fra il 2004 e il 2012, in quanto organo del movimento politico CittAperta, dall’emittente ternana ‘radio Galileo’. Tra le tredici persone chiamate in causa – oltre a Verini, Di Girolamo e Trappolino – c’erano Giorgio Brighi, Franco Allegretti, Federico Allegretti, Matteo Allegretti, Gianni Tomassi, Mara Baldassarri, Ambra Rosati, Giorgio Di Pietro, Alberto Bersani e Sergio Barbaccia. «Abbiamo atteso in rispettoso silenzio – dice Walter Verini – che i magistrati ordinari e contabili svolgessero il loro lavoro, certi com’eravamo che alla fine non sarebbero potuti arrivare a queste conclusioni. Ora è tutto chiaro: quello che è avvenuto è che si è scelto un metodo di lotta politica sbagliato e la barbarie che è stata usata contro di noi si è ritorta contro chi ha scelto di percorrere quella strada». Il sindaco ricorda che «abbiamo sempre detto che il nostro operato è stato sempre improntato alla correttezza, alla trasperenza e alla serietà. Ora questa decisione della Corte dei conti ci rende pienamente ragione e avvalora la scelta fatta dai cittadini di Terni, che alle ultime elezioni hanno permesso a CittAperta di eleggere tre consiglieri comunali invece dei due che aveva nella passata consiliatura». Il caso, insomma, è chiuso. Ma potrebbe avere anche una coda, perché se Walter Verini, pur essendosi sentito «diffamato e ingiuriato», dice di non avere intenzione di chiedere conto a nessuno; il sindaco Di Girolamo parla di «valutazione che in corso, con i miei legali, di quegli elementi che hanno portato quella campagna diffamatoria ad essere fortemente personalizzata nei miei confronti». (Umbria On)