Se c’è un elemento a cui gli OTT sono particolarmente sensibili è l’originalità e la pertinenza dei contenuti, che attraverso gli spider web scoprono essere spontaneamente graditi dal pubblico.
Al solito, ci stupiamo quindi che ci si sorprenda di determinate evoluzioni tecnologiche nel settore dei media.
Chi ci segue con attenzione sa che la futurologia radiotelevisiva è uno degli argomenti che più ci stanno a cuore.
Esploratori
D’altra parte, qualsiasi operatore di un qualunque settore dovrebbe avere interesse verso la sistematica esplorazione dei futuri possibili, probabili e preferibili e delle visioni del mondo che stanno alla loro base.
Plausibile, probabile, certo
Tanto più uno studio di futurologia si basa su comportamenti e tendenze oggettivamente verificabili, tanto più è probabile l’avveramento delle previsioni.
Previsioni azzeccate
Così, oltre dieci anni fa, abbiamo previsto l’avvento dei brand bouquet di radio verticali, lo sviluppo dirompente dello streaming audio/video on demand, dei podcast, l’ibridazione radiotelevisiva (e l’avvento di massa delle visual radio) e l’impatto delle connected car.
Icone
Più recentemente – circa un anno e mezzo fa – abbiamo messo in guardia i radiofonici su una propensione imminente del car-play: quella dell’iconizzazione della scelta delle stazioni sul dashboard delle auto.
Complottismo
Avvertimento che era stato liquidato da alcuni quasi come un allarmismo complottista.
Stop alle scansioni FM
Peccato che, al solito, si stia puntualmente verificando, con la progressiva scomparsa della possibilità di effettuare scansioni delle frequenze per scegliere le emittenti da sintonizzare in auto.
Preselezioni
Su alcuni nuovi modelli di vetture, la scelta delle stazioni non ha più luogo attraverso il consueto scanning della modulazione di frequenza o dell’offerta DAB, ma su una preselezione caricata direttamente dalla casa produttrice o, più spesso, dalla terza parte incaricata dalla stessa (società deputate all’attività di aggregazione e indicizzazione di contenuti).
La scelta si scosta a favore della proposta
Si tratta di un processo mutuato dal web coi motori di ricerca e adottato dalla IP tv (streaming video on demand) che sostituisce la scelta con la proposta.
Il principio del preconfezionamento dell’offerta
Il principio è quello dell’offerta preconfezionata, cui consegue l’affinamento con suggerimenti attraverso una progressiva profilazione dell’utente.
Niente di nuovo ed inaspettato; quantomeno per chi a suo tempo ha prestato attenzione alla futurologia e si è conseguentemente preparato.
Indignazione postuma. E inutile
Inutile stupirsi ed indignarsi ora: è un processo irreversibile che non va contrastato (peraltro inutilmente), ma compreso e sfruttato. In quanto è di tipo premiale.
Il contenuto originale e spontaneamente apprezzato vincerà sempre sulla sponsorizzazione
E’ vero che i superplayer saranno inizialmente avvantaggiati. Ma, alla fine, la dura legge del web (che al di là di tutto è e rimarrà un terreno di confronto e scontro democratico, a patto di adeguarsi alle sue specifiche regole) assegnerà posizioni di vantaggio al contenuto più ricercato dall’utente.
Spider web
Se c’è un elemento a cui gli OTT sono infatti particolarmente sensibili è proprio l’originalità e la pertinenza dei contenuti che attraverso gli spider web scoprono essere graditi. Per la loro stessa conformazione e missione, se gli spider e gli algoritmi evidenziano l’esponenziale crescita di gradimento di un content provider, gli assegnano preferenza rispetto ad una sponsorizzazione.
Ecosistema premiante
Tutto questo per evidenziare che il problema della preselezione dei contenuti da parte dei gestori di piattaforme audio (e video) è certamente rilevante, ma può essere facilmente aggirato attuando i precetti del web. Creando, cioè, un ecosistema contenutistico di cui l’audio è uno solo dei componenti e non necessariamente quello primario.
La Radio non è più solo la Radio
Pensare oggi che la Radio sia solo un contenuto audio e la tv un insieme di elementi video da massimizzare come ascolti, significa, infatti, non aver capito nulla del futuro.
Anzi, del presente.