Con il rientro inatteso di Platinette e quello annunciato di Fabio Volo si ricompone la squadra di Deejay, che all’inizio della scorsa stagione aveva perso due cavalli di razza.
Il primo amore non si scorda mai. Sarebbe questo il motivo del ritorno dei grandi pilastri che hanno fatto la storia di Radio Deejay. Dopo un anno di lontananza, la nostalgia per la “grande famiglia” diretta da Linus (e/o la consapevolezza di non aver trovato da altre parti quello che si aspettavano) ha spinto Fabio Volo e Platinette al ritorno all’ovile (lo scorso febbraio era molto vicina anche la rentrée di Gerry Scotti, ostacolata poi dal contratto Mediaset che non gli ha consentito il lavoro in radio). La pausa sarebbe servita a Volo per comprendere come la radio sia realmente una pietra angolare del suo sistema e, al contempo, ai vertici della principale emittente del gruppo L’Espresso per riconoscere in lui un asset di grande valore, a tal punto da operare stravolgimenti nel palinsesto (Federico Russo e Maria Passera, che avevano preso il suo posto nella fascia oraria tra le 9 e le 10 del mattino, sono stati dirottati in un punto poco strategico, dalle 20 alle 21.30). Anche Mauro Coruzzi (vero nome di Platinette), insoddisfatto dell’esperienza del programma Plati-Network sulle frequenze di Radio Montecarlo, ha accettato il ruolo proposto anzitempo dalla casa che gli aveva regalato successo e visibilità nel corso degli anni. Allargando l’orizzonte della discussione, il direttore dell’emittente milanese si dichiara positivo per l’avvio del 2014. Come lui stesso afferma in un’intervista pubblicata il 20/03/2014 sul quotidiano Italia Oggi: “I primi tre mesi sono ottimi sia per l’andamento della raccolta pubblicitaria, sia per gli ascolti. In particolare sono felice che non ci sia una correlazione così stretta tra l’audience e gli investimenti pubblicitari. Questo perché negli anni abbiamo affermato un brand come Deejay che va un po’ al di sopra delle periodiche rilevazioni degli ascolti”. La pesante differenza di 2 mln di ascoltatori nel giorno medio rispetto alla leader della classifica Eurisko Radio Monitor RTL 102.5 (Deejay conta 5 milioni, contro i 7 mln dell’emittente di Lorenzo Suraci), sarebbe, secondo il conduttore di Deejay chiama Italia, da ricondurre ad alcuni fattori: primo fra tutti la forte personalità dell’emittente di Via Massena, che piace molto, ma può essere respingente – diversamente da RTL che si mostra come una radio più ecumenica e accessibile a tutti -; poi la minore copertura sul territorio nazionale (RTL conta 850 impianti, rispetto ai 500 di Deejay); infine, il fatto che l’emittente di Cologno Monzese godrebbe di positive ingerenze (nei dati radio) determinate dalla formula della radiovisione (secondo Linus, un milione di ascolti proverrebbero dal piccolo schermo), a differenza della versione tv di Deejay che avrebbe un’identità così distinta dalla radio da impedirne un travaso d’ascolto. Spiegazioni, quelle del dj più famoso d’Italia, che, in verità, non paiono in grado di giustificare l’exploit così rilevante di RTL a fronte di un’evidente sofferenza editoriale della radio regina del gruppo L’Espresso. Se infatti è vero che il content provider tv del gruppo ha assunto uno stampo convenzionale di natura generalista, va detto che ciò ha avuto luogo soprattutto nell’ultimo periodo, in prossimità delle contestazioni a riguardo dell’utilizzo del logical channel number 9 da parte di un programma tematico. Non si comprende pertanto perché, secondo la prospettazione di Linus, fino a quel momento la sua radio non abbia goduto del propulsore che spingerebbe RTL in vetta. Poco convincente anche la spiegazione a riguardo del numero di impianti. E’ vero che RTL vanta un numero maggiore di diffusori FM, ma essi contribuiscono meramente alla capilarizzazione sul territorio, quindi con un apporto demografico estremamente contenuto, mentre, nelle grandi aree (quelle che fanno i numeri, per capirci) la diffusione è equivalente. Piuttosto, se di mali tecnici bisogna parlare, Linus dovrebbe fare un po’ di autocritica sulle strategie di pianificazione impiantistica, che hanno visto negli anni scelte discutibili da parte del management di Elemedia (a differenza di RTL, che ha attuato un’ottimale distribuzione delle risorse). Insomma, ok alle giustificazioni; ma a condizione che si vada obiettivamente fino in fondo all’autoanalisi. Magari con un onorevole mea culpa. (M.L. per NL)