Il 29/02/2024 è avvenuto in Lombardia e Piemonte uno storico passaggio di una rete FM: i diffusori a 105.1 MHz, storico appannaggio di Lifegate Radio, sono migrati a Radio Bruno.
Lifegate, nel mentre, ha virato con determinazione sul DAB+ e sulle soluzioni IP, lanciando una propria piattaforma OTT.
Ma la sua community di milioni di utenti (tra le più grandi in Italia e certificata, stante la condizione societaria dell’azienda, una s.p.a. ad azionariato diffuso), come ha reagito?
L’amministratore Enea Roveda spiega, in una lunga intervista a Newslinet, le conseguenze oggettive in termini di feedback del pubblico di quello che è il primo esempio del genere di un sostanziale switch-off analogico/digitale.
Cosa è Lifegate
Lifegate, come noto, è, dal 1999, un ecosistema mediatico che ha come missione aziendale “lo sviluppo di strategie di mercato ecosostenibile”, mettendo al centro il rispetto dell’ambiente col progetto Impatto Zero e la storica filosofia del fondatore Marco Roveda delle 3P sequenziali per importanza: People, Planet, Profit.
Enea Roveda
Enea Roveda, che di Marco è figlio, da anni ha preso le redini dell’azienda, traghettandola in un futuro ancor più digitale di quanto già non fosse (essendo ab origine un’azienda della new economy).
L’intervista
Newslinet lo ha intervistato nei giorni successivi allo storico avvicendamento analogico/digitale, che costituisce, di fatto il primo test certificato degli effetti sull’utenza, misurato su una community di milioni di utenti certificati.
Il primo grande precedente certificato che farà storia
Conseguentemente, fornendo al mercato un dato che è destinato a costituire il primo grande precedente certificato in ambito radiofonico delle reazioni di un pubblico fidelizzato ad un passaggio massivo dall’analogico al digitale.
Evento traumatico
(NL) – L’abbandono della frequenza 105,1 MHz del 29/02/2024 (ampiamente annunciato e concretamente avvenuto alle ore 8.00 del 01/03/2024) era atteso dagli osservatori come traumatico. Lo è stato veramente o i vostri utenti, notoriamente fidelizzati, erano già pronti?
(Enea Roveda) – Beh, sicuramente, per quanto ci riguarda, si è trattato di un passaggio epocale.
Le due vite di Lifegate
Nel senso che ha chiuso una fase della nostra vita e ne ha rafforzata un’altra.
Un quarto di secolo analogico
La chiusura è chiaramente riferita alla frequenza 105.1 MHz, da noi impiegata da quasi un quarto di secolo!
Rafforzamento digitale
Il rafforzamento è invece relativo al presidio delle piattaforme digitali, che per noi non è certo una novità, considerato che Lifegate è nata col web.
DAB, OTT, HBBTV, FAST, Smart
Va comunque detto che una presenza in FM la manterremo in Lombardia, anche se il nostro obiettivo è lo sviluppo della diffusione in DAB, come piattaforma OTT e con soluzione eterogenee come HBBTV, canali FAST (Free ad-supported streaming television), smart tv e smart speaker (quest’ultime due considerate le piattaforme emergenti per l’ascolto radiofonico indoor e quindi successori del classico ricevitore stand-alone casalingo).
Le reazioni della community
(NL) – Avete una community nell’ordine di milioni di utenti. Dopo l’annuncio dell’abbandono della frequenza 105,100 MHz molti osservatori si attendevano uno tsunami di lamentele. Invece sui social non è successo praticamente niente. Vi ha stupito?
(Enea Roveda) – No. Gli studi preliminari (in corso da circa due anni) avevano già evidenziato che il nostro pubblico era pronto al cambiamento e comunque era già massicciamente digitale (streaming in particolare).
Gli indicatori terzi
Ed anche tutti gli indicatori terzi sono coerenti.
Decisione attentamente ponderata
Del resto, se così non fosse stato, non l’avremmo fatto, perché Lifegate Radio intende continuare il proprio percorso con la massima determinazione.
Nessun dubbio
Se avessimo avuto il dubbio che ciò potesse ledere il valore dell’asset, del brand e la mission stessa, avremmo atteso.
Utenti preparati al digitale
Ma gli indicatori mostravano che la nostra community era preparata all’avvicendamento. Dobbiamo ricordarci che il target di Lifegate è estremamente differente rispetto a quello della tradizionale radiofonia commerciale e comunitaria.
Tertium genus
Voi stessi, in passato, ci avevate definito come un “tertium genus” nel panorama radiofonico, un’anomalia, sia per il modello di business che per il formato.
Singolarità
Ecco, questa singolarità ci ha in tutti questi anni permesso di sopravvivere e per certi versi prosperare anche quando il mercato ortodosso subiva scossoni o veri e propri terremoti, come il Covid.
Forte identità
E proprio questa identità ora sembra aver garantito un cuscinetto di protezione verso un cambiamento di rotta…
DAB
(NL) – A proposito di rotta: il pesante sviluppo sul DAB, con l’estensione ad una decina di regioni, per alcuni analisti, è considerato un bilanciamento.
(Enea Roveda) – Lo è. Una riduzione di illuminazione analogica di 7 milioni di ascoltatori potenziali è compensata da una maggiore distribuzione sul digitale via etere anche considerando l’attuale penetrazione del DAB.
Piattaforma che scende e piattaforma che sale
Mi spiego meglio: l’ascolto FM (che già 40 anni fa aveva raggiunto il suo massimo, quanto a diffusione di ricevitori) non può che scendere, con l’oggettiva sparizione dei ricevitori nelle case (meno del 25% delle case ne ha uno, ndr) e la frammentazione dell’ascolto sui vari device digitali.
DAB +1,5 mln di ricevitori all’anno
Viceversa, quello DAB outdoor non può che salire attraverso la progressiva sostituzione del parco auto con una media di circa 1,5 milioni all’anno (solo in Italia). Per questo abbiamo negli ultimi mesi aumentato la presenza di Lifegate sul DAB, ovunque ci fosse la possibilità di farlo.
Modello aterritoriale
D’altra parte, il nostro modello editoriale è sempre stato aterritoriale e Lifegate non è mai stata percepita come una radio locale (senza considerare che oggi un’emittente è tale solo se lo sono i suoi contenuti, considerata la massiccia fruizione streaming della radiofonia).
Non solo digitale via etere
(NL) – Il DAB è solo uno degli elementi del digitale radiofonico.
(Enea Roveda) – Esatto. Per questo, di pari passo con lo sviluppo DAB, abbiamo coltivato quello OTT, puntando alla disintermediazione dalle piattaforme distributive. Attraverso la MeWay di Francesco Triolo, nostro partner tecnologico sul punto, abbiamo lanciato la nuova piattaforma over the top che sta entrando a regime in questi giorni.
Presidio vettori
Abbiamo detto che le nuove auto escono equipaggiate col DAB, ma va aggiunto che lo sono tutte anche dei sistemi Android Auto ed Apple CarPlay, tutti vettori radiofonici alternativi alla FM che vanno presidiati con la massima determinazione.
Un occhio agli States
E così stiamo facendo, con un occhio anche a quello che sta succedendo negli Stati Uniti con la hybrid radio di DTS AutoStage diXperi, che consente lo switch-off automatico tra digitale via etere (come HD Radio, DAB, Sirius XM) e l’IP.
Verso l’integrazione della hybrid radio
Anche su questo punto, insieme al nostro storico advisor Consultmedia siamo in una fase avanzata di analisi del presidio.
+13 mln di auto all’anno dotate di Android Auto ed Apple CarPlay in Europa
Dicevo prima che in Italia, si immatricolano 1,5 mln di veicoli all’anno, ma se allarghiamo all’Europa, parliamo di 13 mln di vetture. Come precisato, tutte equipaggiate con Android Auto ed Apple Carplay e comunque soluzioni di mirrorlink con la proiezione automatica delle app presenti sullo smartphone del guidatore sul dashboard dell’auto.
Pubblico potenziale aterritoriale
Ciò determina quindi un nuovo pubblico potenziale enorme per un prodotto aterritoriale come il nostro. Un mercato estremamente promettente sul piano editoriale e commerciale.
Nessun passaggio è veramente sereno…
(NL) – Concludendo, un passaggio sereno?
(Enea Roveda) – L’uscita da una situazione consolidata non lo è mai del tutto.
… ma riteniamo di aver anticipato, ancora una volta, le future tendenze
Ma ci piace pensare che Lifegate, ancora una volta, abbia anticipato delle tendenze che, siamo certi, il mercato farà proprie. (E.G. per NL)