Radio. Le case automobilistiche stanno disintermediando i broadcaster. Marco Cavestro: colpa di chi non ha voluto rendere sexy la radio

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Marco Cavestro: codici PI e metadati impazziti? Era una cosa risaputa da molto tempo, ma nessuno ha voluto attrezzarsi per rendere più funzionale e sexy la radio. E l’ha lasciata nelle mani dei costruttori di automobili.
Le case automobilistiche hanno dovuto inventarsi qualcosa per poter offrire i metadati agli utenti, in particolare in Italia, dove quasi nessuno si era organizzato per fornirli in tempo reale.
Lo standard RadioDNS è ancora la soluzione ottimale
[per gestire il problema], perché da una parte aiuta sulla questione dei codici PI e dall’altra lascia alle emittenti la gestione di tutti i metadati.
Comandi vocali per la sintonia? Non vedo altra soluzione…
Ma qui si apre un problema, per alcuni insormontabile, legato ai nomi delle emittenti ed alla loro riconoscibilità.

Sintesi

Continua il focus di Newslinet (e di FM World, il portale dedicato alla radio diretto dal giornalista Nicola Franceschini) sul problema della disintermediazione degli editori da parte dell’automotive nella somministrazione di contenuti radiofonici sulle autoradio di ultima generazione.
Senza interventi regolamentari sovranazionali sollecitati dall’industria radiofonica, quella automobilistica continuerà ad assumere decisioni in autonomia a riguardo della gestione di contenuti audio/video, emarginando i broadcaster.

Il nuovo Far West

Quello che sta accadendo in Italia in queste settimane a riguardo dei codici PI è sintomatico di una pericolosa deriva in corso, che sembra ricreare quel Far West della FM che col digitale pensavamo di esserci messo alle spalle.

Fine dell’alleanza storica tra le industrie radiofonica e automobilistica?

L’alleanza tra la radiofonia e l’automotive sembra essersi interrotta. Anche se non vi è una guerra in corso tra i due settori.

Marco Cavestro

Ne parliamo con una persona che di radio digitale si è occupato sin da quando essa era un puntino all’orizzonte: Marco Cavestro, nel mondo broadcast dal 1980, dalla gestione della progettazione e dello sviluppo delle reti d’origine di Radio 105 e Radio Montecarlo, per poi passare a RTL 102.5 ed EuroDAB, dove ha trattato espressamente il digital audio broadcasting..

L’intervista

(Newslinet) – Il problema dei codici PI e dei metadati ha tolto il velo su una bomba che era lì, pronta ad esplodere…
(Marco Cavestro) – Era una cosa risaputa da molto tempo. Ma nessuno ha voluto attrezzarsi per rendere più funzionale e sexy la radio. E l’ha lasciata nelle mani dei costruttori di automobili.

marco cavestro - Radio. Le case automobilistiche stanno disintermediando i broadcaster. Marco Cavestro: colpa di chi non ha voluto rendere sexy la radio
Marco Cavestro (a sinistra) ai tempi di Rete 105

Lo standard RadioDNS è la soluzione ideale

(NL) – Sembra che gli editori abbiano scoperto solo ora che esistono le banche dati per l’indicizzazione delle emittenti e che esista uno standard, RadioDNS, che potrebbe avere un ruolo centrale nella vicenda…
(Marco Cavestro) – Lo standard RadioDNS era (ed è ancora) la soluzione ottimale, perché da una parte aiuta sulla questione dei codici PI e dall’altra lascia alle emittenti la gestione di tutti i metadati.

La colpa non è delle case automobilistiche

(NL) – Qualcuno dice che si tratti di un’operazione calcolata, che le case automobilistiche stiano disintermediando i broadcaster nella gestione dei metadati. Cosa ne pensi?
(Marco Cavestro) – Le case automobilistiche hanno dovuto inventarsi qualcosa per poter offrire i metadati agli utenti, in particolare in Italia, dove quasi nessuno si era organizzato per fornirli in tempo reale. Poi, si sa, l’appetito vien mangiando…

La progressione di Android Auto ed Apple CarPlay

(NL) – Certo è che sistemi come Android Auto ed Apple CarPlay stanno acquisendo sempre più importanza sul dashboard delle auto…
(Marco Cavestro) – Assolutamente sì, ma non c’è molto da fare: Radioplayer (l’aggregatore di flussi streaming captive dei radiofonici, ndr) è l’unica strada percorribile.

Il problema dei nomi

(NL) – Ok, però l’aggregatore preferenziale di tali sistemi è TuneIn, soprattutto per quanto riguarda i comandi vocali…
(Marco Cavestro) – Certamente. Ma qui si apre un problema, per alcuni insormontabile, legato ai nomi delle emittenti ed alla loro riconoscibilità…

Nomen omen

(NL) – A proposito di comandi vocali: è vero che diverranno il principale strumento di selezione delle emittenti sulle vetture tra qualche anno?
(Marco Cavestro) – Non vedo altro modo per gestire la sintonizzazione sull’auto.

Elenchi infiniti

L’alternativa è un elenco infinito di emittenti o la digitazione del nome dell’ emittente...

Prominence sì, no, forse

(NL) – Non c’è condivisione tra gli operatori a riguardo di una prominence dei broadcaster a livello regolamentare: secondo alcuni osservatori ciò favorirebbe solo le rendite di posizione, secondo altri è essenziale per evitare un annichilimento del settore…
(Marco Cavestro) – Sono vere entrambe le affermazioni. Ma un compromesso va trovato urgentemente.

Il triangolo sì

(NL) – Triangolo OTT, automotive ed industria radiofonica: uno è di troppo o il rapporto può funzionare?
(Marco Cavestro) – Il rapporto potrebbe funzionare, ma l’unico soggetto che può farlo funzionare è Radioplayer International.

Collaborazione

Con una effettiva collaborazione delle emittenti. (G.M. per NL)

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