L’ascolto della radio attraverso la televisione è un’abitudine italiana o trova corrispondenza con altre nazioni europee? E, nello specifico, lo sfruttamento del DTT per la veicolazione dei contenuti radio, è un’anomalia o una tendenza trasversale a livello continentale?
Uno studio comparativo tenta di dare una risposta alla domanda e fornisce ulteriori spunti di riflessione.
Sintesi
La fruizione della radio tramite il televisore è una tendenza emergente in Europa o è una prerogativa tutta italiana?
Newslinet pubblica in esclusiva l’abstract di un rapporto della società di analisi e ricerca Media Progress (gruppo Consultmedia) che fornisce una panoramica delle abitudini di ascolto in vari paesi europei attraverso le indagini di ascolto ufficiali, distinguendo, ove possibile, tra l’utilizzo della TV digitale terrestre (DTT) e della smart TV.
Italia
In Italia, secondo i più recenti dati del Tavolo Editori Radio (TER), circa 4,7 milioni di ascoltatori su 35,2 (a fronte di una popolazione di quasi 59 mln di abitanti) fruiscono di contenuti radiofonici tramite televisore (quindi con una incidenza del 13,4%),e con una prevalenza dell’uso della TV digitale terrestre rispetto alla smart tv. Circostanza, questa ultima, che consideriamo scontata, ma, come vedremo, non lo è affatto in altri territori europei.
90% dell’ascolto radio in tv è DTT
Da annotare, anzitutto, come, secondo il rapporto Media Progress, oltre il 90% degli ascoltatori certificati da TER utilizzi il DTT per accedere ai canali radio, mentre la quota restante sfrutta componenti televisive connesse. Ricordiamo infatti che le tv connesse si dividono in smart TV (connected stand alone) e connected tv, cioè tv predisposte per essere connesse attraverso dispostivi esterni, quali Amazon Fire Stick e Google Chromecast, che si collegano direttamente ad una porta HDMI del televisore.
Lo sterminio delle visual radio col refarming della banda 700 MHz
Nel merito, sebbene in Italia diverse stazioni radio siano disponibili sui canali televisivi (anche se rispetto al periodo precedente al refarming della banda 700 MHz vi è stata una riduzione dell’80%) ed il televisore sia il principale dispositivo di intrattenimento nelle famiglie del Belpaese, “l’attuale complicazione della modalità di fruizione dei programmi radiofonici sulle smart tv ne costituisce un deterrente – si legge nel rapporto Media Progress -.
Il deterrente della complicazione
Fuori dai casi singolari di piattaforme come Samsung Tv Plus, che rendono disponibili i canali radio attraverso un LCN proprietario, risulta infatti ancora troppo complicato spingere un utente a scaricare l’app dedicata alla stazione sullo store dei principali costruttori (Samsung, LG e tutta la schiera dei tv con sistema operativo Android)”.
Jump e DVB-I
Anche le soluzioni HBBTV attraverso i canali mosaico – i bouquet accessibili dalle call to action (i tasti colorati) del telecomando – appaiono troppo complessi (di norma 4 click se non di più) per l’utente medio e per questo appaiono più interessanti le soluzioni jump (one click una volta che si è all’interno della live tv DTT) o, in prospettiva, le opportunità del DVB-I, che funzionerà esattamente come il DTT con un LCN uniformato (lo stesso sia per il DTT che l’IP).
LCN disponibili
Entrambe le soluzioni (HBBTV e DVB-I) potrebbero godere dell’enorme numero di logical channel number (LCN) non ancora assegnati nel range 101-999 dopo il refarming della banda 700 MHz.
In-capacità trasmissiva
“Pur considerando la ridotta disponibilità di banda necessaria, il problema è quella residuata sui mux nazionali, gli unici concretamente appetibili per le soluzioni jump”, rileva il rapporto Media Progress.
Regno Unito
Situazione radicalmente opposta nel Regno Unito, dove, seppur l’ascolto della radio sia prevalentemente digitale (solo il 26% è AM/FM), la quota DTT è la più bassa di tutti i device: 3%.
Ascolto visual annacquato nei device
Tuttavia, poiché l’11% dell’ascolto avviene attraverso siti web ed app, è possibile che all’interno di tale percentuale vi sia anche una presenza video per le emittenti che dispongono di versioni visual radio.
Germania
In Germania, secondo l’indagine sull’ascolto radiofonico MA Audio 2024, 53 milioni di tedeschi (su 83,8 mln di abitanti) si sintonizzano su stazioni radiofoniche.
Tedeschi streaming ready
Nel 34% delle famiglie tedesche è già disponibile un apparecchio radio DAB+ e ben il 14% delle famiglie possiede addirittura un dispositivo ibrido per la ricezione della radio DAB+ e IP.
Radio via IP rilevante per i tedeschi
Ne deriva che in territorio teutonico l’accesso alla radio in streaming è particolarmente diversificato in Germania.
Smartphone e smart speaker in testa ai device
I dispositivi fissi e mobili, lì, sono ugualmente apprezzati (rispettivamente il 51% e il 52% hanno già utilizzato la radio IP) e, considerando l’utilizzo nelle ultime quattro settimane, la radio IP è stata utilizzata soprattutto tramite smartphone (25%) o smart speaker (17%), seguita da vicino dai ricevitori radiofonici IP (14%).
6% attraverso smart tv
Una quota rilevante (rispetto agli altri paesi analizzati dal report Media Progress), pari al 6%, secondo gli ultimi dati di MA Audio, ha fruito di contenuti radiofonici tramite smart TV, mentre non è considerato il DTT.
Francia
In Francia, secondo la rilevazione Mediametrie, ascoltano la radio 38,7 mln di persone (ultimo dato disponibile) su 68 mln di abitanti. Nel 2023, erano 40,1 mln con una componente digitale che pesava per 9,7 mln di utenti.
Penetrazione simile a quella inglese
Nel dettaglio, l’ascolto radiofonico tv restituisce una contribuzione molto simile (2,4%) a quella inglese.
Contributi digitali
Da rilevare che delle altre tre contribuzioni all’ascolto visual (smartphone, pc e tablet) due (smartphone e pc) sono ampiamente superiori alla televisione, a sottolineare che, con ogni probabilità, l’aumento delle smart tv emarginerà l’ascolto DTT d’Oltralpe.
Spagna
In Spagna l’indagine sull’ascolto radiofonico Estudio General de Medios (EGM) curata dalla Asociación para la Investigación de Medios de Comunicación (AIMC) indica che quasi 23 milioni di persone (su quasi 48 mln di abitanti) ascoltano la radio, prevalentemente in FM.
Dopo cinque anni di preparativi ascolto streaming integrato
Tuttavia, dopo cinque anni di preparativi, la prima wave della rilevazione EGM 2024 incorpora i dati dell’ascolto streaming nello studio per perfezionare ulteriormente la ricerca sul pubblico.
Mancanza di confronto
Al momento, quindi, non ci sono dati di confronto sul passato, anche se, secondo gli operatori, la fruizione IP, soprattutto attraverso smartphone, pc e smart speaker sta crescendo molto velocemente.
Paesi Bassi
Nei Paesi Bassi, l’ascolto della radio è monitorato dalla Nationaal Luister Onderzoek (NLO). Tra i dati rilevanti dell’ultima edizione vi sono l’invecchiamento dell’utente medio (53,2 anni, due anni in più rispetto al 2021) e la durata prolungata dell’ascolto (2 ore e 15 minuti al giorno).
8,1 mln su 18
Le 87 stazioni che partecipano al sondaggio sull’ascolto nei Paesi Bassi hanno raggiunto una media di 8,1 milioni di ascoltatori al giorno (12,7 milioni di ascoltatori a settimana) su quasi 18 mln di abitanti.
Spaccato per device
L’indagine NLO non fornisce dettagli precisi sulla suddivisione dell’ascolto radiofonico tra FM, DAB, streaming e TV nella fonte disponibile.
MediaCell+
Tuttavia, l’uso della nuova tecnologia di misurazione MediaCell+ permette di distinguere tra i diversi vettori FM, DAB+ e IP.
Dominio FM e DAB
In generale, è noto che la radio tradizionale (FM e DAB) rimane dominante nei Paesi Bassi, mentre l’ascolto tramite piattaforme digitali, inclusi streaming e visual radio, appare in crescita.
Svezia
In Svezia l’ascolto radiofonico è misurato dalla Radioundersökningen curato da Kantar Sifo. “Le ultime rilevazioni mostrano un affanno della radio lineare al cospetto delle piattaforme on demand (streaming musicali ma anche podcast)”, sottolinea Media Progress.
Tendenza marcata alla digitalizzazione dell’ascolto…
Nonostante ciò, in Svezia, 7 mln di abitanti (su 10,5 mln di abitanti) ascoltano la radio ogni giorno con una tendenza marcata alla digitalizzazione (soprattutto a favore dello streaming).
… ma con modesto contributo televisivo
“Ma con un contributo modesto della televisione, relegata al 3% circa (esclusivamente da dispositivi connessi)”, si legge nel rapporto MP.
Conclusioni
In definitiva, la forte contribuzione della televisione all’ascolto radiofonico appare un fenomeno prettamente italiano (soprattutto per il DTT), che ha favorito, più che da altre parti, lo sviluppo di una cultura visual radio da parte degli editori.
Know how italiano
Che ora godono, rispetto a colleghi stranieri, di un forte vantaggio in termini di know how, considerato che ovunque, nel mondo, si ambisce al presidio integrato audio/video dei device IP. (E.G. per NL)