Poco risalto è stato dato al nuovo rinvio dei tagli all’editoria e rifinanziamento di Radio Radicale. Ed è comprensibile: da decenni (la proroga a Radio Radicale) è ormai una costante nel panorama mediatico e giuridico italiano. Al punto che non fa nemmeno più notizia. A parlarne compiutamente è stata infatti solo la Federazione Nazionale della Stampa Italiana.
Due anni ancora
Sta di fatto che le commissioni Affari costituzionali e Bilancio della Camera hanno approvato due emendamenti al Milleproroghe, riformulati, che concedono ulteriori due anni di sostentamento contributivo a Radio Radicale.
2 mln di euro anche nel 2021 a Radio Radicale
E lo fanno spostando di altri due anni l’entrata in vigore del graduale azzeramento del contributo ai giornali previsto con la manovra per il 2019. Stanziando così ancora 2 milioni per il 2021 per Radio Radicale.
La stazione dei radicali, edita dalla società per azioni Il Centro di Produzione, può quindi tirare un (consueto) respiro di sollievo.
La Federazione Nazionale per la Stampa Italiana (FNSI) plaude
“L’approvazione dei due emendamenti a tutela del pluralismo dell’informazione rappresenta un segnale forte a tutto il settore“. Per Raffaele Lorusso, segretario generale della Federazione nazionale della Stampa italiana, “L’aver messo in sicurezza i contributi per Radio Radicale e per i giornali in cooperativa consente di sanare il vulnus che si era creato con il taglio progressivo dei finanziamenti, approvato con la legge di bilancio 2019″.
L’auspicio di Lorusso
“L’auspicio è che anche il nuovo governo presti attenzione alla salvaguardia del pluralismo dell’informazione“, annota Lorusso.
I percorsi virtuosi
Che rincara: “Occorre riprendere al più presto il percorso virtuoso e condiviso con le parti sociali, avviato nei mesi scorsi sia sul versante di una riforma complessiva del settore dell’editoria sia sul versante della tutela del lavoro giornalistico, a partire dal contrasto al precariato e allo sfruttamento fino alla difesa del diritto d’autore”.
La compagine societaria di Radio Radicale
La società editrice di Radio Radicale, partecipata per il 62,68% dall’Associazione politica nazionale Lista Marco Pannella, per il 25% dalla Lillo Spa (titolare dei supermercati MD – Mida Discount ex LD), per il 6,17% da Cecilia Maria Angioletti (presidente del CdA) e per il restante 6,15% da azioni proprie, utilizza le risorse prevalentemente per mantenere attiva la rete di distribuzione del segnale FM.
La piattaforma FM
Una piattaforma, secondo molti, inutilmente costosa per raggiungere un pubblico che potrebbe essere molto più economicamente servito col web e con digitale televisivo terrestre. Senza considerare l’annosa querelle sulla presenza di un doppione a carico dei contribuenti: la rete radio FM di GR Parlamento RAI. Ma lo si sa così bene che non fa più notizia. (M.L. per NL)