Radio: Now What?, dalla più importante società americana di consulenza strategica in ambito radiofonico, Jacobs Media, la guida con le dieci indicazioni per consentire alla radio l’ennesimo salto competitivo.
I manager radiofonici devono essere disposti a sperimentare, sbagliare, adattarsi, con un approccio meno gerarchico e più collaborativo, in un ambiente interno meno dogmatico e manualistico.
Il digitale non è più un canale parallelo, ma il cuore stesso della radio: occorre smettere di “pensare in termini di FM o AM” ed iniziare a ragionare in chiave di “brand audio multipiattaforma”.
Il pubblico è cambiato: vuole essere ascoltato, coinvolto, riconosciuto.
L’ A.I. non sostituirà i conduttori, ma quelli che la sanno usare sostituiranno quelli che la ignorano.
Non basta produrre contenuti on demand, bisogna promuoverli, misurarli, monetizzarli.
Le emittenti devono investire su contenuti originali, notizie, eventi per differenziarsi da piattaforme OTT.
“Se non misuri, non migliori”: le radio devono tracciare le performance su tutte le piattaforme.
La radio non può più contare solo sulla pubblicità tradizionale. La domanda non è solo come vendere spot, ma come creare valore per i clienti.
Le emittenti devono investire nella formazione continua e a cercare nuovi profili, anche esterni al mondo radiofonico, in ambiti come UX design, storytelling digitale, produzione video. La maggioranza dei radiofonici (come degli ascoltatori, ormai) è costituita da Baby boomers o Gen Xers con la pretesa della verità in tasca. E’ necessario aprire gli orizzonti, anche se può essere difficile farlo a questa età.
Sintesi
La guida Radio: Now What?, pubblicata ad aprile 2025 da Jacobs Media, individua 10 priorità strategiche per il futuro della radio.
Al centro dell’analisi c’è il bisogno urgente di cambiare mentalità: i manager radiofonici devono agire come startupper, aperti a sperimentare e adattarsi, in un ambiente meno gerarchico, più collaborativo e meno manualistico.
La radiofonia, inoltre, deve smettere di ragionare in termini analogici o comunque broadcast ed iniziare a vedersi come audio brand multipiattaforma.
Il digitale non è più un canale accessorio, ma il cuore della strategia editoriale. Allo stesso modo, il pubblico va ascoltato, coinvolto e riconosciuto, non più solo intrattenuto.
Per Jacobs Media, l’intelligenza artificiale non sostituirà i conduttori, ma chi la saprà usare prenderà il posto di chi la ignora. La produzione di podcast va professionalizzata: vanno promossi, misurati e monetizzati. Le emittenti devono puntare su contenuti originali e iperlocali, per differenziarsi dagli OTT.
Misurazione e analisi dei dati sono cruciali: “Se non misuri, non migliori”. Anche la monetizzazione deve evolversi: non si tratta più solo di vendere spot, ma di creare valore per i clienti.
Infine, occorre investire nella formazione e cercare nuovi talenti anche fuori dal mondo radiofonico. La maggior parte dei professionisti radiofonici attuali è composta da baby boomers e Gen Xers: per innovare davvero, serve contaminazione culturale e generazionale.
Nuove sfide
La principale società americana di consulenza strategica in ambti radiofonico Jacobs Media ha pubblicato la guida Radio: Now What? per orientare le emittenti nel percorso di trasformazione al cospetto di sfide tecnologiche, evoluzione (ed invecchiamento) del pubblico e transizione digitale.
Radio: Now What?
Dopo il Covid il panorama mediatico è progressivamente divenuto più competitivo, con radio, tv ed editoria chiamate a ridefinire le proprie identità.
Jacobs Media, storica società americana di consulenza e ricerca per broadcaster, ha pubblicato Radio: Now What? una guida pratica che sintetizza le 10 priorità strategiche a cui le emittenti dovrebbero puntare per rimanere competitive e soprattutto rilevanti, in un ecosistema mediatico sempre più affollato.
I temi
Dalla leadership alla monetizzazione digitale, passando per l’intelligenza artificiale, podcast e risorse umane, il documento rappresenta una mappa aggiornata per un settore in cerca di nuove direzioni.
Chi è Jacobs Media
Fondata nel 1983 da Fred Jacobs, Jacobs Media è una delle più influenti società di consulenza radiofonica negli Stati Uniti. Nota per aver inventato all’inizio degli anni ’80 il formato Classic Rock, l’azienda è diventata negli anni un punto di riferimento per la ricerca sul pubblico e l’innovazione digitale nel settore broadcasting.
Techsurvey
Tra le sue attività più note figurano Techsurvey (lo studio annuale sui comportamenti digitali degli ascoltatori) ed il supporto strategico a centinaia di stazioni radio nel Nord America.
Il documento
La guida Radio: Now What?, pubblicata da Jacobs Media in questo mese di aprile 2025, prende atto che “la pandemia ha accelerato numerose tendenze nel mondo dei media, molte delle quali la radio non può più ignorare” e propone 10 ambiti chiave su cui è opportuno intervenire rapidamente.
Il tono dell’alert non è catastrofista, ma pragmatico: il settore ha ancora asset solidi, ma serve una svolta strategica su più fronti.
Scelte influenzanti
“Non è una questione di tecnologia, ma di leadership – si legge nel paragrafo introduttivo di Radio: Now What? – Le scelte che i broadcaster compiono oggi definiranno la radio dei prossimi dieci anni”.
Leadership
La guida Radio: Now What?, invita le emittenti a un cambio di mentalità: servono manager capaci di “pensare come startupper”, disposti a sperimentare, sbagliare, adattarsi. La leadership del futuro radiofonico, secondo Jacobs Media, deve essere meno gerarchica, più collaborativa e meno manualistica.
Cultura aziendale: People don’t quit jobs. They quit toxic cultures
Un ambiente di lavoro motivante è la seconda priorità. “People don’t quit jobs. They quit toxic cultures”, spiega la società di consulenza strategica.
Radio poco attrattiva sul piano professionale per le nuove generazioni
La capacità di trattenere talenti, soprattutto tra i giovani, dipende dalla qualità dell’ambiente interno. Un tema cruciale per un settore che fatica ad attrarre nuove generazioni.
Strategia digitale
Il digitale non è più un canale parallelo, ma il cuore stesso dell’identità radiofonica.
Eterogeneità
Dalla presenza sui social alla distribuzione via app, la guida evidenzia la necessità di una strategia integrata.
Basta pensare in analogico
Jacobs Media suggerisce di smettere di “pensare in termini di FM o AM” (non solo riguardo alla radiodiffusione analogica, ma anche in generale broadcast) e di iniziare a ragionare come “brand audio multipiattaforma”.
Ascolto attivo del pubblico
Un altro concetto forte è quello dell’ascolto, non solo come consumo, ma come relazione. Jacobs Media suggerisce che le radio sviluppino una vera cultura della customer experience: “Il pubblico è cambiato. E ora si aspetta di essere ascoltato, coinvolto, riconosciuto”.
Intelligenza Artificiale
L’intelligenza artificiale, lungi dall’essere una minaccia, può diventare un alleato per ottimizzare palinsesti, creare contenuti e personalizzare l’offerta.
La A.I. non sostituirà quelli che la sanno usare. Saranno questi ultimi a succedere a coloro che la ignorano
Ma Jacobs Media mette in guardia: “L’ A.I. non sostituirà le personalità radiofoniche. Ma quelli che la sanno usare sostituiranno quelli che la ignorano”.
Podcast
Radio: Now What? dedica un intero punto alla strategia podcast. Non basta produrre contenuti “on demand”: bisogna promuoverli, misurarli, monetizzarli. “Troppi broadcaster producono podcast come hobby. È tempo di trattarli come prodotti editoriali a pieno titolo”.
Contenuti iperlocali…
La forza della radio resta la sua capacità di essere radicata nei territori. “Hyperlocal is the new national”, afferma Jacobs Media.
… o comunque originali
Le emittenti dovrebbero investire su contenuti originali, notizie, eventi e format legati al territorio, per differenziarsi da piattaforme globali come Spotify.
Misurazione dei dati
Un altro punto chiave riguarda la capacità di leggere e usare i dati. “Se non misuri, non puoi migliorare”, è il monito di Jacobs Media attraverso Radio: Now What?
Data-driven
Le radio devono diventare data-driven, imparando a tracciare le performance su tutte le piattaforme.
Monetizzazione e nuovi modelli di business
La radiofonia non può più contare solo sulla pubblicità tradizionale. Sponsorizzazioni, abbonamenti, branded content e iniziative crossmediali diventano fondamentali. “La domanda non è solo come vendere spot, ma come creare valore per i clienti”.
Formazione e recruitment
Infine, la decima priorità riguarda il capitale umano. La guida invita le emittenti a investire nella formazione continua e a cercare nuovi profili, anche esterni al mondo radiofonico, in ambiti come UX design, storytelling digitale, produzione video.
Radiofonici prevalentemente boomers…
In un suo commento specifico il ceo di Jacobs Media, Fred Jacobs, annota come la maggioranza dei radiofonici sia ormai costituita da persone della generazione dei baby boomers.
…o gen X di soli 6 anni più giovani dei loro ascoltatori
O, nella migliore delle ipotesi, della gen X, con un’età media di 50,5 anni (di circa 6 anni più giovane dell’ascoltatore radiofonico medio USA). (G.M. per NL)