RAI sarà parte dell’indagine sull’ascolto radiofonico 2025, attuata da un JIC. Che potrebbe non essere il TER (Tavolo Editori Radio), ma una New Audiradio.
Roberto Sergio, a.d. di RAI, torna sull’annosa questione delle rilevazioni dell’audience radiofonica. Con una dichiarazione – anzi, una serie di dichiarazioni – potenzialmente dirompenti.
RAI nell’indagine JIC 2025: la dichiarazione di Sergio
“Ci siamo incontrati con gli altri editori e stiamo lavorando per approdare tutti in un JIC (Joint Industry Committee), a partire dal 2025. E RAI ne farà parte”.
Nessun rientro nel TER, ma…
Lo ha dichiarato l’a.d. Roberto Sergio in un’intervista uscita oggi sul Sole 24 Ore. “Nessun rientro nell’attuale TER, quindi, ma partecipazione alla creazione di una nuova piattaforma di rilevazione degli ascolti moderna e adeguata ai tempi, come richiesto peraltro da AgCom e con l’importante coinvolgimento di UPA”.
Prospettive di lettura
La notizia, a prescindere dalla sua importanza per la risoluzione di una querelle che non aiuta il settore, ha due differenti angolazioni di lettura.
RAI non rientra nell’attuale TER, ma in un TER con compagine allargata
Prima lettura: Roberto Sergio, rimanendo sul convincimento originario, non intende rientrare nella compagine societaria del Tavolo Editore Radio nella configurazione MOC, Media Owner Committee (cioè società partecipata solo da una componente del mercato, gli editori radiofonici). Lo farà solo quando la società di trasformerà in JIC, Joint Industry Committee (società partecipata dall’industria radiofonica nel suo complesso, quindi comprensiva degli utilizzatori finali dei dati e i pubblicitari).
Società di rilevazione ex novo
Seconda lettura. Una interpretazione più restrittiva vede invece RAI partecipare ad una società di rilevazione costituita ex novo, che prenderà il posto dell’attuale Tavolo Editori Radio, ovviamente in configurazione JIC. Che potrebbe chiamarsi Audiradio, per riprendere il discorso da dove si era interrotto col default della società di rilevazione che aveva dato il via, dopo un difficile parto, all’attuale TER.
Chiarimenti
Abbiamo quindi chiesto chiarimenti a RAI, interpellandola anche su un altro aspetto importante dell’affermazione del suo a.d. Che ci ha prontamente risposto direttamente.
Le domande a Roberto Sergio
(NL) – Se Tavolo Editori Radio diventasse (come dovrà diventare in ossequio alle prescrizioni Agcom) un JIC, RAI vi rientrerebbe comunque?
(Roberto Sergio) – I temi che più mi stanno a cuore sono due. Da un lato, l’assetto societario che deve essere un Joint Industry Committee per garantire trasparenza e integrazione di tutti i soggetti in campo. Dall’altro, conseguentemente, la metodologia della ricerca.
New Audiradio
Per come la vedo io, dovrà nascere un nuovo soggetto societario JIC, che dovrà vedere il coinvolgimento e la condivisione di intenti con UPA e Agcom. E che potrebbe chiamarsi Audiradio, in linea con le altre ricerche.
Nel 2024
(NL) – Nel corso del 2024 RAI non sarà quindi rilevata?
(Roberto Sergio) – No, non sarà presente nelle rilevazioni TER.
Il dato immerso
Alla luce del fatto che nel 2024 RAI non sarà rilevata, trova, quindi, conferma l’ipotesi iniziale da noi formulata a seguito delle dichiarazioni del presidente di TER Federico Silvestri a NL: che le reti pubbliche sarebbero state comunque rilevate, ma con un dato non deducibile, perché immerso nel generale “altri”.
Il punto
Sul punto ricordiamo che, come anticipato da questo periodico, in una recente riunione a porte chiuse, TER aveva aggiornato Agcom sullo stato di avanzamento dei lavori per adattare l’indagine alle prescrizioni dell’Autorità, che avranno tuttavia effetto nel 2025 (o meglio, con l’indagine RadioTER 2025).
La mancata iscrizione di RAI a TER 2024
Tuttavia – osservavamo nel momento della pubblicazione di tale notizia – la vera novità discendeva dalla mancata iscrizione di RAI all’indagine RadioTER 2024, che ne avrebbe preso atto fotografando (comunque) il perimetro omogeneo della rilevazione, anche se il contributo d’ascolto delle reti della concessionaria pubblica sarebbe stato inidentificabile, in quanto annegato nel dato generale delle emittenti non iscritte (Radio Maria, Radio Radicale ed altre radio locali, anche di peso d’ascolto significativo, come la superstation Radio Radio).
I dati del 2° semestre e dell’intero 2023
La novità si desumeva dalle dichiarazioni rese dal presidente del Tavolo Editori Radio, Federico Silvestri, a margine della definizione delle date di pubblicazione di RadioTER 2023, con tutti i dati del 2° semestre e dell’anno intero.
Indagini 2023 concluse l’11/12/2023
“Con riferimento all’indagine principale, relativa all’ascolto nel giorno medio, nei 7 giorni, nonché l’ascolto nel quarto d’ora e la durata dell’ascolto, realizzata da GfK Italia e Ipsos, le rilevazioni del secondo semestre 2023 e dell’anno intero 2023 si sono concluse l’11 dicembre u.s.; l’11 dicembre u.s. si sono concluse anche le rilevazioni della seconda wave dell’indagine parallela realizzata da Doxa”, spiegava infatti TER in una nota.
Anticipazioni l’11/01/2024
La pubblicazione sul sito web di TER delle anticipazioni dei dati del secondo semestre e dell’anno intero dell’Indagine principale RadioTER 2023 avrebbe dovuto avvenire giovedì 11/01/2024, mentre quella sul sito web di TER del volume, in formato elettronico, dei dati del secondo semestre e dell’anno intero dell’Indagine principale RadioTER 2023 è prevista per martedì 20/02/2024.
RadioTER 2024 dal 16/01/2024
Nel frattempo, a dispetto delle previsioni, l’adesione a RadioTER 2024 era stata alta: 269 radio iscritte, tra cui 14 nazionali e 255 locali (le rilevazioni sono iniziate il 16/01/2024).
Rilevazione dell’intero universo
La novità, scrivevamo, era “nascosta” nella seguente dichiarazione di Silvestri: “Tali interviste verranno realizzate da GfK Italia e Ipsos e produrranno una fotografia dell’intero universo di ascolto della radiofonia italiana (quindi anche le emittenti non iscritte, RAI in primis, ndr) e, per tutte le emittenti iscritte a Radio TER 2024, i dati degli ascoltatori nel giorno medio, nei 7 giorni, nonché l’ascolto nel quarto d’ora e la durata dell’ascolto”.
La traduzione
Tradotto: ci sarebbero stati due dati, uno nero ed uno bianco. Sarebbe stato ovviamente impossibile ricavare il dato RAI, ma l’indagine in questo modo non avrebbe potuto essere tacciata di mancata rappresentazione del quadro generale d’ascolto.
L’inghippo
Sennonché, il giorno fissato per la pubblicazione (11/01/2024) nulla era accaduto, senza alcuna motivazione da parte del TER, che lo avrebbe fatto solo il giorno successivo, ma senza la presenza del dato RAI, oscurato.
Moral suasion
Sulla decisione del TER di espungere il dato RAI dai dati del secondo semestre 2023 e dall’intera annualità, questo periodico aveva ipotizzato per primo la presenza di quella che avevamo definito una moral suasion di Agcom. Notizia poi ripresa da altri.
Sveglia…
L’Autorità – vista l’inerzia della società a correggere le limitazioni societarie (trasformandosi da MOC, Media Owner Committee a JIC, Joint Industry Committee, superando il conflitto d’interessi del rilevatore che rileva se stesso) e metodologiche (integrazione dell’arcaico metodo dichiarativo CATI con uno strumento di rilevazione elettronico) – aveva infatti puntato i riflettori sull’indagine con la delibera 202/23/CONS, alle cui prescrizioni il Tavolo Editori Radio si sta, appunto, adeguando.
… dal 2025!
Con effetti, però, decorrenti dall’indagine 2025.
Innaturale senza RAI
Come però dimostrava la pubblicazione epurata dal dato RAI dell’annualità 2023, una rilevazione senza i dati delle radio pubbliche non sarebbe stata naturale.
Completezza del quadro
E non solo sotto il profilo della completezza della rappresentazione della distribuzione dell’ascolto, ma anche per l’anomalia, mai verificatasi in precedenza, di un quadro annuale parziale, considerato che il dato RAI del primo semestre 2023 è ancora presente in elenco (pubblico), mentre quello del secondo è assente. Non risulta mai verificatasi – a memoria – una simile ambiguità.
Analisi
Scrivevamo sul punto: “Qualsiasi analista – già perplesso da una (dichiarata) crescita assoluta dell’ascolto radiofonico nonostante la progressiva erosione di quote da parte dei competitor audio dello streaming on demand (35,984 mln nel 2° semestre 2023 vs 33,968 nel 2° semestre 2022, 36,343 nell’anno 2023 vs 33,809 nell’anno 2022) -, il naso davanti ad una rilevazione in cui uno dei principali gruppi radiofonici italiani è assente per metà”.
Ombre e ritardi
Una condizione poco trasparente (posta l’incomprensibile assenza di spiegazioni) che avrebbe rischiato di gettare ulteriori ombre su un’indagine finita nel mirino dell’Autorità per il ritardo mostrato nell’adeguarsi a logiche che il buonsenso, prima che la best practice degli altri mercati, avrebbe imposto.
(Ri)apertura
A questo punto, annotavamo: “Riteniamo probabile che TER, da una parte, venga sollecitato a (ri)aprirsi a RAI e quest’ultima ad essere un po’ più tollerante nei confronti dei tempi di adeguamento dell’indagine alle prescrizioni impartite da Agcom, che, di fatto, si sovrappongono alle originarie rivendicazioni della concessionaria pubblica, anche se in forma smussata”.
Termini
Il pezzo si concludeva con questa affermazione: “Non ci stupiremmo, quindi, se RAI rientrasse, anche se a termini scaduti, nell’indagine TER 2024. Se non accadrà, siamo convinti che, a compagine TER allargata al mercato – con l’ingresso di Utenti Pubblicità Associati (UPA) e Aziende della comunicazione unite (UNA) – lo farà con la rinnovata indagine del TER 2025″.
Profezia
Alla luce delle dichiarazioni di Roberto Sergio di oggi, possiamo dire che forse ci avevamo azzeccato. (M.L. per NL)