E’ il momento della verifica per la nuova indagine sull’ascolto radiofonico che si propone di sostituire Audiradio dopo il default della omonima società che la curava e che ha lasciato da oltre un anno il comparto nell’empasse, con gravissime ricadute sulla raccolta pubblicitaria.
L’iniziativa sostitutiva è realizzata dall’istituto GFK Eurisko, che la presenta sotto l’accattivante appellativo Radio Monitor 2012. Tiepida per il momento l’accoglienza, con emittenti nazionali e locali in questi ultimi giorni più che altro interessate a sapere chi vi aderirà prima di esprimere la propria volontà. Tuttavia, a parte qualche protesta proveniente da qualche sindacato di categoria, che vede nella proposta Eurisko un rischio di penalizzazione per i soggetti più piccoli nell’ambito della distribuzione della pubblicità nazionale, si può dire che vere e proprie prese di posizione contro la nuova indagine non ve ne sono state, probabilmente anche in considerazione del fatto che la maggior parte degli operatori ha capito che senza una ricerca aggiornata non si poteva più continuare e, vista la sostanziale latenza dell’Agcom, la proposta di Eurisko era l’unica immediatamente fruibile. Secondo Claudio Astorri, consulente editoriale radiofonico ed esperto della materia, Radio Monitor 2012 presenta due notevoli punti di forza: la trasparenza e l’indipendenza. A riguardo del primo, per Astorri "Il fatto che ci sia una committenza diretta, senza inutili organismi intermedi, dalle emittenti radiofoniche a un istituto di ricerca, peraltro qualificatissimo, è un fatto di novità, di vicinanza, di responsabilità e di trasparenza. Ciò peraltro ci avvicina anche a modelli internazionali di grande efficienza. I costi sono molto chiari e così lo sono anche i progressivi rientri economici per gli iscritti in dipendenza delle adesioni". Circa l’indipendenza, per il consulente "è essenziale avere un buon rapporto con il mondo della pubblicità e delle sue associazioni. Non da meno il loro ruolo nei 17 anni di vita di Audiradio srl, certamente interpretato dalla personalità assolutista del suo presidente Felice Lioy, è stato invasivo e limitante per lo sviluppo della ricerca e perfino negativo per la promozione del mezzo. Le associazioni della pubblicità ora non governano la ricerca ma tutt’al più sono invitate a far parte del "Comitato Scientifico". Ora occorrerà attendere la chiusura della raccolta delle adesioni per accertare la reale portata della proposta Eurisko. (M.L. per NL)