Alla fine i dati di dati semestrali sull’ascolto radiofonico della prima sessione del TER, il Tavolo editori radio “che ha riunito i proprietari delle emittenti e le principali associazioni per un totale di 300 antenne” (come di definisce in una nota la società), usciranno a fine settembre o al più agli inizi di ottobre.
La riunione del consiglio di amministrazione di ieri, che secondo alcune indiscrezioni avrebbe potuto spaccare “il tavolo”, si è conclusa con un accordo “all’unanimità”, spiega il presidente del TER Nicola Sinisi (che è anche assistente del d.g. RAI), che pure ammette che una non condivisione delle scelte in effetti c’era stata “a inizio agosto, quando c’erano da definire alcune questioni metodologiche sulla nuova rilevazione” (così confermando le voci circolate).
Mentre nulla riferisce sulla indiscrezione (ribadita a questo periodico ancora ieri sera da fonti che preferiscono rimanere anonime) riguardante la nomina di un revisore, sulle motivazioni dei ritardi Sinisi si pronuncia così: “La raccolta dei dati del semestre è terminata a fine luglio e adesso gli istituti stanno elaborando i dati grezzi; il nostro obiettivo era ed è avere i dati per fine settembre, al massimo potrebbero arrivare a inizio ottobre. Niente di catastrofico, anzi un’uscita che sarebbe in linea con una raccolta dati inziata un po’ più in là, il 20 febbraio, rispetto alla solita metà gennaio”.
D’altro canto, continua il presidente della società di rilevazione, “La prima wave terminata il 10 maggio e rilasciata l’8 agosto ci ha messo un po’ più di tempo perchè abbiamo dovuto lavorare sulla correlazionedei dati presentati da due istituti diversi, ma quelli semestrali e pubblici arriveranno più o meno nei tempi previsti”.
Sta di fatto che il TER “ha deciso all’unanimità di procedere con la ricerca commissionata per l’anno 2017 agli istituti Gfk, Ipsos e Doxa e di partire da subito con i lavori preparatori della nuova ricerca 2018. Tempi e modalità del rilascio dei dati saranno comunicati entro la fine del mese di settembre”.
Sulle modalità di rilevazione dell’indagine CATI, da più parti contestata come anacronistica nell’era della profilazione assoluta via web, Sinisi spiega: “abbiamo dato mandato a Doxa di fare un’indagine parallela sull’ascolto nei 7,14,21 e 28 giorni con un campione di 20mila persone che ci offrirà risultati di grande precisione e affidabilità. Vogliamo sfidare Internet, vogliamo vedere chi ha la platea più ampia. Stiamo mettendo in piedi una rilevazione così accurata e precisa che può competere con la cosiddetta misurabilità del web”.
Come conseguire tale ambizioso obiettivo Sinisi però non lo dice, anche se logica vorrebbe che si passasse dall’introduzione del meter come in altri mercati più evoluti per evitare margini di arbitrarietà, rischi di inquinamento da notorietà del brand fornendo al contempo tempi di riscontro rapidi e profilazioni aggiuntive.
Ma c’è da scommettere che ad una proposta del genere la proclamata coesione del TER verrebbe messa a dura prova.(E.G. per NL)