Radio. Indagini ascolto: watermark in processori audio sarà meter? Iniziata anche in Europa sperimentazione (già da tempo condotta in USA)

watermark

L’impiego di un watermark nel flusso audio elaborato dai processori delle emittenti radio potrebbe consentire ad un meter PPM (portable people meter) di rilevare con estrema affidabilità l’audience radiofonica senza alterare il suono della stazione come con altri marcatori univoci del contenuto.
Già pronte 18 integrazioni certificate, tra cui quelle per gli apparati Omnia, Orban e Wheatstone.

Sintesi

Audiradio utilizzerà come componente di rilevazione elettronica dell’indagine sull’ascolto radiofonico il sistema SDK (come da noi preannunciato ad ottobre 2023, quando si discuteva ancora di un aggiornamento del defunto TER).
Che, tuttavia, è un punto di partenza e non d’arrivo, come peraltro confermato tra le righe dal presidente di Audiradio Antonio Martusciello, da noi intervistato ieri.
E l’impiego di un watermark sui processori audio, dove viene integrato un software di conciliazione col portable people meter (PPM), il meter di Nielsen per monitorare l’audience radiofonica, potrebbe essere un’opzione vagliata da Audiradio nel prosieguo dell’integrazione della misurazione elettronica.

Martusciello: perché SDK

“L’indagine di Audiradio sarà un’indagine mista, di tipo quantitativo e censuario, attraverso l’SDK, strumento che già rappresenta un significativo passo avanti rispetto a un modello meramente dichiarativo”, aveva spiegato ieri ai lettori NL Martusciello.

Misurazioni dichiarative ancora in auge

“D’altra parte, se guardiamo ai rapporti europei, come il report Radio Audience Measurement di EGTA (Association of television and radio sales houses) e il EMRO (European Media Research Organization), ancora oggi le metodologie di tipo dichiarativo sono quelle più comunemente impiegate in Europa, mentre sui sistemi passivi ci sono ancora sperimentazioni in corso.

SDK conforme alle prescrizioni Agcom

Le delibere Agcom, poi, hanno sempre favorito l’introduzione di una metodologia tecnologicamente affidabile, anche in forma ibrida, come appunto lo è la combinazione quantitativo/censuario attraverso l’SDK.

Meter ancora problematico

Il meter, invece, strumento di rilevazione passiva, presenta ancora molti problemi in varie parti del mondo, oltre ad essere uno strumento tanto costoso che, allo stato, faticosamente si “sposa” con il principio di sostenibilità economica della ricerca radiofonica. La novità principale da evidenziare è il passaggio da tecnologie meramente dichiarative a ibride”, aveva sottolineato il presidente di Audiradio.

Il sistema SDK

Ma in cosa consiste esattamente la soluzione SDK (acronimo di Software Development Kit) integrata al metodo dichiarativo (CATI) nell’interesse della radiofonia locale, che da un sistema esclusivamente elettronico sarebbe penalizzata, già impiegato da Audiweb, come contribuzione alla rilevazione Daily/Weekly?

Cosa è il Software Development Kit

Il Software Development Kit di Nielsen (SDK), inserito dagli editori iscritti al sistema in video, pagine e applicazioni, restituisce dati censuari sui volumi della fruizione di tutti i contenuti online distribuiti tramite differenti piattaforme.

Finalità

Il metodo SDK consente di integrare gli strumenti di misurazione nei contenuti digitali indipendentemente dal device utilizzato per la fruizione del contenuto e consente la coerente attribuzione di tutte le audience rilevate, anche quando riferite a contenuti editoriali fruiti in applicazioni mobile di terzi, alla fruizione di video su differenti piattaforme, alla modalità Facebook in-app mobile browsing, Facebook Instant Article Google AMP.

Contenuti statici e dinamici

Più in dettaglio, l’SDK può rilevare sia contenuti statici (pagine) che contenuti video live e on-demand ed è disponibile per browsers ed applicazioni iOS ed Android.

Dati censuari

Inoltre, nella raccolta dei dati censuari vengono utilizzati dei filtri in grado di identificare traffico non umano, così da registrare esclusivamente il traffico proveniente da browser e applicazioni, sia esso contenuto testuale o video.

Il PPM

Un’altra soluzione è il PPM (Portable People Meter), noto anche come Nielsen Meter, è stato sviluppato da Arbitron (ora Nielsen Audio) per misurare quante persone di un panel ascoltassero singole stazioni radio e televisive (comprese quelle via cavo) senza necessità di sottoporle ad interviste (metodo CATI) o far loro compilare un diario quotidiano (metodo Diari).

Indossato

Il PPM è indossato come un cercapersone e rileva toni audio “nascosti” all’interno del flusso audio di una stazione, marcandolo ogni volta che trova (e così elaborando la corrispondenza tra specifico tono con univoca stazione).

La composizione

Il sistema è composto da un codificatore che inserisce i toni in modo subliminale nella catena di distribuzione via etere di una stazione o di una rete di trasmissione tramite mascheramento psicoacustico.

Altri componenti

Il device è completato da un monitor che controlla che l’encoder funzioni correttamente, da un misuratore portatile indossabile portato da ogni rilevatore, da una stazione base per ogni PPM, per ricaricare la batteria e da un caricabatterie portatile nei periodi di vacanze e altri viaggi lontano dalla base di casa.

Originalmente

Il concetto originale del PPM richiedeva che la stazione base fosse collegata a una linea telefonica per trasmettere i dati di ascolto dei panelisti dal PPM al punto di raccolta.

Upgrade

Il PPM 360, introdotto nel 2010, utilizza invece la tecnologia del telefono cellulare per raggiungere questo obiettivo senza la necessità di un servizio telefonico fisso.

Sensore di movimento

I dispositivi PPM hanno anche un sensore di movimento per rilevare quando vengono indossati da una persona in forma non stanziale.

Sleeping

Per conseguenza, quando i panelisti non si muovono, dopo un periodo di 30 minuti di inattività, i device entrano in modalità sleep a basso consumo per preservare la durata della batteria.

Risultati con altri metodi di rilevazione

Sebbene il PPM fornisca dati empirici e verificabili sulla misurazione del pubblico, i risultati sono talvolta in contrasto con quelli generati con il metodo dei diari (che prevede che i panelisti annotino ogni cambiamento del quadrante radio).

Risultati

Alcune stazioni, in particolare, hanno visto il numero di ascoltatori crollare nelle città in cui Arbitron aveva adottato il PPM, pare a causa del fatto che il tono incorporato nella trasmissione per l’identificazione della stazione si perdeva in alcuni stili musicali, non venendo così captato e falsando l’audience.

eCBET

Per ovviare a ciò, Nielsen aveva introdotto l’upgrade eCBET nel 2016, pubblicizzandolo come un miglioramento del processo di codifica dei toni.

Suono alterato

Tuttavia, secondo alcuni ingegneri del suono di emittenti che l’avevano adottato, tale modifica avrebbe alterato il layout sonoro, rendendolo artefatto e così disincentivando l’ascolto.

Ascolto in cuffia

Ciò premesso, relativamente al problema dell’ascolto in cuffia, presumibilmente non rilevabile dal sistema PPM, dalla fine del 2020 Nielsen ha introdotto un aggiornamento che tiene conto di questa lacuna nella misurazione.

Headphone adjustment

L’headphone adjustment (questa la contromisura, ndr) è un modello statistico sviluppato da Nielsen e basato su un’ampia ricerca di follow-up con ex partecipanti al panel analizzati con meter PPM, sulla frequenza con cui utilizzano auricolari o cuffie per ascoltare i flussi delle stazioni radiotelevisive.

AQH corretto

In sostanza, l‘adjustment, aumenta l’AQH per tutti i flussi digitali delle emittenti. Il valore è stato aggiornato nel 2021 e Nielsen aveva in programma di aggiornarlo nuovamente alla fine del 2023 o all’inizio del 2024.

+4%. Solo? Mah…

Ma quanto pesa l’ascolto in cuffia?
Dopo l‘upgrade, l’aumento dell’AQH radiofonico (il quarto d’ora medio) complessivo nei mercati sottoposti ad analisi è stato del 4% quando è stata introdotta per la prima volta la regolazione delle cuffie nell’ottobre 2020.

Approccio discutibile al problema…

Un aumento che lascia perplessi (secondo gli editori sarebbe molto superiore), ma soprattutto un approccio che non pare essere una soluzione, ma un mero tentativo empirico di valutare la portata del problema.

Il watermark nei processori audio

Una promettente opzione è infine quella di un watermark integrato nei processori audio, che in realtà è una evoluzione dell’impiego del PPM che potrebbe operare con un software installato sullo smartphone che restituisce al meter (collegato wireless al telefono) il riconoscimento del marker in caso di ascolto con cuffia (l’ascolto in questa modalità, è noto, avviene ormai pressoché esclusivamente attraverso smartphone).

ASE

Nel merito del funzionamento, l’Audio Software Encoder di Nielsen disaccoppia l’algoritmo di codifica PPM dal codificatore hardware e lo rende disponibile per l’integrazione in apparecchiature di trasmissione di terze parti.

CBET

Quando il software viene integrato nell’elaborazione audio di una stazione (il processore audio, per capirci), può aggiungere il codice CBET avanzato al flusso sonoro, per il quale sono già disponibili 18 integrazioni certificate tra cui Omnia, Orban e Wheatstone.

Funzionalità estese

Peraltro con funzionalità estese ed economie di scala, come nel caso di Omnia, che ha processi e watermark separati, con la possibilità di gestire due emittenti nella configurazione hardware e fino a 64 nella versione software.

Processori audio

Ma perché inserire il watermark nel processore audio?
Secondo Nielsen, in quanto “il processore è l’elemento più prossimo al PPM” e le possibilità di alterazione del suono sono limitate al massimo rispetto all’integrazione di altri marcatori (si pensi, per analogia a sistemi di automazione radiofonica degli anni 70 e 80).

L’applicazione

Allo stato il watermark nei processori audio è sperimentano principalmente sui flussi streaming (negli Stati Uniti di 500 stazioni nei 48 mercati principali PPM), in proiezione di estenderlo alla rete di distribuzione via etere (AM/FM/HD Radio/DAB+). (M.R. per NL)

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