A Radiomediaset sarebbero su tutte le furie perché l’indagine sull’ascolto del Tavolo Editori Radiofonici pubblicata per ora con dati riservati (quindi non divulgabili) non avrebbe premiato sufficientemente R 101, Radio 105 e Virgin nonostante la profusione di investimenti in risorse frequenziali ed esposizione mediatica sulle reti del Biscione.
Per questo motivo il colosso multimediale si opporrebbe alla pubblicazione dei dati, prevista per fine settembre e sarebbe entrato in contrasto con altri gruppi radiofonici con i quali i rapporti erano già tesi (tanto che avrebbero presentato esposti ad Agcom e Agcm contro presunte politiche commerciali scorrette attuate da Mediaset e verso la recente acquisizione della superstation Subasio).
Non è vero: i dati di ascolto dell’area radiofonica del gruppo di Cologno sono lusinghieri e addirittura sopra la media del trend generale, almeno nel g/m e nel quarto d’ora, assicura chi i dati li avrebbe visti, tanto che Mediaset sarebbe pronta ad illustrare le ottime performance dei suoi mezzi con una convention entro fine mese.
Molte (grandi) radio locali sarebbero state premiate dall’indagine sull’ascolto radiofonico TER, vedendo riconosciuti i propri sforzi editoriali e tecnici con aumenti anche del 50% nei sette giorni.
Quando mai! Almeno una decina di top station (non nazionali) sarebbero sul piede di guerra a causa di ingiustificati crolli del 50% rispetto ai dati di Radio Monitor (precedente indagine sull’ascolto radiofonico).
Tutti i player nazionali tranne Radiomediaset e RMC (commercializzata dalla stessa Mediaset) sarebbero d’accordo nell’autorizzare la pubblicazione dei dati (prevista per fine settembre).
Falso: ci sarebbe almeno un altro importante player nazionale che non avrebbe conseguito risultati lusinghieri e che quindi sarebbe contrario alla pubblicazione (il numero dei soggetti con diritto di voto è rilevante per la decisione sulla pubblicazione in base allo statuto del TER).
Insomma, nel silenzio/indifferenza delle associazioni di categoria delle emittenti su un tema bollente, prosegue, nel perfetto cliché gossipparo, la rincorsa di voci e controvoci – che abbiamo sopra collazionato, soprassedendo su quelle iperboliche che pure circolano – sui dati riservati distribuiti (in misterioso e mai giustificato ritardo) dal nuovo rilevatore dell’ascolto radiofonico italiano.
Il tutto, naturalmente, nelle more che Agcom intervenga, seriamente, come annunciato, per indicare i correttivi da introdurre nella gestione dell’indagine sull’ascolto radiofonico su cui si fonda l’economia del settore radio (sia in termini di decisioni editoriali strategiche che di raccolta pubblicitaria).
Prima fra tutte, l’indispensabile adozione di sistemi di smart metering. (M.L. per NL)