Oggi dovrebbe scadere il termine per la consegna della relazione di Giorgio Marbach, luminare in ricerce di mercato – già rettore dell’ateneo telematico Universitas Mercatorum e professore Ordinario di Statistica economica – sulla correttezza (o meno) dei criteri adottati per la conduzione dell’indagine TER (Tavolo Editori Radio) sull’ascolto radiofonico italiano.
Al momento non è dato di sapere ancora nulla delle conclusioni del super esperto nominato dal TER per sedare i dubbi sulle metodologie adottate nel percorso di un’indagine appena nata ma già controversa, né è presumibile che si saprà qualcosa prima di fine mese, essendo stata ventilata la pubblicazione non prima del mese di novembre (cosicché si realizzerebbe l’infelice primato di disporre di dati sui trend d’audience a quasi un anno di distanza dai rilievi).
Insomma, una situazione molto complicata che certamente non giova al mezzo nelle sue relazioni col mercato e con gli investitori, già inasprite da un poco opportuno comunicato del presidente del TER Nicola Sinisi all’esito del cda di settembre che aveva mandato su tutte le furie l’UPA (Utenti Pubblicità Associati, ciè la rappresentanza dei clienti delle emittenti).
L’incidente di percorso con UPA non ha certamente giovato alla serenità tra i soci, già minata da malumori più o meno profondi – pare in particolare da Radiomediaset (oggetto di una spoilerata di Dagospia su presunti niente affatto brillanti risultati per Virgin Radio e Radio 105) e RAI – da ricondurre alle metodologie adottate che avrebbero penalizzato taluni per superpremiare altri (di qui la decisione di nominare il revisore Marbach).
I dati riservati diffusi in estate sul 1° trimestre 2017, secondo i rumors, avevano già fatto registrare una profonda disomogeneità rispetto a pregressi rilievi contraddistinti da alterazioni mai particolarmente eclatanti, quantomeno sui grandi volumi d’ascolto.
Questa volta però non sarebbe stato così, in particolare per il primo trimestre, tanto che si penserebbe addirittura di pubblicare il dato semestrale mobile (cioè senza i primi tre mesi che avrebbero risentito di fenomeni tali da indurre a valutarli come non del tutto affidabili). Ma la parola definitiva spetta all’esperto il cui report sarà (o dovrebbe essere) dirimente. (M.L. per NL)