Potrebbe avere luogo a brevissimo (si parla addirittura di domani o dei primi giorni della prossima settimana) la pubblicazione della bozza delle Linee guida sui bandi per l’assegnazione dei diritti d’uso DAB+ ai consorzi locali di emittenti radiofoniche. La bozza conterrà, ovviamente, i requisiti di cui dovranno disporre le emittenti consorziate per consentire all’ente di concorrere all’attribuzione delle frequenze.
Controllori accessori
Tra questi, alcuni costituiranno problemi non di poco conto per i consorzi, che si troveranno nella scomoda condizione di doversi sovrapporre al Ministero delle imprese e del made in Italy nella verifica dei requisiti dei soci.
Dipendenti, canoni, autorizzazioni rinnovate
Tra i requisiti richiesti vi saranno, ovviamente, quelli per il normale mantenimento del titolo concessorio, come almeno due dipendenti allineati sul piano contributivo per le stazioni commerciali, ma anche la regolarità nel versamento dei canoni, delle comunicazioni dei dati contabili (per il calcolo degli stessi) e l’avvenuto rinnovo dell’autorizzazione per fornitori di contenuti in tecnica digitale.
Consistenza
“Può sembrare strano, ma ci sono emittenti commerciali la cui consistenza organica è irregolare. Circostanza che mette a rischio, naturalmente, la titolarità della concessione e dell’autorizzazione per fornitori“, osserva Alessio Negretti, giurista di Consultmedia, applicato all’Area Affari Legali.
La bozza delle linee guida su bandi locali
“Ciò potrà avere riflessi sui consorzi istanti, come già accaduto nella fase di rilascio delle autorizzazioni sperimentali. C’è poi il nodo della sovrapposizione di partecipazioni in più consorzi, che, se non risolta, potrebbe incidere sulle domande degli enti ove l’emittente è iscritta”, continua Negretti. “Auspichiamo che tutte queste fattispecie siano opportunamente trattate nella bozza delle Linee guida, o quantomeno lo siano nelle FAQ che seguiranno”.
Occhio ai PDV
“Relativamente ai successibi bandi, ci sono poi gli aspetti tecnici, che l’esperienza del DTT ci ha insegnato costituire delle vere e proprie forche caudine“, interviene Massimo Rinaldi, ingegnere dell’Area Tecnica di Consultmedia.
L’esperienza televisiva
“Per parte nostra stiamo gestendo diverse richieste di assistenza nella progettazione delle reti da parti di consorzi già costituiti. La nostra esperienza televisiva nella gestione di aspetti critici, quali i limiti di copertura conciliati coi pdv, è evidentemente considerata un buon biglietto da visita (Consultmedia ha assistitito il 65% degli operatori di rete DTT che hanno concorso ai bandi del refarming della banda 700 MHz, ndr).
Occhio ai pdv
E, del resto, si tratta di aspetti particolarmente problematici che in ambito DTT hanno portato a clamorose esclusioni anche di player di primaria importanza“, osserva Rinaldi.
Come coi costi condominiali
“Infine c’è il problema dei costi che i consorzi dovranno sostenere per realizzare le reti. Parliamo di investimenti che possono superare i 500.000 euro in alcune regioni. Valori che, necessariamente, i soci dei consorzi dovranno sostenere direttamente, salva la presenza di nuovi entranti disponibili ad acquistare la capacità trasmissiva eventualmente disponibile”, spiega Giovanni Madaro, economista dell’Area Affari Economici di Consultmedia.
Riflessi
“Si tratta di aspetti che abbiamo puntualmente affrontato nei business plan dei consorzi che seguiamo, ma che, in troppi casi, appaiono sottovalutati dalle emittenti aderenti e che possono riflettersi negativamente sull’ente“, conclude il consulente. (E.G. per NL)