Lo scouter musicale radiofonico: un ponte tra passato e presente nel panorama culturale contemporaneo al cospetto tra radio lineare e SOD (Streaming On Demand).
Tra retrofuturismo e nostalgia culturale, il lavoro dello scouter ridefinisce il rapporto tra la radio e il patrimonio musicale dimenticato.
Gianluca Costella chiarisce il ruolo che ha attirato grande attenzione nell’ultima intervista pubblicata.
Sintesi
In un contesto dominato da playlist algoritmiche delle piattaforme SOD e trend musicali effimeri, lo scouter musicale radiofonico emerge come figura chiave per riscoprire e rilanciare gemme del passato sulla radio lineare.
Con un focus su produzioni forzatamente trascurate degli anni ’70 e ’80 (ma non solo, come vedremo), questa figura si inserisce in una tendenza globale verso il retrofuturismo e la nostalgia culturale, proponendo un mix innovativo che valorizza la qualità artistica e cattura l’attenzione delle nuove generazioni.
Gianluca Costella, tra i principali scouter radiofonici italiani, definisce i contorni di un ruolo destinato a diventare sempre più importante.
La (ri)nascita dello scouter musicale radiofonico
“La radio deve tornare a stupire come nel 1976: basta playlist strette”, aveva affermato qualche giorno fa Gianluca Costella, responsabile delle radio digitali del gruppo GEDI (Radio DeeJay, Radio Capital, m2o) ed esperto di format radiofonici, in una intervista risultata tra le più lette del 2024 su Newslinet.
Fraintendimenti
Ma che ha anche generato alcuni fraintendimenti, generalmente da parte di chi ha prestato all’articolo una lettura (troppo) superficiale.
Indiana Jones della musica
La figura specifica dello scouter musicale descritta da Costella non è, infatti, quella del selezionatore delle novità, ma del ricercatore di produzioni di qualità del passato, soprattutto quelle musicalmente più prolifiche della seconda metà degli anni ’70 e dei primi anni ’80.
Le perle tra vinili e nastri dimenticati
“Lì, tra vinili e nastri dimenticati, giace un universo di autentiche perle che non hanno avuto la giusta visibilità,” annota il music supervisor di Elemedia. Un universo inesplorato dal SOD e quindi una manna per la radio.
Retrofuturismo
Una prospettiva operativa che si lega ad una più ampia tendenza culturale: il retrofuturismo. Così, infatti, è definita quella corrente estetica ed ideologica che reinterpreta visioni del futuro passate, combinandole con tecnologie e sensibilità contemporanee.
Nostalgia culturale
Parallelamente, la nostalgia culturale – alimentata dalla riscoperta di estetiche e suoni vintage – rappresenta una risposta ad un presente sempre più frammentato e incerto.
Retrofuturismo e nostalgia culturale: definizioni e impatti sulla radiofonia
Il retrofuturismo è una tendenza che si manifesta in vari ambiti: dalla moda al cinema, dalle fiction alla vita sociale, dal design alla – appunto – musica. “Una corrente estetica e culturale che recupera elementi immaginari del passato proiettandoli – attraverso un soggetto definito immaginifico (lo scouter, nel nostro caso) – nel presente.
Sogni spaziali
Penso ai sogni spaziali degli anni ’60 o alle visioni tecnologiche degli anni ’80“, puntualizza Costella. “Allo stesso modo, la nostalgia culturale non è solo un ricordo idealizzato, ma un motore per reinterpretare il passato con una sensibilità moderna”.
Il formato oldies
Può sembrare un paradosso, ma uno dei formati radiofonici considerati immarcescibili, quello “oldies”, deve essere aggiornato proprio al cospetto delle piattaforme SOD, come Spotify, YouTube, Apple Music che lo inflazionano.
Stop agli 800 brani
La radio, che aveva consacrato interi decenni musicali, sembra aver ceduto questo terreno alle logiche algoritmiche, limitando i cataloghi a non più di 800 brani, esponendosi così alla concorrenza del SOD.
Decadi scomparse
“Scompaiono decadi importanti che la radiofonia regala alle piattaforme di streaming on demand”, spiegavamo qualche mese fa in un approfondimento dedicato ad una delle prime stazioni italiane oldies con un catalogo ampio – 20.000 pezzi, pur, ovviamente, con differenti livelli di rotazione (il che impone l’adozione di potenti software di schedulazione, come MusicMaster) – caratterizzata dal claim “canzoni e parole fuori dal coro”: la romana RTR 99.
Lo scouter
Lo scouter musicale radiofonico, quindi, si inserisce in questa dinamica come figura capace di invertire la tendenza, proponendo contenuti che coniugano qualità, memoria e innovazione.
La riscoperta del passato: un valore aggiunto per la radio contemporanea
“Il concetto di nostalgia culturale trova applicazione diretta nel lavoro dello scouter musicale: i pezzi che non hanno avuto successo al loro tempo, nonostante la grande qualità artistica, spesso a causa di limitate possibilità di distribuzione, possono essere rilanciati grazie a un nuovo contesto tecnologico e culturale.
Immensa produzione di qualità inespressa
Questo è particolarmente evidente nella riscoperta di periodi musicali che hanno generato immense quantità di contenuti di qualità o nei recuperi musicali degli anni 60 e 70 inserite nelle serie tv di Netflix, Prime Video, ecc.
Lo faceva già Giorgio Moroder
Ma non si tratta di una novità: un maestro del genere era, dalla seconda metà degli anni ’70, Giorgio Moroder (nella foto sopra con Costella, ndr) che rimaneggiava nei suoi pezzi brani degli anni 60.
Knights in White Satin e Knock on Wood
Si pensi a Knights in White Satin del 1976, rivisitazione in chiave disco di Nights in White Satin del 1967 dei Moody Blues, ma anche a Knock on Wood di Eddie Floyd e Steve Cropper del 1965 riportata in auge da Amii Stewart nel 1979″, annota Costella, tra i principali scouter italiani.
WHPY
Ma lo scouting non opera ovviamente solo a cavallo tra gli anni 70 e 80. Newslinet ha, per esempio, analizzato a fondo l’esperienza di WHPY, una stazione radio americana che ha adottato un formato “hipster hippie”, esplorando gli anni ’60 ed in particolare la musica psichedelica.
Under 40 affascinati dal flower power
Un format, inedito in Italia, che unisce il fascino dei figli dei fiori con la sensibilità moderna, attirando anche ascoltatori under 40.
I retro-hippies
“Il formato hippie nel 2025? Ha senso eccome, soprattutto se ben contestualizzato per le nuove generazioni e proprio in funzione dell’incapacità degli algoritmi delle piattaforme SOD di contestualizzare un universo musicale troppo eterogeneo”, evidenzia Gianluca Costella.
Il ritorno di Wolfman Jack: un caso emblematico
Un altro esempio significativo di retrofuturismo e nostalgia culturale applicati alla radiofonia è il revival di Wolfman Jack su Mighty 1090 (XEPRS-AM 1090 kHz, da cui il claim The Mighty 1090), stazione radio commerciale autorizzata a Playas de Rosarito, un sobborgo di Tijuana in Baja California, Messico, che ha scelto di riproporre il compianto DJ, senza l’ausilio dell’intelligenza artificiale.
Connessioni emotive profonde
Lo scouter: una figura chiave per il futuro della radio
“Lo scouter musicale radiofonico non è un semplice selezionatore di brani, ma un visionario capace di riconoscere il valore nascosto nel passato e di tradurlo in contenuti rilevanti per il presente.
Scoperta, sentimento e innovazione
In un mondo dominato da playlist algoritmiche del SOD e contenuti usa e getta, il suo ruolo diventa cruciale per riportare la radio a essere una piattaforma di scoperta, sentimento ed innovazione“, chiarisce Costella.
Stupire, emozionare, educare
“Abbiamo bisogno di riscoprire l’essenza della radio: stupire, emozionare, educare. Solo così potremo guardare al futuro con occhi nuovi, senza dimenticare il tesoro che giace dietro di noi”, chiosa il music supervisor. (E.G. per NL)