Radio. Il matrimonio tra il Biscione e Radio Subasio sembra s’abbia da fare

Subasio - Radio. Il matrimonio tra il Biscione e Radio Subasio sembra s'abbia da fare

Mediaset non ha smentito la voce sulle trattative per l’acquisto della superstation Radio Subasio, attiva a cavallo tra il centro-nord ed il sud Italia, con una copertura a margine dei 15 mln di abitanti (il controverso limite per definire “locale” un’emittente radiofonica) ed una dimensione d’ascolto assimibile a quella di una rete nazionale minore (1,6 mln nel g/m fonte Radio Monitor 2016).
Assodato quindi che una non smentita è generalmente una conferma, non è chiaro se la successione avverrebbe sull’integralità delle quote della società editrice o se, come riferiscono altre fonti, una parte del capitale, vicino ad un terzo, possa rimanere alla famiglia Settimi, fondatrice della stazione umbra (che peraltro è titolare anche di altri brand radiofonici).
In realtà la notizia non ha colto di sopresa il mercato, posto che indiscrezioni sul deal giravano da mesi e, del resto, il Biscione era già fidanzato con Subasio per via della concessione degli spazi pubblicitari nazionali in capo a Mediamond.radio subasio laura pausini 300x225 - Radio. Il matrimonio tra il Biscione e Radio Subasio sembra s'abbia da fare
Secondo i dietrologi, la decisione di Mediaset di rafforzare il polo radiofonico in questa direzione sarebbe motivata dal detrimento delle teste commercializzate conseguente all’imminente (fine 2017) fuoriuscita dal portafoglio commerciale di Mediamond di Kiss Kiss (dopo quella di Radio Italia avvenuta nel 2016) a seguito dei vincoli introdotti dall’assenso condizionato dell’Antitrust alla successione di Mediaset nelle quote delle società editrici delle emittenti Radio 105 e Virgin Radio, che si erano aggiunte alle già controllate R 101 e Radio Orbital (il relay di programma estero – attualmente veicola la stazione portoghese del nome – originario vettore, attraverso la società GBR, di Voice of America). Quest’ultima era stata definita nella relazione dell’Agcm come associata ad un titolo che “potrebbe essere in futuro equiparato a quello di una concessione radiofonica nazionale, che costituisce un asset utilizzabile in futuro per la raccolta pubblicitaria”, al pari di RMC che “nel 2015, ha ottenuto l’equiparazione tra l’autorizzazione alla ripetizione del segnale estero rilasciata alla società stessa nel febbraio del 1994 e le concessioni radiofoniche nazionali, con la conseguente cessazione dell’obbligo di ripetizione dei programmi esteri e il riconoscimento del diritto alla produzione e diffusione di programmi radiofonici propri”. orbitalgif 300x59 - Radio. Il matrimonio tra il Biscione e Radio Subasio sembra s'abbia da fareUna galassia imponente di emittenti che, tuttavia, per l’Autorità garante della concorrenza e del mercato non costituiva un problema dal lato degli ascolti (il medium nel suo complesso raggiungeva, al momento della valutazione, 34,9 milioni di utenti – dati I° semestre 2015 – pari al 66% della popolazione) quanto sul piano pubblicitario (i ricavi totali 2014 nel mercato della raccolta pubblicitaria radiofonica erano pari a 324.389.598 euro in ambito nazionale e 126.535.921 euro in ambito locale). Di qui il vincolo posto dall’Agcm per dare l’assenso alla concentrazione: “Fino al 31 dicembre 2020 il Gruppo Fininvest non acquisirà alcuna società titolare di titolo abilitativo per la radiodiffusione in ambito nazionale” e “Mediamond S.p.A. e/o altre società appartenenti al Gruppo Fininvest non stipuleranno alcun contratto per la gestione della raccolta pubblicitaria su mezzo radiofonico con emittenti radiofoniche nazionali diverse da quelle per le quali attualmente Mediamond S.p.A. gestisce la raccolta pubblicitaria, né in via esclusiva né in via non esclusiva, per la raccolta e la vendita di pubblicità in Italia per gli anni 2016, 2017, 2018, 2019 e 2020″, tenuto conto dell’impegno di Mediamond e/o delle altre società appartenenti al Gruppo Fininvest a non negoziare i rinnovi dei contratti di concessione con Radio Italia e Kiss Kiss (rispettivamente con scadenza 31/12/2016 e 31/12/2017) e a non concludere nuovi accordi, “né in via esclusiva né in via non esclusiva, per la raccolta e la vendita di pubblicità in Italia per gli anni 2018, 2019 e 2020“. Radio20Mediaset20marzo2020171 300x225 - Radio. Il matrimonio tra il Biscione e Radio Subasio sembra s'abbia da fareDi qui, secondo la lettura dietrologica anzidetta, la strategia di Meediaset di potenziare un’emittente come Subasio che, secondo molti, avrebbe ancora margini di crescita notevoli in termini di ascolto ove fosse possibile un ampliamento della diffusione. Insomma, potremmo, alla fine, rivelarci essere stati profetici, considerato che, poco più di un anno fa (aprile 2016), scrivevamo su queste pagine: “A questo punto della vicenda rimangono da verificare alcune varianti sugli aspetti editoriali e commerciali. Sul primo bisognerà vedere cosà accadrà a Radio Orbital, citato oggetto oscuro dell’asset del Biscione, che, a seguito dell’equiparazione a concessione nazionale autonoma, probabilmente andrà ad ospitare un nuovo progetto (una radio sportiva, una di solo musica italiana, oppure una all news?), previo potenziamento della rete di distribuzione FM (…). Sul lato commerciale, i citati vincoli di crescita imposti a Mediaset dall’Agcm fino al 2020 determineranno un diverso accasamento di Radio Italia e Radio Kiss Kiss (Mediamond potrà invece raccogliere pubblicità per le superstation Radio Subasio/Radio Suby e Radio Norba), presumibilmente nella direzione di concessionarie esistenti (magari di emittenti concorrenti), piuttosto che verso la costituzione di enti captive. Agcm autorità garante concorrenza e mercato 300x225 - Radio. Il matrimonio tra il Biscione e Radio Subasio sembra s'abbia da fareIntanto, restando in ambito radiofonico, nei giorni scorsi è trapelato il contenuto di un presunto dossier legislativo riservato che sonderebbe il terreno nell’ottica di un emendamento all’art. 2 c. 1 lettera v) del D. Lgs. 177/2005 volto ad un notevole innalzamento del limite di copertura delle radio locali, attualmente fissato a 15 milioni di abitanti, a favore di soggetti seminazionali, cioè le cd. superstation, soggetti giuridicamente non codificati (frutto di una famosa elaborazione dottrinale a margine dell’approvazione della L. 66/2001), ma di cui l’Antitrust ha preso atto nella sua relazione, definendoli “radio locali di notevole dimensione, c.d. super-areali o super-station, che sono in grado di raggiungere un numero notevole di ascoltatori, quasi al pari di radio nazionali, in aree molto vaste del territorio italiano”. Un’ipotesi che, seppur indirizzata a lenire una distinzione normativa ormai anacronistica, avrebbe già sollevato pesantissime critiche sia da parte delle radio locali che, ovviamente, delle nazionali”. (E.G. per NL)

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